Nelle scuole, a proposito di OpenOffice come sostituto di ms-office, spesso si sente dire:
... Nessuno degli insegnanti fortic che conosco è interessato/costretto a usare database ma tutti
sostengono che una suite office che ne è sprovvista non è adeguata a sostitutire ms-office nei piani
acquisti...
Premetto che uso Access dal 1996, dopo due anni d'esperienza con Q&A in ambiente DOS, e accettandone i limiti intrinseci lo considero una piattaforma utile per certi contesti, anche se all'occorrenza preferisco utilizzare database più potenti specie in applicazioni client/server. Da qualche anno uso pochissimo le suite per ufficio in quanto impiego il computer soprattutto per elaborazioni grafiche, per lo sviluppo di software e per il Web publishing. Non sono un esperto di database, le mie limitate conoscenze si fondano su una formazione da autodidatta, tuttavia lavoro moltissimo con i RDBMS (Relational Data Base Management System), usando in genere i proprietari Access e SQL Server e, più raramente e al momento solo per scopi di studio, MySQL.
A prescindere da ogni considerazione sui pro e i contro del software proprietario, dovrò fare una disquisizione parlando soprattutto di software Microsoft, partendo dalla citazione del collega Andrea. Concordo con lui quando asserisce che molte persone sono convinte che Microsoft Office Professional (la suite che comprende anche Access) abbia una marcia in più rispetto al rivale OpenOffice.org, fino a ritenerlo insostituibile (ah... quanti danni ha causato il piano ForTic!). Uso OpenOffice solo occasionalmente per il word processor che ormai sostituisce il mio "vecchio" MS Word 2000, non posso certo parlare con cognizione di causa, ma se non sbaglio offre la possibilità di interfacciarsi con applicazioni database esterne. Presumo che non deve aver raggiunto ancora, in questo aspetto, quei requisiti di accessibilità che dovrebbe avere una piattaforma user friendly. In altri termini dovrebbe ancora mancare un componente assimilabile a Microsoft Access.
Arriviamo al dunque ragionando per assurdo. Il libero e gratuito OpenOffice non può sostituire il proprietario MS Office Professional perché non dispone di un RDBMS assimilabile ad Access. Qualche arcano motivo ci impedisce di optare per il proprietario Star Office. Poco importa se è provvisto di un componente assimilabile ad Access, poco importa se la recente convenzione tra il MIUR e Sun Microsystems permette ad una scuola di dotarsi di una suite d'ufficio professionale a costo zero in tutte le sue postazioni. Con queste premesse la conclusione è ovvia: la nostra scuola non può fare a meno di acquistare ad esempio 30 licenze Microsoft per installare Office Professional in altrettante postazioni. Poco importa se Microsoft rende incompatibili i formati della sua suite fra una versione e l'altra, poco importa se questa inevitabile e sofferta scelta tecnica peserà sulle tasche dei contribuenti, poco importa se con lo stesso budget avremmo la possibilità di portare a 50 il numero di postazioni del nostro parco hardware, poco importa se fra due anni la nostra suite sarà obsoleta e prenderemo in considerazione la necessità di un upgrade. MS Office Professional lo impone una legge naturale, sancita e avvallata da un luogo comune diffuso in particolare fra i colleghi formati nel corso ForTic del livello A o quelli che prima o poi si sono avventurati nel pianeta ECDL.
Secondo la mia modesta opinione le affermazioni come quelle citate dal collega Andrea sono fatte da persone che mai hanno operato con le basi di dati. Solo chi non ha esperienza di archiviazione con i RDBMS può reputare insostituibile Access. Parliamo di fatti?
In definitiva queste considerazioni possono dare un'idea di come anche noi insegnanti nel nostro piccolo contribuiamo a incrementare lo spreco di denaro pubblico, perché ci ostiniamo nella pretesa di far acquistare applicativi e piattaforme poco utili pur di sapere che sono disponibili in ogni postazione (lasciamo perdere a quale scopo, il gulag della pubblica amministrazione è disseminato di strumenti inutilizzati). Vorrei però evidenziare un altro aspetto, non economico ma didattico. Qualcuno finora potrebbe obiettare su un limite alla mia tesi dell'inutilità di Access con un quesito apparentemente inopinabile: come dovrebbero orientarsi quelle scuole che devono formare gli allievi sulla progettazione e l'amministrazione dei RDBMS?
Arduo quesito, ma solo in apparenza. E' vero, a questo punto sarebbe indispensabile disporre di una piattaforma per basi di dati con relativa GUI in ogni postazione, almeno in un laboratorio-classe. E a questo punto si prospetta come inevitabile la necessità d'introdurre Access, l'applicazione database user friendly per eccellenza, dalla porta di servizio. Fermate il mondo, voglio scendere! basta con questo mito dell'accessibilità di Access! Perché impegnare risorse finanziarie imponendo l'acquisto delle licenze alle scuole e agli allievi o, peggio, fomentare la pirateria visto i costi di Office Professional? Perché concentrare tutte le risorse umane, in termini di tempo, per apprendere l'uso di un'interfaccia grafica complessa come quella di Access? Per quanto sia concettualmente banale - facile a dirsi per chi lo usa da anni - Access richiede un impegno di tutto rispetto per poterlo conoscere bene ed usarlo proficuamente. La prova è che a differenza degli altri componenti della suite, Access è il meno usato in ambito sia domestico sia lavorativo. Eppure dovrebbe essere il componente più versatile dal punto di vista ergonomico: potrebbe essere un supporto utile per insegnare contabilità, per classificare e archiviare di tutto, dalle ricette di cucina alla nostra biblioteca, per amministrare il "parco studenti", per ordinare i nostri documenti e le nostre collezioni di foto digitali con le automazioni OLE, invece d'impantanarci quotidianamente in un hardisk stracolmo di file salvati alla rinfusa. Invece no, in ufficio, a casa, a scuola, ci ostiniamo ad usare Word o Excel con operazioni quotidiane ridondanti, eseguite sistematicamente con la complicità del drag&drop e del taglia&incolla, perché in fondo apprendere questo misterioso Access ci spaventa a causa del suo interminabile sfoggio di componenti. Menu, pulsanti, finestre, query, interfacce e barre che cambiano drasticamente passando da una tabella ad una finestra, da una query ad un report. Per non parlare delle macro o dell'arcano mistero dei moduli, tanto cari ai visualbasisti. Insomma, scagli la prima pietra chi non ha mai vissuto un attimo di sconforto aprendo per la prima volta Microsoft Access.
All'arduo quesito offro una semplice risposta: invece di spendere tempo e risorse in un corso su Access, optiamo per un semplice training che tratti i rudimenti delle basi di dati, lo storyboard in fase di progettazione, lo Structured Query Language standard, magari limitandoci agli enunciati più frequenti come create table, create database, select, insert, update, ecc. In fondo la semantica di SQL è accessibile anche a chi ha una scarsa dimestichezza nell'inglese o una pessima memoria e la sua sintassi è di una semplicità tale che considero SQL il metalinguaggio per eccellenza. Una semplicità che va a cozzare con gli enunciati farraginosi generati delle query grafiche di Access (provate a districarvi nella struttura sintattica di un enunciato SQL creati da una query su Access con una join e una clausola where un po' complesse e vi renderete conto che i protagonisti delle barzellette sui carabinieri sono fautori dell'ergonomia e nemici della ridondanza). Insomma, pochi concetti, poche nozioni, poche regole e una giusta dose di esercizio potrebbero rivelarsi gli ingredienti utili a formare potenziali database administrator competenti. Ostinandoci con Access non diamo alcuna competenza ai discenti perché gli sforzi si concentreranno su una palude di concetti, astrazioni e nozioni e tanto esercizio finalizzata ad un solo scopo: quello di accedere graficamente ad una struttura di dati usando una GUI di scarsa scalabilità. Una competenza, peraltro, che richiede aggiornamenti ogni due o tre anni con ulteriore dispendio di tempo e denaro.
In definitiva, chi sostiene l'estrema indispensabilità di Access in ambito scolastico di database ha capito poco o nulla. Dubito che in un futuro prossimo o remoto possa trovare la passione e la pazienza di operare con Access. E allora, perché farlo acquistare o... piratare?
Giancarlo Dessì