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Excursus storico |
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Tra le caratteristiche maggiormente appariscenti dell'arcobaleno
spicca la brillantezza dei suoi colori, che coprono tutto lo spettro
della luce visibile dal rosso, nella parte esterna, al violetto, nella
parte interna. Talvolta l'arcobaleno si presenta con due archi, di cui
il secondo situato più in alto e di minore intensità. I
due archi sono
detti rispettivamente arco primario e secondario.
Il fenomeno dell'arcobaleno ha suscitato sin
dall'antichità
l'attenzione di scienziati e filosofi portando, nel corso del tempo, ad
una comprensione sempre più approfondita del fenomeno. I
contributi e
le testimonianze maggiormente rilevanti di cui disponiamo sono
riassumibili nelle seguenti:
- banda scura di Alessandro: nel secondo secolo dopo Cristo il
filosofo greco Alessandro di Afrodisia descrisse con cura il fenomeno
per cui, nella zona compresa tra i due archi dell'arcobaleno,
l'illuminamento del cielo al di sotto dell'arco principale appare molto
più intenso che al di sopra;
- misura degli angoli tra luce incidente e diffusa: intorno alla
prima metà del XIII secolo Ruggero Bacone misurò
l'angolo tra luce
incidente del Sole e luce diffusa dai due archi dell'arcobaleno
determinando i valori 138° e 130°;
- ipotesi della riflessione: nel XIV secolo Teodorico di Freiberg
ipotizzò che l'arcobaleno dipendesse dalla riflessione solare e
condusse numerosi esperimenti in questa direzione utilizzando delle
sfere piene di acqua pura;
- interpretazione teorica: nel XVII secolo Renato Cartesio diede
un interpretazione del fenomeno dell'arcobaleno in termine delle leggi
dell'ottica geometrica che portano il suo nome.
© Copyleft 2004 Andrea Centomo