Nel '95 il 57% delle esportazioni di armi italiane ha avuto
come destinatari Paesi extra-Nato, in gran parte in via di
sviluppo. I principali acquirenti sono stati: Egitto, Ghana,
Tunisia, Marocco, Algeria e Kenya.
Ma le cifre ufficiali
vanno prese con le pinze: infatti le industrie italiane non
dichiarano parte delle vendite.
Un esempi: sapevate che gli
ugandesi amano la caccia grossa? Nel '96 imprese italiane hanno
venduto all'Uganda 870 fucili e carabine da caccia e un aereo
"non civile", secondo la classificazione doganale.
Vendere armi
"camuffate" consente alle industrie di non fare figurare nella
relazione annuale che, per legge, il governo deve presentare e
che regola le esportazioni italiane di armi.
Un altro modo
per vendere ai Paesi in via di sviluppo è produrre su licenza:
secondo il "Departement of Humanitarian Affairs" delle Nazioni
Unite, tra le 250 mila mine seminate in Rwanda ci sono mine della
Tecnovar di Bari e della Vasella Meccanotecnica di Brescia. Come
sono arrivate fin laggiù? Da Egitto a Sud Africa che producono
per le industrie italianei mine, su licenza.