L'architettura

L'architettura sacra

Il credente che si affaccia all'interno di un'antica basilica si trova davanti ad una prospettiva, davanti ad un cammino con una meta: l'abside e il santuario. La parte iniziale della chiesa simboleggia lo stadio esistenziale di chi si avvicina per la prima volta al cristianesimo. Chi attendeva di essere battezzato sostava nell'area accanto alla porta d'ingresso. Tutta l'area interna simboleggia il cammino nella fede del credente. Il santuario, luogo dov'è posto l'altare e si celebra l'Eucarestia, rappresenta il luogo della visione, il luogo in cui la luce di Dio giunge agli uomini per illuminarli. Così non desta meraviglia che la maggioranza delle chiese antiche siano rivolte con l'abside a est, luogo dove sorge il sole. Ancora oggi, al momento in cui entra la luce solare attraverso le finestre absidali, in ogni monastero del Monte Athos (Grecia) si canta l'inno di lode che precede immediatamente la liturgia: "Gloria a te che dai la luce...". E la luce vera che illumina gli uomini è la presenza di Dio e del suo Regno presente: "Ecco io sarò con voi fino alla fine del mondo". Perciò la liturgia inizia con le parole: "Benedetto il Regno del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo...".

Gli elementi cosmici si uniscono a quelli simbolici ed entrambi si collegano alla situazione personale del credente. Nell'edificio ecclesiastico, quindi, il credente ritrova se stesso davanti a Dio. La sacralità della chiesa è, allora, indice e rimando della sacralità della persona umana poiché Dio si rivela nei cuori degli uomini ed è lì che essi devono imparare a scoprirlo. La distruzione del significato dei simboli, il soggettivismo sfrenato nelle questioni di fede, il sentimentalismo e l'intellettualismo hanno finito per privare del suo profondo senso la fede cristiana senza farle alcuna lotta esterna. L'architettura religiosa odierna eredita, in Occidente, questa critica situazione.


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