Mi chiamo Antonio Bernardi e insegno informatica gestionale all'IPC 'Fabio Besta' di Treviso dal 1986.
Il progetto *Linux & scuole* si prefigge l'obiettivo della *diffusione delle tecnologie informatiche open source nelle diverse realta` didattiche* e questo non puo` che far piacere essendo un obiettivo molto piu` ampio e interessante di quanto non sia quello di attivare dei corsi *di formazione per linux sys admin* nelle scuole.
Cerchero` al riguardo di portare alcune riflessioni e una proposta
al dibattito, alla luce:
- e degli interventi che mi hanno preceduto in questa lista
(linux-scuole@sii.it);
- e della esperienza maturata nell'introduzione e utilizzo di questo
software sia con gli studenti che con altri insegnanti.
Il produttore di questo software piu` che ad introdurre una moderna cultura scientifica e tecnologica nella scuola e` stato interessato ad un vero e proprio"assalto alla diligenza".
Pensiamo non tanto ai miliardi che sono finiti a Redmond in questi anni (piano sulla multimedialita`, ecc.) senza corrispettivo (licenze d'uso proprietarie) quanto anche e soprattutto alla introduzione nella scuola di una sottocultura tecnologica perpetrata dall'uso di questo software: una "visione 'magica' della tecnologia" (come osserva Giovanni Franza) rivolta a creare non studenti critici e creativi, ma passivi consumatori di tecnologia.
Al riguardo abbiamo potuto constatare che l'uso del software proprietario monopolistico ingenera negli alunni dogmatismo e oscurantismo oltre a privare i docenti della liberta` d'insegnamento.
Il metodo e la cultura vengono trasmessi dalla parte client non da quella server, come ha fatto notare Alessandro Rubini.
Potremmo dire che sul server il software libero e` un prodotto mentre sul client e` un metodo.
Crea maggior consapevolezza di liberta` OpenOffice (StarOffice) su Windows, nel ruolo di alternativa al monopolio, che un router Linux in una rete dove tutti i client fanno girare Word su Win e per l'utente non esiste alternativa
Al limite se metto Linux sui server e faccio funzionare meglio i client con Windows e Office, perpetuo la sottocultura informatica: Linux come stampella di Windows!
In questo modo vengono ridate, agli utenti, le due liberta`:
Corsi di aggiornamento sulle licenze d'uso del software e sul monopolio della informazione (come pare indichi Francesco Mulas).
Diffondere nelle scuole studi come quello presentato da Luisa Bortolotti e Paolo Rauzi al convegno di AICA Libre, trasversale a tutte le discipline com'e` trasversale la multimedialita`.
Prendere coscienza delle altre liberta`: di studio, di verifica, di modifica, dal fornitore, ecc.
Far prendere consapevolezza dell'esistenza di formati liberi e di formati proprietari e della *trappola dei formati proprietari* (Roberto Di Cosmo:"Trappola nel cyberspazio", 1998).
Propongo di formulare una lettera o comunque di sollecitare l'On. Ministro Letizia Moratti perche` nelle scuole si utilizzi, in alternativa a Office di Microsoft, OpenOffice (StarOffice) (a scuola non deve interessare il prodotto migliore in assoluto, ma in relazione allo scopo).
E questo per ottenere:
Propongo altresi`, come corollario, di chiedere all'On. Ministro di destinare i denari risparmiati, a corsi di aggiornamento per tutti i docenti (e Tecnici, e Dirigenti scolastici, ecc.) sui temi sopraindicati (la filosofia del software libero, ecc.).
E` molto importante far vedere che esiste anche un altro software, *didatticamente piu` valido*.
Tenere presente la non indispensabilita` del collegamento ad Internet, [nella nostra scuola a suo tempo avevamo fatto una internet locale (dns, router, servizi vari, etc.) e la didattica funzionava senza problemi].
Il collegamento ad Internet in certi casi per gli studenti puo` essere solo occasione di svago, che presto 'viene a noia' (per lo piu` serve a creare lo studente consumatore - Lucio Russo: "Segmenti e bastoncini", ed. Feltrinelli, 1998- ) se non relazionato ad una didattica delle nuove tecnologicie che ne faccia acquisire i processi di realizzazione.
E` positivo che qualcosa si muova, ma senza una linea, una strategia (come sostiene Paolo Pumilia quando invita a "stendere le regole pratiche") non vorrei che portasse solo acqua al mulino del software monopolistico facendogli funzionare meglio le reti [visto che nelle scuole le loro sono deficitarie sotto molti aspetti (sicurezza, virus, bachi, schermate blu della morte, ecc.)].
Dobbiamo puntare sulle realta` gia` esistenti e piu` sensibili e non utilizzare gli interventi a pioggia che seguono la logica dello spreco.
Oggi c'e` bisogno di un movimento trasversale sia a livello culturale-politico che tecnico-scientifico per l'introduzione del software libero nella didattica e nella scuola piu` in generale che abbia come obiettivo quello di inserire l'insegnamento delle nuove tecnologie nella tradizione di una cultura galileiana degna di un paese civile.
In questo impegno dobbiamo unire le forze e far fronte comune: Associazioni no profit, Enti e Istituzioni scolastiche, Societa` interesate in vario modo allo sviluppo di Linux, ecc.
La riunione del 29 gennaio 2002 puo` essere una occasione in questa direzione. Se andra` sprecata sara` un punto a favore del software proprietario monopolistico: ma questa volta sara` solo colpa nostra!
Treviso 26 gennaio 2002
Antonio Bernardi