Falso
Una delle cose che più amo fare, ma che purtroppo posso permettermi raramente, è osservare il mio piccolo branco di Labrador (due maschi e quattro femmine). Vivono tutti insieme in circa 7000 mq. di terreno e più volte al giorno andiamo tutti in passeggiata nel bosco o al ruscello.
A turno qualcuno dorme a casa e nelle giornate di pioggia o eccessivo caldo stiamo tutti rintanati dentro casa.
Anche a uno sguardo distratto salta agli occhi che tra le femmine e il maschio più giovane non esiste una reale gerarchia, mentre l'indiscusso capobranco è il maschio più adulto. Pitch (questo è il nome) è un Labrador nero di cinque anni, dal carattere particolarmente equilibrato e tranquillo. E' molto legato agli altri membri del branco e non è raro vederlo prendere un legno in bocca e invitare qualcuno al gioco.
Non abbaia mai, non compie azioni di forza ne reprime in alcun modo gli altri membri del branco con prepotenze o prevaricazioni, al contrario il suo comportamento è sempre gentile e festoso con tutti, anche quando deve subire le esuberanze affettive degli altri.
Solo una volta l'ho visto intervenire con autorità nelle dinamiche del branco. Era un pomeriggio estivo e oltre ai miei avevo ospiti due figli di Pitch (a quel tempo di circa un anno di età, coetanei dunque del mio giovane maschio). I tre maschi e le femmine correvano giocando a togliersi legnetti dalla bocca e Pitch restava in disparte a guardarli. Quel pomeriggio stavo sistemando il tetto della loro casa di legno, dove la notte dormono, e dall'alto mi sono accorta che il gioco tra i giovani maschi rischiava di degenerare in rissa, coinvolgendo in questa anche le femmine. Mentre scendevo dal tetto ho visto Pitch precipitarsi dai giovani maschi e senza compiere alcuna azione con la sola presenza riuscire a sedare gli animi dei contendenti.
Non nascondo di aver tirato un sospiro di sollievo e infinitamente grata a Pitch, ho richiamato i cani e tutti insieme abbiamo fatto una bella passeggiata fino al ruscello. Pitch si era comportato da capobranco, non aveva alzato la voce , non aveva punito i giovani maschi, era bastato il suo discreto ma autorevole intervento perché gli altri smettessero unazione indesiderata.
Non potevo fare a meno di pensare all'innumerose frasi che adoperiamo per rimproverare i nostri cani o ai toni di voce più o meno striduli che a poco servono. Perché spesso noi umani non abbiamo la giusta autorità per essere riconosciuti capobranco? Le risposte posso essere tante ma la cosa che ho imparato è che spesso i nostri comportamenti non sono chiari al cane, li confondiamo con troppe parole, suoni, gesti, inoltre lasciamo che un nostro comando non venga rispettato (ad esempio chiamiamo il cane, non arriva, continuiamo a chiamarlo poi o ci stanchiamo o ci innervosiamo sempre di più alzando la voce e finendo con impaurire il nostro Labrador che sempre meno sarà invogliato a tornare da noi). Lo so non è facile, siamo umani e carichi di un'emotività che gli animali non hanno, ma sarebbe forse molto utile per la comprensione del mondo canino se imparassimo a conoscere le loro semplici leggi, fatte di meccanismi elementari e imparassimo a contare sino a 10 prima di urlare al nostro Labrador. Se non abbiamo la assoluta fiducia del nostro cane diventerà impossibile avere un rapporto sereno e chiaro e per ottenere la fiducia non bisognerà mai ricorrere ai metodi violenti o agli scatti di nervi.
Un rapporto di fiducia si crea giorno dopo giorno dall'arrivo del cucciolo a casa e spesso basta un errore, in un giorno in cui siamo nervosi, per fare crollare tutto. Se non siamo dell'umore giusto sarà preferibile limitarci a giocare col nostro Labrador senza chiedergli ne pretendere nulla, ci dedicheremo all'addestramento quando saremo di ottimo umore, tranquilli e pronti a correggere il nostro Labrador con autorità e pazienza.