Scoperto nel 1500 da Pedrou Álvares Cabral, il Brasile fu inserito nella zona di colonizzazione portoghese in base al Trattato di Tordesillas (1494); la colonizzazione non si spinse oltre la fascia costiera fino alla fine del XVI sec, quando i coloni, non più ostacolati dalle limitazioni imposte dal Trattato, cominciarono a penetrare verso l'interno del paese alla ricerca di indios da schiavizzare e di nuove terre da utilizzare.
Un ulteriore impulso all'occupazione del Sud del paese venne, nel XVII sec., dalla corsa all'oro, tanto che nel 1763 la capitale del Vicereame fu spostata da Salvador a Rio de Janeiro.
Nel 1808, in seguito all'occupazione del Portogallo da parte delle truppe napoleoniche, la famiglia reale portoghese si trasferì in Brasile, che divenne sede dell'Impero. Nel 1821 il re Giovanni VI ritornò in patria, lasciando la reggenza al figlio Pietro, il quale però, l'anno successivo, si sottrasse alla sovranità della madrepatria e si proclamò Imperatore del Brasile col nome di Dom Pedro I (7 sett. 1822).
L'incoronazione di Dom Pedro II nel 1840, segnò l'inizio di un lungo periodo di stabilità politica e di prosperità economica per il paese, culminato nell'abolizione della schiavitù, nel 1888, e nell'instaurazione della Repubblica nel 1889. La Costituzione repubblicana ebbe l'appoggio dei militari, che non si opposero ai 12 governi civili che si susseguirono tra il 1894 ed il 1930, durante il periodo noto come Prima Repubblica.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, alla quale il Brasile prese parte a fianco dell'Intesa, la diffusione delle idee socialiste si combinò con le conseguenze della crisi mondiale del '29, portando alla destituzione dell'allora presidente in carica Pereira de Souza, ed all'affermazione del leader del partito liberal-progressista Getulio Vargas. Quest'ultimo represse le manifestazioni di malcontento imponendo, attraverso il colpo di stato del 1930, un regime a carattere autoritario e corporativo, "O Estato novo" e rimase alla guida del paese fino al 1954, con una breve interruzione tra il 1945 ed il 1951.
Un altro episodio fondamentale nella storia del Brasile fu il colpo di stato militare del 1964, con il quale i militari destituirono l'allora presidente in carica João Goulart, il quale, sotto l'influenza sempre più forte dei sindacati e dei settori progressisti della società, aveva manifestato l'intenzione di nazionalizzare le imprese straniere operanti nel settore petrolifero e di avviare la riforma agraria.
Il regime militare fu caratterizzato dalla sospensione dei diritti civili; nel nome della "sicurezza nazionale"; le opposizioni furono combattute con torture, rapimenti, assassinii e migliaia di oppositori scelsero la via dell'esilio politico. Tra il 1964 ed il 1984, si susseguirono 5 governi militari, i quali misero in atto una serie di ritocchi costituzionali tendenti a sciogliere sindacati e partiti e a sospendere i diritti civili e politici; furono istituiti tribunali militari speciali per stroncare l'opposizione.
Ma quando, a metà degli anni '70 la crescita economica subì una forte frenata, l'opposizione al regime si risvegliò e cominciò a guadagnare consenso in seno alla società. I militari, coscienti che il regime cominciava a sgretolarsi decisero di pilotare l'apertura ad una "democrazia guidata"; il risultato fu il riconoscimento di un partito di opposizione. A metà degli anni '80 il partito di opposizione, l'MDB (Movimento Democratico Brasiliero) ottenne la maggioranza in Parlamento e scelse, come presidente della Repubblica, un leader moderato del partito di opposizione: Tancredo Neves. Ma questi si ammalò gravemente alcuni giorni prima dell'insediamento al potere, fissato per il 15 marzo 1985. La presidenza fu assunta, temporaneamente, dal vice José Sarney , un ex leader del regime militare che alla morte di Tancredo Neves, dopo circa un mese di malattia, divenne presidente del Brasile "democratico". Durante il suo mandato presidenziale (1985-1990) fu votata una nuova costituzione (1988), la quale, oltre ad attribuire maggiore potere agli Stati della Federazione, elevò il numero di questi da 23 a 26, creando lo Stato di Tocantins, e trasformando in Stati i territori di Roraima e Amapà. Negli anni '80 un vigoroso movimento popolare contrastò in modo sempre più organizzato la classe politica tradizionale. Nelle elezioni presidenziali del 1989, le prime elezioni dirette del presidente della repubblica dal 1961, furono sconfitti i vecchi partiti politici e protagonisti della corsa alla presidenza divennero Luis Inácio da Silva (Lula), presidente del PT, Partito dei Lavoratori, ed ex leader dei metalmeccanici e Fernando Collor de Mello, espressione della borghesia liberale, che vinse con 35 milioni di voti contro i 31 milioni dell'avversario.
Fino al 2003 la Presidenza della Repubblica è stata tenuta da Fernando Henrique Cardoso, il secondo presidente eletto a suffragio diretto, in carica dal 1994 e rieletto nel 1998 per un secondo mandato.
Nel gennaio del 2003, viene eletto a presidente della Repubblica Luiz Inàcio da Silva, detto Lula.
L'attuale Presidente "Lula"
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