La pratica del nuoto era diffusa presso i popoli antichi, in particolare greci e romani, che le attribuivano considerevole importanza ai fini dell'educazione non solo fisica dei giovani, anticipando da questo punto di vista il generale giudizio della medicina moderna che ritiene il nuoto esercizio completo, utile a uno sviluppo fisico equilibrato. Mentre non era stato praticato in Grecia a livello agonistico (tanto che non figurò mai nei programmi dei giochi olimpici), il nuoto diede luogo a competizioni anche popolari nella Roma imperiale. Il nuoto veniva infatti praticato come forma di allenamento dai guerrieri; le fonti ci parlano di gare organizzate già nel 1° secolo a.C. In Giappone si ricordano gare di nuoto nel 36 a.C., e dalla metà del 1600 l'insegnamento del nuoto fu inserito nei programmi scolastici. La pratica natatoria sportiva scomparve nel Medioevo, in quanto l'immersione in acqua veniva spesso associata ai rischi di sviluppo delle epidemie e alla diffusione delle peste. Per essere riscoperto il nuoto dovette attendere la fine del XIX secolo, quando, in pieno clima positivistico, se ne riscoprirono le virtù terapeutiche e correttive. La prima società di nuoto fu la National Swimming Society, fondata a Londra nel 1837. Le gare fecero parte del programma delle Olimpiadi moderne fin dalla loro prima edizione, tenuta ad Atene nel 1896.
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