LA CBR CONFRONTATA CON ALTRI BOLIDI

Assuefatti dalle molteplici comparative offerte dalle riviste del settore, lacerati dal dubbio sulla supersportiva da acquistare, quale boccone poteva essere più prelibato se non la sfida diretta tra le due moto, che al giudizio degli esperti, sono risultate le migliori del lotto? Dalla CBR mi aspettavo di trovare ciò che Honda ha sempre regalato ai suoi affezionati estimatori: facilità di guida, fruibilità, cura dei particolari, innovazione tecnica. E dalla ZX 6R? Le premesse sulla carta sembrano parlare di una nuova nata nella casa di Akashi: una linea affilata e accattivante, un motore finalmente dotato di iniezione elettronica, forcella a steli rovesciati e pinze freno ad attacco radiale, sono solo alcune delle modifiche che promettono una sfida ad alto livello con la concorrenza frutto dello sviluppo e della ricerca acquisito grazie alla Moto GP (leggasi RC211V).


IN PISTA

Inutile prendersi in giro: basta unocchiatina per rendersi conto di quanto queste moto siano studiate e sviluppate appositamente per dare il meglio di sé tra i cordoli delle piste. La posizione di guida è sacrificata su entrambe, e soprattutto sulla Honda la distanza fra la sella ed i semimanubri è assai ridotta. Caratteristica che contribuisce a renderla più veloce e maneggevole nei repentini cambi di direzione. Il propulsore della CBR pare studiato per soddisfare il fabbisogno di adrenalina dei piloti più esigenti: basta stare sopra i 9.000 giri per assaporare lallungo e la potenza di questo nuovo motore. E la pista è il luogo migliore per farlo. Il circuito di Santa Monica è lideale per mettere a confronto le due giapponesi: un lungo rettilineo, un paio di curve lente, due esse e una serie di curve veloci da raccordare tante situazioni diverse per poter comprendere le differenze tra le concorrenti nipponiche. La premessa è che alla CBR sono state sostituite le molle della forcella con quelle più performanti della WP. Questo per non creare dubbi circa la mia posizione relativamente alla valutazione dellavantreno di questa moto, che ora, grazie alla modifica, è certamente più preciso e stabile di quello della Kawasaki. La Honda è fulminea nellingresso in curva, pare basti il pensiero ad inserirla nella giusta traiettoria. Si può entrare in curva con i freni ancora pinzati e non avvertire nessun segno di instabilità. Ma è nella parte veloce del tracciato romagnolo che dà il meglio di sé. Il motore ruggisce prepotente e il tachimetro digitale scorre un numero dopo laltro sino a superare i 210 km/h in uscita dal curvone, senza neppure troppo impegno. In staccata la modulabilità dellimpianto frenante Nissin assicura una precisa e veloce decelerazione, senza scomporre la moto, che per loccasione è stata equipaggiata di due belle scarpette Pirelli Supercorsa. La CBR sembra nata per girare in circuito, anche se forse tra le due è quella con minore luce a terra (lo confermano le pedane grattate sullasfalto). La cosa che più mi colpisce è la facilità di guida che si instaura dopo poche curve. Il motore (sempre dai 9.000 giri in su) è progressivo e preciso, per niente nervoso. Rispetto alla taratura originale delle sospensioni sono state precaricate maggiormente le molle ed è stata chiusa di qualche click lidraulica. Per quanto riguarda il monoammortizzatore è stato irrigidito agendo esclusivamente sullidraulica. Ed ora in sella alla nuova Ninja: innanzitutto, se comprate una Kawasaki, vi prego, compratela VERDE! Esprime il meglio di sé. I nuovi occhietti a mandorla sorridono invitandomi a cavalcarla. La posizione di guida è un po diversa dalla 600 di Tokyo. I semimanubri sono più distanti, ma maggiormente spioventi. Lavantreno pare granitico e solido, anche grazie alla nuova forcella up-side-down. E sono davvero curiosa di sapere se queste famigerate pinze dei freni ad attacco radiale mantengono quanto promesso. Il suono del quattrocilindri di Akashi è vigoroso e rimbomba corposo per provenire da un silenziatore di serie, dotato di catalizzatore. Già nel giro di riscaldamento mi rendo conto di quanto sia differente la curva di coppia di questi due propulsori: la Kawasaki, avvantaggiata anche dai 37 cc in più rispetto alla concorrente si fa sentire anche ai bassi e medi regimi. Purtroppo è stata equipaggiata con delle Michelin Pilot sport che non possono essere sfruttate come le Pirelli della CBR, ma la ZX 6R non ha sfigurato grazie alla precisione che regala a centro curva e alla buona luce a terra. In rettilineo, la maggiore copertura aerodinamica consente di starsene accucciati sotto il cupolino, e volendo di prendere anche i tempi sul giro, grazie al cronometro in dotazione di serie. Nei curvoni veloci da raccordare, vengono fuori i cavalli in più (grazie alla diversa distribuzione della coppia) e la moto diventa nervosa e cattiva. Ad essere sincera, i 220 km/h indicati in uscita del curvone senza aver percorso a pieno regime le curve del Carro non me li aspettavo. Il rettilineo scorre veloce sotto di me e alla staccata del Tramonto vengono messi finalmente alla prova i freni della Ninja: molto potenti, precisi. E la ciclistica consente di entrare in curva con la leva ancora tirata. In realtà, forse per le gomme un po troppo sfruttate, la verdona si scompone un po in frenata, ma basta non farsi impressionare e buttarla in piega come se niente fosse. Non vi tradirà. In uscita di curva il 636 nipponico sfoga tutta la sua cattiveria: nervosa e aggressiva si alleggerisce sbacchettando se si è un po troppo aggrappati ai semimanubri, e questo piacerà agli appassionati del monoruota. Una 600 che impenna in seconda di potenza? Libidine allo stato puro.


SU STRADA

La cosa certa è che questi gioielli giapponesi in pista si daranno del filo da torcere. Ma su strada? Eccoci dinanzi ad un bivio: cosa volete dalla vostra moto? Stabilità, maneggevolezza, facilità di guida? O adorate prendere per le corna la vostra amata due ruote ed esigete una ciclistica veloce, ma a volte ballerina?


MOTORE

La quadricilindrica di Tokyo su strada vi farà un penare: infatti il propulsore sotto i 9.000 giri è un po piatto, senza vigore. Liniezione elettronica fornisce unerogazione fluida e per certi versi manca un po di carattere. Bisogna attendere lentrata in coppia del motore per sentire ladrenalina scorrere nelle vene! La Kawasaki, invece, avvantaggiata anche dai cc in più, pare proprio non essere un 600. La risposta allapertura del gas è repentina e la lancetta digitale del contagiri schizza velocissima verso lalto. Soprattutto ai bassi-medi regimi questo motore pare proprio non avere rivali tra la concorrenza. Anche su strada, uscendo di curva in seconda, sarà facile doversi attaccare ai semimanubri per tenere a terra la gomma anteriore.


CICLISTICA

Honda ha sempre prodotto moto facili. E anche la nuova CBR 600 RR non è da meno. La ciclista è precisa, lineare, grazie allaccentramento delle masse dovuto alla posizione del serbatoio tra le gambe del pilota. Consente di impostare la curva e poi correggerla, senza rischiare di ritrovarsi "per prati" a raccogliere le margherite. Scende in piega quasi senza chiederlo e trasmette davvero una piacevole sensazione di stabilità, dallingresso fino a centro curva. Una lieve pressione sulle pedane e la CBR culla il suo passeggero senza scomporsi nemmeno di un centimetro, aiutata anche dalla posizione veramente caricata sullavantreno. La ciclistica della Ninja, invece, è assai differente. In rettilineo lavantreno è leggero e nervoso. E proprio una moto da domare. La sensazione è quella di avvertire veramente gli 8 kg di peso che differenziano le due 600 nipponiche. Nei cambi di direzione è fulminea e aggressiva, sembra un giocattolo. Tutta questa aggressività però pare domarsi a centro curva, dove il granitico avantreno si stabilizza e la percorrenza diviene facile e intuitiva.


FRENI

Limpianto frenante NISSIN in dotazione sulla CBR 600 fornisce ottime prestazioni in fase di decelerazione, sia per mordente sia per modulabilità. Nella versione base, la frenata è un po penalizzata dallaffondamento troppo generoso della forcella, che non consente un ottimale utilizzo dei freni, ma modificando le molle, sostituendole con altre più performanti, la staccata diviene sincera e potente. La Ninja è la prima seicento che monta di serie pinze ad attacco radiale che, oltre ad avere unestetica molto accattivante, risultano quasi sovradimensionate per questa moto. Infatti, è necessaria una certa dimestichezza con la leva del freno per non ritrovarsi catapultati nel solito prato a raccogliere le solite margherite. La potenza frenante che si ottiene con uno sforzo proporzionalmente minimo è sbalorditiva. Sicuramente capiterà a tutti, nelle prime staccate, di utilizzare troppo i freni e rimanere spiazzati dalla decelerazione impressa alla ruota anteriore.


POSIZIONE DI GUIDA

Se alla domenica mattina, un amico vi chiede di percorrere insieme lautostrada, per andarvi ad arrostire sotto il sole delle spiagge romagnole, inventate una scusa e declinate l'invito: queste non sono moto da passeggio! La CBR è talmente caricata sui polsi che saranno necessari alcuni giorni di adattamento, prima di tornare a casa senza una paralisi agli arti superiori. La protezione aerodinamica del cupolino è veramente minima, e per guardarci attraverso è necessario appoggiare il casco sul serbatoio. Limbottitura della sella è dura, come quella del passeggero, che è veramente sacrificato, sia per lappoggio del posteriore, che per le pedane abbastanza vicine al piano di seduta. Tutto questo si trasforma in un pregio nella guida in pista, ma su strada la moto è parecchio scomoda. La ZX 6R è meno caricata sui polsi, ma i semi manubri spioventi non concedono riposo ugualmente, e la sera faticherete nuovamente ad avvicinare la forchetta alla bocca. La sella è stranamente disposta in discesa, e in frenata il sedere scivola sempre verso il serbatoio, costringendo il pilota a fare pressione sulle pedane per non ritrovarsi troppo caricato in avanti. La sella posteriore è un po più morbida, ma il passeggero è sacrificato anche qui. Il cupolino offre un po più di protezione essendo meno schiacciato verso il basso, ma è ugualmente necessario accucciarsi sul serbatoio per cercare riparo.


CONCLUSIONI

Entrambe sono risultate macchine da ricovero presso la clinica psichiatrica più vicina, grazie alla carica adrenalinica non contemplata dal manuale di istruzioni. Sono certa che sulla Valtrebbia, sulla Futa e ovunque i tornanti facciano da contorno alle sfide tra motociclisti, sarà veramente dura decretare la vincitrice. Il mio parere è che la Kawasaki sia la moto giusta per chi cerca un mezzo aggressivo, a cui tenere testa anche con un po di forza fisica. E scattante, ha un motore potentissimo, ed è divertentissima. In pista e su strada i freni vi salveranno in più di unoccasione. La CBR, invece, sembra progettata per la pista: ai bassi regimi è un po fiacca, prima di entrare in coppia non tiene il confronto con la ZX 6R. Fortunatamente, dopo i 9.000, la potenza aumenta esponenzialmente e la lancetta del contagiri schizza senza timore verso la zona rossa. Un suo inequivocabile pregio è la maneggevolezza e il feeling che trasmette da subito. Anche il pilota meno esperto è in grado di sfruttarla senza ritrovarsi in situazioni di difficoltà. Uno a zero per la Kawasaki e palla al centro? Ai posteri lardua sentenza!!!


Testo ricavato da http://www.motocicliste.net

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