Un elemento costante dell'informatica nella scuola è sempre stato ed è tuttora quello di aver a che fare con software strettamente proprietario (non libero) e commerciale (a pagamento), soggetto a licenze restrittive e vessatorie, come il permesso di installare su un solo computer, divieto di copia, ecc.), con carenza di documentazione.
In ciò la scuola è sempre stata ed è tutt'ora in balia delle case produttrici di software, sia prima che dopo l'acquisto dei programmi.
La difficoltà per chi lavora nel settore, perciò, è di due aspetti:
L'insegnante diventa subalterno al mercato e con esso lo diventano la scuola e il Ministero della Pubblica Istruzione nel settore dell'informatica, limitando e/o perdendo uno dei diritti fondamentali della scuola stessa che è la libertà d'insegnamento. Queste limitazioni alla libertà d'insegnamento si manifestano soprattutto per chi opera nel settore dell'informatica sia direttamente che indirettamente.
Personalmente ho sempre pensato che se nella scuola si insegna l'uso di un determinato prodotto software di tipo commerciale, questo prodotto non solo dovrebbe essere dato a titolo gratuito alla scuola, ma poiché la scuola ``addestra'' su quel prodotto, invece che su un altro, e svolge apertamente una forma di propaganda per quel prodotto, questa propaganda svolta dalla scuola dovrebbe essere remunerata da quella determinata società.
Nella realtà avviene il contrario: non solo la scuola non viene remunerata per l'attività di propaganda, ma anzi paga quel determinato prodotto software, in certi casi profumatamente, generando quindi un vero e proprio paradosso. Ora se per una azienda è comprensibile acquistare software commerciale chiavi in mano, pagando quello che ritiene opportuno ma perdendo qualsiasi tipo di libertà sul prodotto se non quella di usarlo, questo non è altrettanto accettabile per la scuola il cui fine principale è appunto la formazione culturale in un ambiente libero, in un ambiente in cui ogni singolo insegnante dovrebbe scegliere liberamente i contenuti del suo insegnamento (il suo libro di testo, se si stabilisce a grandi linee l'uguaglianza software=libro di testo).
L'esigenza di libertà nel settore del software è sempre stata sentita e per questo motivo alla fine degli anni '80 è nata negli Stati Uniti, per opera di un ricercatore del MIT chiamato Richard Stallman, la Free Software Foundation con il preciso scopo di creare e diffondere la filosofia del software libero (freeware), cioè per liberare gli utilizzatori di software dalle leggi che permettono restrizioni e vessazioni all'uso dei programmi.
Stallman, nel Manifesto della FSF, dichiara chiaramente quali sono stati i principi che lo hanno ispirato in questa sua iniziativa:
``Penso --scrive nel Manifesto Stallman-- che la regola d'oro richieda che, se a me piace un programma, io debba condividerlo con le altre persone a cui piace. I produttori di software vogliono dividere gli utenti e conquistarli, costringendo l'utente all'accordo di non condivisione con altri. Mi rifiuto di rompere in questo modo la solidarietà con gli utenti.
(...) Per poter continuare ad usare i computer senza disonore, ho deciso di raccogliere un corpus di software libero in modo da poter proseguire senza l'uso di software che non sia libero. Mi sono dimesso dal laboratorio di Intelligenza Artificiale per negare al MIT ogni scusa legale che mi impedisca di distribuire il software liberamente.
(...) Speriamo di poter fornire tutte le cose utili che normalmente si trovano nel sistema operativo Unix e anche di più.
(...) Una volta che il sistema operativo sarà stato scritto, ciascuno potrà ottenere del buon software di sistema liberamente (e gratuitamente), esattamente come l'aria. Questo è molto di più che far risparmiare a ciascuno il costo di una licenza Unix, questo vuol dire evitare l'inutile spreco del replicare ogni volta gli sforzi di programmazione di sistema. Queste energie possono andare invece nella direzione di avanzare lo stato dell'arte.
I sorgenti completi del sistema saranno disponibili per chiunque.
(...) Gli utenti non saranno più in balia di un solo programmatore o di una società, che avendo la proprietà dei sorgenti sia la sola a poter fare delle modifiche.
Le scuole avranno la possibilità di fornire un ambiente molto più educativo, incoraggiando tutti gli studenti a studiare e migliorare il software di sistema. I laboratori di Harvard seguivano la norma per cui nessun programma poteva venir installato nel sistema se i sorgenti non erano pubblicamente visibili, e tennero duro rifiutandosi di installare alcuni programmi. Ciò --continua Stallman-- mi è stato di grande ispirazione.
(...) Disposizioni finalizzate a far sì che la gente paghi per usare un programma, incluse le licenze d'uso per ogni copia, obbligano la comunità a sopportare un costo tremendo attraverso un meccanismo goffo e pesante che decida quanto una persona deve pagare (cioè che programmi comperare). E solo uno stato di polizia può costringere tutti all'obbedienza.
(...) Copiare tutto o parte di un programma è così naturale per un programmatore come lo è respirare. E dovrebbe essere altrettanto libero.
(...) Il software proprietario si basa sulla concorrenza, il software libero si basa sulla cooperazione''.
Questi sono i principi informatori della Free Software Foundation che ritengo molto validi, soprattutto per noi insegnanti.
Lo scopo della Free Software Foundation (ben espresso nel suo Manifesto) è quello di costruire un sistema operativo simile a Unix ma che sia totalmente libero, e su questo sistema operativo implementare utility e programmi applicativi liberi, il tutto a disposizione di chiunque, gratuitamente. Software libero significa sostanzialmente software disponibile sia in forma sia binaria che sorgente, in maniera tale che tutta la conoscenza sia messa a disposizione dell'utente che nel caso potrà metterci su le mani apportando modifiche, miglioramenti, ecc.
Ma per far in modo che il software prodotto fosse effettivamente libero, e non venisse carpito da società che se ne sarebbero potute appropriare con una loro licenza, la Free Software Foundation lo ha messo sotto un suo copyright.
La FSF assoggetta il suo software ad una particolare licenza che si chiama GNU GPL (General Public License): si tratta di un apposito copyright che, al contrario delle licenze del software proprietario, non limita la diffusione del software ma la favorisce, impedendo al tempo stesso speculazioni sul software stesso.
Al riguardo, le prime frasi che si leggono quando si ha a che fare con il software libero e gratuito sono le seguenti: ``Siete incoraggiati a metterne una copia in ogni computer, a scuola o al lavoro. Prestatelo ai vostri amici, ed aiutateli ad installarlo nei loro computer. Potete addirittura fare un migliaio di copie, e venderle, con solo alcune restrizioni''.
La licenza GNU GPL richiede tra l'altro che voi rendiate disponibili i sorgenti dei programmi quando distribuite una copia del programma stesso.
Freeware, perciò, non significa che non è soggetto al diritto di autore, e non vuol dire che un CD che comprate con questo software sia distribuito gratuitamente, ma soltanto che le licenze dei programmi non vi richiedono di pagare per il software né per copiarlo. Occorre specificare poi che libero non significa necessariamente gratuito, nel senso che sul software libero un venditore può farsi pagare, ma si deve sapere che l'utente paga il servizio, la manutenzione, l'addestramento ma non il software.
Gratuito di converso non necessariamente significa libero nel senso che potremmo avere un software proprietario dato gratuitamente, ma questo software viene dato senza sorgenti, senza la possibilità di metterci su le mani. Questo, per esempio, è quello che fino ad ora è successo con Netscape.
Il software sotto licenza GNU GPL è libero e gratuito nel senso che per ogni programma vengono forniti i sorgenti (libero) e non si deve pagare nessuno per il programma e per i sorgenti; si paga, eventualmente, il servizio di chi li fornisce. E non si pensi che software libero e gratuito significhi di bassa qualità.
In sostanza, secondo il Manifesto della FSF, ciò che va pagato è il servizio che si svolge sul programma. Molti utenti di software potrebbero non essere in grado o non voler metterci su le mani e allora ecco che la società di servizi interviene e si fa pagare, questi servizi potrebbero essere forniti da aziende che vendono solo la gestione e manutenzione del software (ora ditte di questo tipo esistono realmente, la Caldera in primis, ecc.).
La FSF si basa sul lavoro volontario di persone che condividono la filosofia espressa da Stallman nel suo Manifesto. Sulla base di questi principi la FSF ha dato origine al progetto GNU. Gnu è un gioco di parole che significa Gnu's Not Unix. In pratica, GNU si propone di creare uno Unix non commerciale compatibile con tutte le specifiche Unix. Unix è un sistema operativo multiutente e multitasking adatto per la gestione delle reti, in particolar modo per lavorare con Internet.
Il progetto iniziale di GNU si basava (e si basa tutt'ora) su un kernel chiamato Hurd; tuttavia mentre le utility e i programmi che venivano sviluppati per essere associati a Hurd si componevano già di un discreto numero di applicazioni, il progetto Hurd stesso si rivelava più difficile del previsto, in quanto la complessità di programmazione del kernel ne rendeva difficile lo sviluppo, e ciò bloccava il progetto.
Nel frattempo ai primi degli anni '90 uno studente di informatica finlandese, Linus Torvalds, si mise a progettare un kernel di Unix che funzionasse sul processore Intel 386. Attraverso la rete Internet, il suo progetto di kernel fu messo a disposizione liberamente di tanti programmatori sparsi nel villaggio globale (in giro per il mondo) che così poterono apportare migliorie, tanto da farlo diventare un vero e proprio kernel di Unix, e secondo molti anche migliore degli Unix commerciali.
Fu così che la FSF decise di utilizzare come kernel del progetto GNU quello progettato da Linus Torvalds, anzichè Hurd, dando origine al sistema operativo GNU/Linux, che si compone del kernel (con copyright di Linus Torvalds e di altri) e di tante altre utility della FSF; il tutto è sotto licenza GNU GPL.
Linus Torvalds oggi dice che la cosa migliore che ha fatto è stata quella di aver reso Linux libero e gratuito. Perciò possiamo dire che Linux è un sistema operativo simile a Unix ma libero e gratuito, grazie all'opera di Richard Stallman, Linus Torvalds, e altre centinaia di progettisti software sparsi in tutto il mondo e che attraverso Internet sviluppano continuamente il sistema.
Linux è progettato dagli utenti e risponde alle esigenze degli utenti e non alle esigenze del mercato: mon è il mercato del software per PC a stabilire la direzione di sviluppo di Linux, ma le esigenze dei suoi utilizzatori, e Linux permette il controllo totale sul sistema da parte degli utenti.
Leggendo la documentazione di Linux spesso incontriamo frasi di questo tipo: ``Quando è necessario l'aggiornamento del software? In generale dovreste prendere in considerazione l'aggiornamento solo quando ne avete una reale necessità. Se la nuova versione del programma offre nuove caratteristiche che ritenete utili, o ha prestazioni nettamente migliori della versione attuale, può essere una buona idea aggiornarsi. E' comunque sciocco aggiornare il software solo per possedere la versione più recente di un particolare programma''. Questo concetto non potrà mai essere espresso da società commerciali, se il loro interesse sta nel vendere il programma invece che aiutare l'utente a risolvere i suoi problemi.
Molti utenti, fra i quali una buona percentuale di sviluppatori, hanno fatto in modo che il sistema divenisse sempre più stabile e che supportasse praticamente tutte le più diffuse periferiche hardware. La compatibilità con altri Unix è assicurata a livello di codice sorgente dalla conformità allo standard POSIX e, a livello di codice eseguibile, dall'uso del formato ELF che assicura una buona compatibilità con altri Unix che girano su Intel.
Linux al giorno d'oggi non è solo per appassionati ma anche per chi usa l'elaboratore per lavoro: parecchie persone si stanno rivolgendo a Linux per utilizzarlo nel proprio lavoro. Oggi anche società commerciali di software stanno prendendo in seria considerazione il sistema operativo Linux, e rendono disponibile il loro software per Linux.
La licenza consente a chiunque di redistribuire o di modificare il software di sisteam (gratuitamente o a scopo di lucro) purchè il risultato di tali attività sia reso disponibile a tutti.
Con Linux è disponibile anche una interfaccia grafica: ``The X Window System'' (chiamato anche più semplicemente X). X originariamente era stato sviluppato dal Project Athena al MIT e dalla Digital Equipment Corporation, ma attualmente è il risultato della collaborazione di un numero molto grande di programmatori. La versione attuale di X è la undicesima, sesta revisione (X11R6), ed è stata distribuita per la prima volta nel mese di aprile del 1994. A partire dalla versione 11, l'interfaccia X ha di fatto assunto il ruolo di standard come ambiente grafico per i sistemi UNIX. Ora il sistema viene sviluppato e distribuito dall'X Consortium, un'associazione composta da molti produttori informatici di grande rilievo. Nonostante il suo uso di tipo commerciale, il sistema X può essere ridistribuito, in base ad una licenza molto libera. Per questo motivo l'implementazione completa di X è disponibile gratuitamente per i sistemi Linux.
Per Linux è disponibile una quantità enorme di software, sia libero che commerciale. Praticamente tutti i programmi scritti per un qualunque Unix possono girare su Linux. Inoltre sono disponibili moltissimi emulatori: Dos, Windows, Macintosh, Amiga, Atari, Vic 20, Spectrum, ecc.; alcuni sono liberi e altri richiedono firmware proprietario. Molto software commerciale disponibile su Linux è gratuito per le istituzioni scolastiche, per gli insegnanti e per chi lo usa a scopi personali (come Netscape, ma anche altri). Il costo di un sistema Linux è abbastanza limitato: basta acquistare un libro su Linux (es. Barkakati o Peterson) e con circa 60 mila lire avete un testo per iniziare e circa 500 megabyte di software di ottima qualità e liberamente ridistribuibile.
Tra i linguaggi di programmazione troviamo il C, il C++, Basic, Pascal, Fortran, Perl, Java, Tk/Tcl, e altri (tutti come freeware), il cobol (ACUCobol) è disponibile in versione commerciale.
Per quanto riguarda la produttività individuale troviamo un prodotto commerciale della società tedesca Star Division GmbH, che è gratuito per usi non commerciali, come l'uso didattico o di studio, ed è StarOffice. Esso si compone di 6 moduli:
Anche la società Corel ha prodotto una suite di office automation dal nome Corel Office scritta in Java che gira sotto Linux. La società Caldera offre il prodotto Internet Office Suite, simile ai precedenti. RedHat commercializza la suite ApplixWare.
Tra i prodotti di database troviamo mSQL (shareware), Ingres, Postgres (freeware); tra quelli commerciali non gratuiti troviamo Oracle.
Vi sono Matlab, Mathematica, Maple V e altri.
Il punto forte di Linux è la gestione delle reti. La gestione delle reti viene implementata con protocollo TCP/IP, lo standard di Internet, per cui è semplice progettarsi delle intranet a scuola. Vi è in Linux il pacchetto Samba per comunicare con reti Microsoft e il software IPX per comunicare con reti Novell. Nella maggior parte delle distribuzioni Linux avete la possibilità di installare un server Web automaticamente, usando il prodotto Apache (freeware) che sta diventando uno standard nei sistemi Unix. Come browser Web avete la possibilità di installare Arena (software libero) o Netscape (prodotto commerciale ma gratuito per le scuole), che sono prodotti ad interfaccia grafica, o Lynx> che è ad interfaccia a carattere. Per quanto concerne la rete, Linux vi mette a disposizione NFS, NIS, ftp, gopher, programmi per la posta elettronica e per le news, ecc. Tutti i prodotti che ho citato per la gestione delle reti sono rigorosamente gratuiti per le scuole, anche se non tutto è software libero.
Chiunque può prelevare, attraverso Internet, il software Linux e distribuirlo. Da ciò è nato il concetto di distribuzione. Le distribuzioni sono costituite da una raccolta scelta di freeware (pacchetti liberi e gratuiti), eventualmente da software commerciale in versione demo per il sistema operativo Linux. Inoltre in ogni distribuzione troviamo un programma di setup che consente di installare velocemente tutto il software contenuto in una distribuzione.
Attualmente vi sono parecchie distribuzioni stabili di Linux, le più diffuse sono la RedHat, la Slackware, la Debian. Le distribuzioni sono solitamente accessibili via Internet o attraverso CdRom (in tal caso il costo da pagare non è dovuto a Linux, che è gratuito, ma al servizio di chi si incarica di fornirlo attraverso CdRom), o alla casa editrice che ha stampato il libro con l'allegato CdRom. Alcune distribuzioni Linux comprendono anche software commerciale a pagamento, per rendere il prodotto più completo e appetibile per le aziende.
La documentazione è sempre stato un problema fondamentale per chi utilizza in vario modo il software. In Linux la documentazione è parte integrante di ogni distribuzione ed è fornita nel software stesso in varie forme: abbiamo le pagine di manuale (man), documenti info, ipertesto a carattere, gli howto, le faq e i libri LDP.
man è un manuale in linea, consultabile solo all'interno di Linux, ma per chi già conosce il sistema operativo, è di grande aiuto! non si può pretendere di ricordare tutto a memoria.
Gli howto sono documenti che insegnano come fare per risolvere un problema. Questi howto sono in lingua inglese, il gruppo Pluto si sta facendo carico di tradurli in italiano e la casa editrice Apogeo li ha recentemente pubblicati.
Pluto è un gruppo nato all'interno dell'Università di Padova nel 1992 con lo scopo di diffondere Linux e il software libero. Attualmente si interessa principalmente della traduzione in italiano della documentazione Linux.
Al riguardo vi è da dire che in Italia stanno sorgendo parecchi gruppi per diffondere Linux tra i quali, oltre al già citato Pluto, si può elencare:
Tornando alla documentazione, vi sono poi le cosiddette FAQ (Frequently Asked Questions). Queste sono raccolte di risposte alle domande più frequenti poste attraverso Internet ai vari gruppi di discussione su Linux. Vi è infine il Linux Documentation Project: questi sono dei manuali veri e propri (delle guide) per la conoscenza di Linux, ottenibili, gratuitamente, attraverso Internet. I due principali sono già stati pubblicati in Italia: il primo di Matt Welsh dal titolo Il manuale di Linux, ed. Jackson e l'altro di Olaf Kirch dal titolo Linux: guida per l'amministratore di rete, sempre edito dalla Jackson.
Linux è un sistema operativo libero e gratuito, ma la libertà si paga e il prezzo da pagare è il seguente:
Ma questi che potrebbero essere limiti per una azienda, non lo sono per una scuola che per sua natura può ovviare a questi limiti all'interno di sè stessa, utilizzando le proprie risorse, che in certi casi sono tutt'altro che scarse.
Linux è un sistema operativo libero e gratuito, compatibile con Unix, sul quale gira software sia libero e gratuito che commerciale per ogni esigenza.
E' un sistema operativo ad interfaccia a carattere con varie utility (abbiamo un programma mc simile alle Norton Utility del dos, ecc.). Fornisce l'interfaccia grafica X, molto simile a Ms Windows e altri prodotti simili (Amiga, Mac, Next).
E' un sistema operativo orientato ad Internet TCP/IP che con il software NFS e NIS diventa un sistema operativo quasi distribuito. La forza di Linux: quasi tutti i provider di Internet utilizzano Linux per tutti i servizi di internet.
Oggi assistiamo al monopolio software della Microsoft basato soprattutto su processori Intel, che ha sostituito il monopolio della IBM degli anni '70/'80. Ora da quanto esposto nella prima parte, Linux può svolgere un ruolo importante in quanto è un elemento di libertà, di liberazione da questo monopolio. Ci dobbiamo affrancare da questo monopolio della accoppiata Windows-Intel. Pena lo slittamento, l'appiattimento della cultura informatica nella scuola in una specie di addestramento.
Con Linux, ad esempio, possiamo riutilizzare i vecchi 386 con 4 megabyte di RAM e 40 megabyte di disco fisso, che i nuovi prodotti Microsoft hanno messo fuori mercato (naturalmente non si possono pretendere prestazioni elevate).
Linux dà la possibilità di riutilizzare vecchio materiale hardware (dai processori, agli schermi, alle schede ethernet, ecc.) anche i 286 potrebbero essere usati come terminali per telnet (in questo caso serve ancora il dos) e i 386 per svolgere esercitazioni sui comandi Linux, e-mail, Perl, ecc.
Linux attualmente funziona su macchine con processore Intel 386, 486, Pentium ma è stato adattato anche ad altre architetture, quali Motorola 680x0, DEC Alpha e macchine con processori Mips. Linux offre un ruolo di libertà a tutti i livelli.
L'amministrazione scolastica (Ministero della Pubblica Istruzione, Provveditorati, IRSSAE) incentivando Linux nella scuola si libererebbe da eventuali pressioni e/condizionamenti del mercato. Gli insegnanti e le singole scuole, di converso, decidendo di utilizzare Linux e il software freeware potrebbero liberarsi da impacci burocratici, dalle solite ristrettezze di bilancio e da eventuali pressioni e/o condizionamenti del mercato.
L'informatica sta andando verso la comunicazione: dalla elaborazione e trasmissione dei dati degli anni '70/'80 stiamo andando verso l'elaborazione e la trasmissione della comunicazione, intesa come multimedialità (testo/dati, immagini, filmati e suoni). In questo quadro assumono grande importanza le reti. Nelle scuole si stanno implementando le reti attraverso server NT o Novell, che sono entrambe proprietarie e a pagamento. Tutto il software che ci sta sopra è proprietario e/o a pagamento. E la scuola è la vacca da mungere. Gli insegnanti e il loro insegnamento, a vario titolo, servono molto spesso come copertura di questo business. Non importa modificare i programmi scolastici e il quadro orario, non importa aggiornare gli insegnanti, basta che dicano di si, tanto la scuola deve rimanere subalterna ai produttori di software.
Linux è un sistema operativo di rete, è un sistema che implementa la distributività delle risorse, permette di installare, con relativa facilità, delle intranet nelle scuole e dei server web e ftp, e permette la multimedialità attraverso il protocollo http e lo standard html.
Una volta installato nelle scuole il software libero e gratuito, le società commerciali dovranno tenere un diverso atteggiamento nei confronti delle scuole stesse, dovendo quanto meno offrire gratuitamente il loro software. Ma nelle scuole dovrebbero essere le società commerciali che, oltre ad offrire gratuitamente i loro prodotti software, dovrebbero finanziare la scuola, in quanto gli insegnati addestrano personale a costo zero per le aziende.
E' ovvio che se uno studente viene formato su un prodotto x rispetto al prodotto y poi nel lavoro cercherà e/o farà acquistare x e non y, e di questo si è ben reso conto anche il Times quando, a proposito dell'accordo tra Toni Blair e Bill Gates per fornire tutte le scuole britanniche entro il 2002 di collegamenti ad Internet tramite la Microsoft, osserva che le scuole inglesi ``sono un settore in cui Gates non ha ancora una posizione di monopolio. Ed è un settore cruciale: se riuscirà ad accaparrarselo, Gates può star certo che una volta che i bambini avranno imparato a lavorare sui sistemi della Microsoft, gli resteranno fedeli tutta la vita'' (La Repubblica, 09/10/1997). Sta qui l'importanza del software freeware e dell'introduzione di una vera cultura informatica che eviti di operare un condizionamento su certi prodotti.
Orbene, se la scuola forma gli studenti su un prodotto freeware:
Comunque io penso che scopo dell'informatica nella scuola non sia quella di creare fedeli ad una società di software, ma studenti liberi di orientarsi su qualsiasi tipo di software con cognizione di causa liberandoli da qualsiasi giogo dell'industria monopolistica dell'informatica. In tal modo si riafferma al tempo stesso la libertà d'insegnamento e la centralità dell'uomo sulla macchina.
L'utilizzo di Linux è, a mio avviso, una buona strada da percorrere da chi insegna informatica o materie che implicano l'utilizzo di una cultura informatica e ci tiene alla propria libertà e vuole rivendicare un ruolo non subalterno, rapportandosi correttamente con le società produttrici di software commerciale.
Nell'ipotesi che si parta da zero, per implementare Linux, nella propria scuola, ci vorrà del tempo. Nessuno può aspettarsi di diventare, in una notte, un esperto di sistema Linux, né un esperto di reti, o di database. Ma non ci dobbiamo scoraggiare. Per implementare l'ambiente Linux nelle scuole ed essere operativi didatticamente ci possono voler dai due ai tre anni di lavoro, a seconda del livello di partenza, acquisendo:
Una volta raggiunto un certo grado di confidenza con il sistema si possono trasferire le conoscenze acquisite in termini didattici (a seconda delle materie d'insegnamento). I risultati didattici pieni si potranno vedere solo dopo tre anni circa. Non sono possibili scorciatoie, pena la frustrazione e l'insuccesso. E non dobbiamo inizialmente confrontarci con i risultati didattici che sono stati ottenuti utilizzando il dos o Ms Windows, per il semplice motivo che il dos è nelle scuole da 15 anni circa, con corsi svolti di tutti i tipi, e Ms Windows è nelle scuole da almeno 5 anni. Non dobbiamo dimenticare tutto il tempo passato per familiarizzare con il dos, con l'Ms windows e con i loro applicativi.
Lo scopo di questo incontro organizzativo è proprio quello di non sentirsi soli né di voler far tutto da soli, ma quello di unire gli sforzi promuovendo incontri e varie forme di collaborazione tra insegnanti e scuole interessate a questa filosofia.
La mia proposta perciò è quella di cominciare con l'installazione del sistema operativo Linux su uno o più elaboratori della scuola, sui quali provare i vari tipi di software a seconda delle esigenze delle scuole, per poi passare ad installarlo in un'aula per la didattica, utilizzando in questo modo il software libero, sia nell'insegnamento dell'informatica che nell'insegnamento più in generale.
Non è semplice iniziare né sarà semplice implementare una didattica basata sul software libero e su Linux nella scuola, ma allora perché usare Linux se dobbiamo fare più fatica? E' qui il punto. E' un problema di libertà e di professionalità. Come insegnante posso affermare che un conto è insegnare su un prodotto freeware o su un prodotto commerciale scelto liberamente secondo criteri didattici, un conto è, invece, insegnare su un prodotto commerciale che viene imposto dal mercato e/o dall'amministrazione scolastica (surrettiziamente).
Treviso lì 20 ottobre 1997
N. Barkakati: "I segreti di Linux", ed. Apogeo (cdrom con Linux Slackware);
R. Peterson: "Linux, guida completa", ed. Mc Graw Hill (cdrom con Linux Caldera-Redhat);
M. Welsh, L. Kaufman: "Il manuale di Linux", ed. Jackson;
O. Kirch: "Linux, guida per l'amministratore di rete", ed. Jackson;
ioProgrammo, ed. Master (mensile);
ILDP (Italian Linux Documentation Project): http://ildp.psy.unipd.it/
AppuntiLinux: una serie ricchissima di appunti su Linux: http://ildp.psy.unipd.it/AppuntiLinux ftp://ftp.pluto.linux.it/pub/ildp/AppuntiLinux/
Linux HOWTO tradotti: http://ildp.psy.unipd.it/HOWTO/index.html
Le distribuzioni Slackware, Red Hat e Debian si possono acquistare all'indirizzo: http://www.cheapbytes.com
Un elenco di software si può trovare al sito: http://www.xnet.com/~blatura/textonly.shtml
Il progetto GNU: http://www.gnu.org
la versione tradotta della licenza GPL e del manifesto gnu: http://animal.unipv.it/linux/rubini/gpl.txt e http://animal.unipv.it/linux/rubini/manifesto.html