Anche l'UE ha bisogno di un sistema di garanzie giurisdizionali, la cui efficacia sia assicurata da un organo giudiziario indipendente. NellUnione europea, questo compito è affidato alla Corte di giustizia. In generale, il sistema giuridico particolare creato dall'UE si applica esclusivamente allinterno della Comunità europea, per questo si parla di «diritto comunitario» e non di diritto dellUE. Ai fini dello svolgimento delle proprie funzioni, la Corte di giustizia è competente per le controversie che coinvolgono Stati membri. La Corte può essere chiamata a decidere se uno Stato membro abbia violato gli obblighi che gli derivano dai trattati. Inoltre, la Corte ha il compito di garantire linterpretazione e lapplicazione uniformi del diritto comunitario da parte delle autorità nazionali e dei tribunali degli Stati membri. Nello svolgimento dei suoi compiti, la Corte di giustizia ricopre diversi ruoli che nei singoli Stati membri spetterebbero a una serie di tribunali differenti, quali le corti costituzionali, i tribunali amministrativi e i tribunali ordinari. Pertanto la Corte: può occuparsi di controversie tra gli Stati membri e le istituzioni, o tra istituzioni diverse, come il Parlamento europeo o il Consiglio, nei limiti dei poteri conferiti loro dai trattati. In questambito di competenza, la Corte ha la facoltà di verificare se la legislazione comunitaria approvata dalle istituzioni sia conforme ai trattati, nonché di verificare la legittimità di decisioni e altri atti adottati dalla Commissione europea e dalle altre istituzioni; può valutare se il comportamento degli Stati membri risulti compatibile con gli obblighi previsti dai trattati. O che uno Stato membro non abbia adempiuto agli obblighi in virtù dei trattati, la Corte ha la facoltà di comminare una sanzione pecuniaria allo Stato membro inadempiente; può emettere sentenze su domande di risarcimento per danni derivanti da azioni delle istituzioni e, soprattutto, fornisce pareri ai tribunali nazionali in merito alla corretta interpretazione del diritto comunitario nei casi sottoposti al giudizio di tali tribunali; in questambito, essa può pronunciarsi in materia di parità di trattamento di uomini e donne sul lavoro, norme per la tutela dei lavoratori migranti, diritto commerciale e questioni concernenti la libera circolazione delle merci, la proprietà intellettuale, lagricoltura o la protezione dellambiente; dietro presentazione di un ricorso, procede al riesame delle decisioni del Tribunale di primo grado, limitatamente alle questioni di diritto. Le sentenze della Corte di giustizia sono inappellabili. I tribunali degli Stati membri che richiedono una pronunzia in via pregiudiziale sullinterpretazione del diritto comunitario sono vincolati dallinterpretazione fornita dalla Corte di giustizia. La Corte di giustizia si compone di quindici giudici e nove avvocati generali, nominati di comune accordo dai governi degli Stati membri dellUE per un mandato di sei anni rinnovabile. Ogni tre anni è previsto il parziale rinnovo del mandato dei membri e, analogamente, ogni tre anni i giudici eleggono al loro interno il presidente della Corte. La Corte di giustizia viene adita secondo due diverse modalità: - ricorsi diretti; - domande di pronunzia pregiudiziale; Un ricorso contro unistituzione UE può essere presentato direttamente al Tribunale di primo grado. A tale scopo, è necessario essere rappresentati da un legale abilitato allesercizio della professione nei tribunali di uno Stato membro. La Corte di giustizia ha pronunciato molte sentenze importanti, che hanno contribuito a far progredire lintegrazione europea. In particolare, la Corte ha definito le due regole essenziali su cui si fonda la Comunità europea, in quanto comunità rispettosa del principio di legalità: - lapplicazione diretta del diritto comunitario negli Stati membri, - la supremazia del diritto comunitario rispetto alla legislazione nazionale. La Corte ha agevolato molto gli studenti che scelgono di studiare in uno Stato membro diverso da quello di provenienza. Inoltre, la Corte ha chiarito che gli organismi professionali dei vari Stati membri sono tenuti a riconoscere i titoli di studio conseguiti in altri Stati ovvero, in caso di mancato riconoscimento della piena uguaglianza, sono tenuti a fornire motivazioni che specifichino per quali aspetti sono necessarie qualifiche superiori; tali decisioni sono comunque soggette alla verifica di un tribunale.