Le tribolazioni del software libero nelle scuole italiane

(La storia di linuxdidattica.org)



Nelle scuole italiane (dalle elementari alle superiori) il software libero o meglio la sua cultura fa capolino a partire dal 1996.


In precedenza vi e' stata una quasi totale impossibilità da parte dei docenti di poter affrontare e introdurre nella didattica (delle o con le nuove tecnologie) tale tematica. L'assenza nelle scuole di collegamenti ad Internet in primis, l'impossibilita' di disporre di computer senza dover ricorrere ad estenuanti trafile burocratiche e soprattutto il fatto che ogni computer acquistato avesse preinstallato il sistema operativo windows e software proprietario, rendeva impossibile la conoscenza del software libero e della sua cultura limitando di fatto ai docenti la libertà d'insegnamento nel settore delle nuove tecnologie.


A partire dal 1995/1996 nelle scuole fa la sua apparizione Internet, cominciano ad essere disponibili computer dismessi dalle segreterie e/o da varie aule didattiche per motivi di mercato che impone l'acquisto di computer sempre piu' potenti (e comunque il costo di un computer diventa, in quel periodo, accessibile anche alle tasche di un docente), iniziano a comparire riviste e libri che parlano di Linux e i docenti possono così liberamente reperire informazioni/documentazione anche da Internet.

E' appunto proprio nella primavera del 1996 che appaiono, per opera di Daniele Giacomini, gli “AppuntiLinux” (http://a2.pluto.it/) (ora Appunti di Informatica Libera) documentazione che l'autore, docente in una scuola Superiore di Treviso, metteva liberamente in Internet ad uso di chiunque.

E fu l'inizio.

L'anno successivo (20/10/1997) presso l'Istituto Max Planck di Treviso si tiene la prima conferenza per gettare la basi del “Progetto Linux nella scuola” (http://www.linuxdidattica.org/docs/filosofia/linux-didattica.html) nella quale conferenza si afferma espressamente la relazione tra il sistema operativo Linux e la liberta' d'insegnamento:

Se per una azienda – si affermava - puo' essere comprensibile acquistare un software commerciale (chiavi in mano) pagando quello che ritiene opportuno, perdendo qualsiasi tipo di liberta' sul prodotto se non quella di usarlo, questo non e' altrettanto accettabile per la scuola il cui fine principale e' appunto la formazione culturale in un ambiente libero, in un ambiente in cui ogni singolo insegnante dovrebbe scegliere liberamente i contenuti del suo insegnamento (il suo "libro di testo", se si stabilisce a grandi linee l'uguaglianza software=libro di testo).

e ancora:

Linux puo' svolgere un ruolo importante [nella scuola] in quanto e' un elemento di liberta' e di liberazione da questo monopolio [Microsoft].”

Sempre nello stesso documento veniva precisato come lo “scopo dell'informatica nella scuola non sia quello di creare fedeli ad una societa' di software, ma studenti liberi di orientarsi su qualsiasi tipo di software con cognizione di causa liberandoli da qualsiasi giogo dell'industria monopolistica dell'informatica.

In tal modo si riafferma al tempo stesso la liberta' d'insegnamento e la centralita' dell'uomo sulla macchina.”




La liberta' di scelta scippata


Nel frattempo verso la meta' del 1997 il Ministero della Pubblica Istruzione (Ministro Luigi Berlinguer) ha elaborato un piano quadriennale (circ. min. 282 24/4/97) per l'introduzione nel quadriennio 1997-2000, delle nuove tecnologie nella didattica, intese come multimedialita'.

Vengono stanziati 1000 miliardi da erogare in quattro anni, soprattutto in strumenti hardware.

Il 2 ottobre 1998 si tiene a Roma il Lime (Linux meeting http://www.pluto.it/files/meeting1998/) con una giornata dedicata alla scuola dove erano invitati Cartelli, Bernardi, Mazzolini, Marco Bravi. In quella sede viene criticato il piano del Ministero della Pubblica Istruzione che sostanzialmente toglie la libertà di scelta agli insegnanti nel settore della multimedialità.

Infatti la logica del Piano è quella di dire alle scuole:

Per prima cosa acquistate i computer e poi vi aggiorneremo; dei contenuti non si parla nemmeno. Ora la questione e' questa -viene detto durante l'incontro-:

- I personal computer oggi hanno già installato un sistema operativo e un software minimo di lavoro, ne consegue che le scuole acquistando i computer si trovano già incorporato un certo software.

- Nella scuola e per un insegnante il software corrisponde al libro di testo, per cui nelle scuole ancor prima di cominciare a capire che cos'e' la multimedialita', che cosa sono le nuove tecnologie didattiche e come si possono coniugare con la didattica, ci troviamo gia' acquistato il libro di testo, con i relativi contenuti.

In questo modo l'insegnante perde la liberta' d'insegnamento e la liberta' di scelta!

Contro questa logica bisognava battersi e al riguardo veniva proposto l'uso del software libero nella didattica si diceva:

Se utilizziamo programmi che decidono per noi perdiamo la capacita' di scegliere, la capacita' di progettare e nell'insegnamento questo e' un limite insopportabile. La scuola deve svolgere un ruolo formativo e non meramente addestrativo. Dobbiamo formare docenti e studenti consapevoli e non fedeli esecutori.

Nella scuola ci dobbiamo affrancare da questo modello di cultura subalterna introducendo una vera cultura informatica basata sull'informatica libera, aperta, modificabile e intellegibile che oggi esiste ed e' rappresentata da Linux.

L'informatica libera mette a disposizione il codice sorgente e permette non soltanto di "aprire il cofano", per usare una metafora presa dalla meccanica, ma anche, se lo si desidera, di "smontare il motore" e "metterci su le mani": in poche parole l'informatica libera permette di essere soggetti e non oggetti.

Con Linux possiamo seguire tutto il processo logico che sottende un prodotto software.

Scopo dell'informatica libera e' quello di dare la liberta' a ciascun utente senza discriminazioni, incoraggiando le persone a cooperare e ad aiutarsi reciprocamente.

Nel progetto GNU/Linux c'e' lo spirito della liberta', liberta' nella comprensione dei processi che sottendono il software e liberta' di intervenire per svolgere delle modifiche, il che e' un aspetto creativo e altamente formativo nella realizzazione di una persona. Il software libero ha un alto valore formativo perche' mette a disposizione i sorgenti e pertanto mette in condizione di appropriarsi dei meccanismi conoscitivi completi del software stesso. Questa filosofia ha un profondo valore etico soprattutto se applicata nelle istituzioni educative e formative.” ((http://www.linuxdidattica.org/docs/filosofia/politica-multimedia.html).





Nascita di “linuxdidattica”: la consapevolezza del software libero


Su queste posizioni, emerse nel convegno del Lime, attorno agli AppuntiLinux e al “progetto Linux nella scuola” del 1997, nell'ottobre del 1998, nasce il sito linuxdidattica.org (http://www.linuxdidattica.org/).

Inizialmente il PLUTO (Padova Linux/Lumen Utentibus Terrarum Orbis) offre ospitalita' grazie a Michele Dalla Silvestra e ad Andrea Brugiolo.


Si forma un gruppo attorno al quale si diffonde il desiderio di provare ad usare nella didattica questo software con varie motivazioni: chi culturale, chi economiche (software gratuito), chi tecniche (software stabile).

Del gruppo fanno parte A. Bernardi, A. Brugiolo, M. Dalla Silvestra, F. Ferroni, D. Giacomini, G. Mazzolini, M. Piai, A. Rubini, U. Zanatta.


Assieme al sito nasce la lista di posta elettronica scuola@linux.it (fusione di due liste didattica@linux.it e scuola@linux.it) gestita da Alessandro Rubini e Andrea Brugiolo dove tra gli animatori e partecipanti piu' acuti troviamo Damiano Verzulli.


Il sito diventa ben presto punto di incontro e di diffusione delle esperienze di software libero nella didattica.

Le varie iniziative e attività trovano spazio e diffusione, dalle scuole elementari alle Superiori (http://www.linuxdidattica.org/scuo/index.html):


- Fulvio Ferroni, (Treviso) - http://linuxdidattica.org/docs/altre_scuole/planck/index.html

- Stefano Salvi, “Angolinux” (Mantova) - http://www.itis.mn.it/linux/

- Antonio Cartelli, Cassino (FR) - http://linuxdidattica.org/docs/altre_scuole/node99.html

- Luciano Apolito, Guidonia (Roma) - http://linuxdidattica.org/docs/altre_scuole/Rete3CircoloDidatticoGuidonia.txt

- Massimo Piai, (TV) - http://linuxdidattica.org/docs/altre_scuole/msm_p/index.html

- Anna Franca Leopardi, (Pescara) - http://linuxdidattica.org/docs/elementare/index.html

- Andrea Centomo, Vicenza - http://linuxdidattica.org/docs/cnt/morattihtml/moratti.html

- Barrichello, Vicenza - http://linuxdidattica.org/scuo/mot_cost/mottabit.html

- Marcello Missiroli, Modena - ftp://ftp.itisvinci.com/docenti/Missiroli

- Mauro Darida, Padova - http://linuxdidattica.org/docs/drd_mr/pinguino-flex.html

- Francesca Campora, Bologna - https://cittadinanzadigitale.wikispaces.com/Francesca+Campora

- Rino Andriano, Bari - http://linuxdidattica.org/docs/documenti/italc/

- Antonio Cantaro, Gela (AG) - http://www.istitutomajorana.it/index.php?option=com_content&task=view&id=30&itemid=33

- Del Romano, (Pescara) - http://linuxdidattica.org/docs/linuxmagazine/delromano_26.html

- Damiano Verzulli, (Pescara) - http://linuxdidattica.org/docs/conferenze/chieti1/presentazione_linuxday_v2_orig.html

- Marco Salardi (Pescara) - http://linuxdidattica.org/docs/linuxmagazine/salardi22.html

- Antonio Maddalosso (Treviso)- http://linuxdidattica.org/docs/mdls/EsperienzeFS0607.htm

- Sophia Danesino (Torino) - http://corsi.peano.it/search?SearchableText=linux

- Giancarlo Dessi' (Cagliari) - http://linuxdidattica.org/docs/gcdss/squid/

- Sandro Doro (Venezia) - http://www.tic.fdns.net/tic/html/lab.html

ecc.


A livello Istituzionale si muovono

- le scuole di Pescara (Leopardi, Salardi, Lug di Pescara http://linuxdidattica.org/docs/lug/articolo/home.html),

- le scuole di Empoli (Vittorio Bugli http://linuxdidattica.org/docs/empl/lnx1_prt_empl.html),

- e le scuole della provincia di Bolzano gestite da Barbara Repetto, Antonio J. Russo ( http://linuxdidattica.org/docs/altre_scuole/blz/blz.html),

esempi di istituzioni che cercano di fare entrare Linux nella didattica. In parte la regione Umbra con una legge in proposito (http://maestraanna.iobloggo.com/archive.php?eid=201&cid=5766).


Si fa strada la consapevolezza. Le ragioni del software libero nella didattica sono molteplici: sono di ordine tecnico ed economico, ma soprattutto di ordine culturale ed etico perché non discrimina, da' la disponibilita' del sorgente cioe' della conoscenza che e' un punto chiave della scienza contro l'oscurantismo, pilastro della crescita e della educazione.


Nascono le distribuzioni live per la didattica sia alle scuole elementari che superiori

1) nanoLinux (ora nLnx), Giacomini - http://linuxdidattica.org/docs/nlnx/nlnx.html, http://appuntilinux.mirror.garr.it/mirrors/appuntilinux/HTML/nlnx_171_semplicita_e_controllo_187.htm),

2) eduknoppix (Centomo, Paolini, http://eduknoppix.org/),

3) didatux (Leopardi, http://happytux.altervista.org/didatux/)

e altre.


La rivista mensile Linux Magazine diretta da Emmanuele Somma, gia' dal 2000, offre spazio ad articoli sulla scuola e sulla didattica con una rubrica espressamente dedicata all'argomento. Scrivono sull'argomento didattica Bernardi, Ferroni, Zanatta, Zangiacomi, Centomo, Leopardi, Salardi, Dessi', Dal Col, Vian, Mazzolini (http://linuxdidattica.org/docs/linuxmagazine/index.html).


Convegni e dibattiti si susseguono in tutta Italia sul software libero nella didattica (http://www.linuxdidattica.org/docs/conferenze/index.html).


Nel 2000 si tiene un seminario a Trento su "Informatica e scuola: il fenomeno Linux" a cui segue una pubblicazione ad opera di Bortolotti e Rauzi (http://www.iprase.tn.it/old/tecnologie/index_atti_Linux.asp).


Dal 1998 al 2004 sono sorte autonomamente parecchie iniziative con un ampio dibattito (http://linuxdidattica.org/docs/conferenze/index.html).




La discriminazione del software libero da parte del MIUR


Nel 2003 (Circ. n. 55 del 21/5/2002) il MIUR (Ministero Istruzione Università e Ricerca – Ministro Moratti) avvia un piano di alfabetizzazione informatica rivolto al 20% degli insegnanti (circa 160000) con "scarse o nessuna competenza informatica" denominato ForTic A.


Già a pochi giorni dalla sua apparizione la Redazione di Linuxdidattica esprimeva alcune perplessita in una lettera aperta al Ministro Moratti circa l'impostazione di questa alfabetizzazione, scorgendo nella circolare stessa gravi lacune e chiedendo che in questa alfabetizzazione di massa non venisse escluso il software libero, come lo era stato nella precedente esperienza berlingueriana (http://www.linuxdidattica.org/lettera/ltr_mnst_miur.html).

La lettera in merito alla scelta del sistema operativo affermava:

Un'osservazione comunque balza agli occhi appena si consideri che la scelta del software di base (sistema operativo) è una scelta determinante per l'indirizzo che si vuole dare a quello che il Piano definisce «intreccio fra le nuove tecnologie e la didattica».

La scelta del sistema operativo che determina e condiziona questo intreccio, assieme al software applicativo, può essere considerato come «il libro di testo» di questo Piano.

Questa scelta, perciò, non è di scarso rilievo anche perché al riguardo vi sono due approcci:

uno che considera il software come un bene da condividere, la cui libertà di conoscenza è considerata come la libertà di parola e di stampa, la cui libertà di riproduzione (copia) è un prerequisito;

l'altro che considera il software un bene soggetto a restrizioni che l'utente può solo usare, senza poter impossessarsi della sua conoscenza, senza poterlo copiare (riprodurre) liberamente.

(...)

Ebbene, Signor Ministro, il Piano delega di fatto questa scelta ai docenti-discenti «con scarse o nessuna competenza» tramite l'«autoformazione presso la propria abitazione (...) con attrezzatura personale» , o assume il sistema operativo già «presente nella scuola» (...).

Oltre alla perplessità circa il demandare questa scelta ai docenti in formazione con scarse competenze o assumere ciò che è già presente a scuola, sorge un'altra perplessità ancor più grave.

È noto, infatti, che nel mercato delle nuove tecnologie si è formato in questi anni un monopolio di fatto del sistema operativo identificato nel prodotto "Windows", che il docente inesperto utilizza (a sua insaputa) nel proprio computer di casa confondendolo quasi sempre con altri programmi (word, ecc.) e magari credendo sia l'unico esistente nel mercato.

È altresì noto che, grazie a questo monopolio, le scuole fino ad ora hanno acquistato, al pari del docente inesperto, computer con il sistema operativo Windows preinstallato.

Delegare dunque la scelta al docente inesperto o assumere ciò che è già presente nella scuola significa farsi imporre le tecnologie da questo monopolio, rinunciando ad ogni autonomia.

Ebbene, Signor Ministro, la cosa non è di poco conto, perché in questo modo, nell'intreccio tra tecnologie e didattica si rinuncia alla propria libertà di scelta. Si rinuncia, perché con questi presupposti manca la possibilità di realizzare una didattica che sia al di sopra di questo o di quel marchio di fabbrica.

Significa, in ultima analisi, trasformare gli insegnanti in addestratori e propagandisti, subordinando l'insegnamento agli interessi privati”.


E veniva chiesto che nel Piano si utilizzasse e si insegnasse ai 160000 docenti anche il software libero.

Ma nel marzo 2003, quando iniziano questi corsi denominati Fortic A, il MIUR mette a disposizione il materiale didattico sul quale operare la formazione dei 160000 docenti inesperti e immediatamente ci si accorge che il materiale e' tutto basato sul software proprietario (Windows, Word, ecc.) con una evidente discriminazione nei confronti del software libero e della sua cultura, cosa che era gia' stata stigmatizzata circa un anno prima, da linuxdidattica!

La comunità del software libero protesta e Stefano Maffulli Presidente della Free Software Foundation Europe (Italia) invia una lettera di protesta al riguardo dei materiali educativi che tanto educativi sembrano non essere, se si abbandonano a fare pubblicità ingannevole.

Eccola lettera integrale della FSFE (sezione italiana):


Lettera aperta


Egregio Signor Ministro del MIUR,

Viale Trastevere, 00100 Roma

e p.c. al Signor Ministro della Innovazione e delle Tecnologie

Via Isonzo, 21/b, 00198 Roma

e. p.c. Spett.le Redazione dell'inserto @lfa - Il Sole 24 Ore

Via Paolo Lomazzo, 52, 20154 Milano


Oggetto: materiali ForTic - percorso formativo A - rimozione pubblicità ingannevole


Egregio Signor Ministro del MIUR,

leggendo il supplemento @lfa de "Il sole 24 Ore" del 21 Marzo 2003, siamo venuti a conoscenza che la Sua Amministrazione sta conducendo dei corsi di formazione (ForTic) rivolti a 160 mila insegnanti, inesperti nel settore informatico. Abbiamo quindi rapidamente visionato il materiale di supporto al cosiddetto "percorso di formazione A http://puntoeduft.indire.it/160mila/moduli/formez/index.htm".

Purtroppo già alla prima lezione intitolata "diritto d'autore, aspetti giuridici" tema definito "delicato" e "importante" dagli stessi materiali, abbiamo notato un errore grave. Infatti somministrare a docenti inesperti il messaggio "è vietato effettuare riproduzioni di programmi a scopo di tornaconto personale" ed ancora "è vietato duplicare e diffondere in commercio i manuali riguardanti il funzionamemto di software", corrisponde ad insegnare loro che "copiare software è reato".

Al riguardo non molto tempo addietro un cittadino ebbe modo di denunciare all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato come pubblicità ingannevole il sopracitato messaggio che veniva divulgato nelle tv nazionali per conto della BSA (Business Software Alliance).

Non stiamo qui a ripetere per esteso le motivazioni della denuncia che sono facilmente reperibili in rete. Basti dire che tale messaggio è fuorviante per gli stessi motivi per cui era ingannevole la citata pubblicità. Infatti, e contrariamente a quanto espresso dal messaggio del MIUR, per il software libero (sotto licenza GNU GPL o simili) vige l'assoluta libertà di copia e non solo per "tornaconto personale" ma anche "a scopo di lucro", manuali compresi.

Va da sé che il messaggio qui criticato, al pari dello spot pubblicitario della BSA, potrebbe indurre in errore il docente, con gravi danni economici e morali per il sistema scolastico.

La preghiamo di voler notare che, il Giurì dichiarò il messaggio non conforme agli artt. 2 e 8 del Codice di autodisciplina pubblicitaria. In buona sostanza lo definì: "pubblicità ingannevole (art. 2)" che sfrutta "superstizione, credulità e paura (art.8)", e ne ordinò la cessazione.

Ebbene Signor Ministro, posto che il messaggio in questione oltre a danneggiare la scuola può anche essere lesivo della dignità professionale di chi nella scuola lavora con e per i valori del software libero, confidiamo nella Sua sensibilità affinché venga rimosso dai precitati materiali e, dagli stessi, non sia discriminato il software libero”. (http://www.linuxdidattica.org/docs/corsi_c1_c2/comunicato_FSFI.html).



Il MIUR rispose facendo orecchi da mercante e allora, un mese dopo, il 22 aprile 2003, il LUG di Roma (Marco Presi e Marco Bravi) rimarco' la protesta con una ulteriore posizione pubblica in cui si chiedeva sostanzialmente che nei materiali didattici utilizzati dal MIUR nel ForTic A si operasse una sostituzione dei materiali che discriminavano i valori del software libero educando alla legalità e si operasse la rimozione della pubblicità ingannevole.

Di questa lettera (http://www.linuxdidattica.org/docs/lgrm/lgrm_01.html) diamo alcuni stralci, secondo noi significativi:

Questi [materiali didattici] infatti precludono al discente "con scarse o nessuna competenza" ogni possibilità di formarsi sui valori del software libero (open source) atteso che, per qualsiasi esercitazione didattica, essi sono basati esclusivamente sull'uso di software proprietario.

(...)

E' noto che il software proprietario a cui fanno riferimento i materiali didattici in oggetto, a differenza di quello libero, è oneroso e che la sua copia, anche a scopi didattici, è punita con il carcere, dai sei mesi ai tre anni.

E questa onerosità contrasta anche con la circolare del 13 marzo 2003 sull'adozione dei libri di testo che si preoccupa di non appesantire il costo dei materiali didattici per le famiglie

(http://www.edscuola.it/archivio/norme/circolari/nm1303003.htm).


Ne consegue che chi non può sostenere certi costi viene escluso o si affida alla pirateria del software, che in Italia viene utilizzata secondo le ultime ricerche dal 45% degli utenti; percentuale da aumentare ragionevolmente nel segmento scuola.


Perciò scegliere per il percorso formativo A materiali didattici basati totalmente su software

proprietario, oltre a discriminare i valori del software libero, significa:

a) o alimentare di fatto la pirateria del software nelle scuole, fra docenti e studenti;

b) o legittimare nella scuola una discriminazione tra i vari soggetti su base economica e non sul merito.

La preghiamo pertanto di provvedere alla sostituzione dei materiali, qui contestati, con materiali didattici che non discriminino il software libero e, senza oneri, educhino alla legalità, eliminando così qualsiasi pubblicità, ingannevole o meno”.


Seguirono altre proteste altre lettere altre richieste, ma non ci fu nulla da fare (http://linuxdidattica.org/docs/corsi_c1_c2/index.html).


Riguardo questa discriminazione perpretrata dal MIUR ai danni del software libero a parte la FSFE e il LUG di Roma c'e' da sottolineare la totale passivita' di ampi settori vicini al software libero incapaci di capire che cosa si stava attuando ai danni del software libero nella scuola e anche delle forze piu' attive della politica che a parole si professavano sostenitori del software libero, magari organizzando anche incontri in parlamento, ma poi nei fatti concreti si sono dimostrati subalterni alla politica del MIUR, tutta volta a discriminare la cultura del software libero nella scuola.


Le conseguenze furono quasi immediate, e si possono desumere dalla sottoriportata e-mail apparsa sulla lista scuola@linux.it il 13 maggio 2003:


[Scuola] una battaglia persa

scuola@lists.linux.it


/Tue, 13 May 2003 22:20:33 +0200/

-------------------------

oggi il collegio docenti della mia scuola ha preso in considerazione

l'acquisto per il nostro laboratorio didattico (14 PC/win in rete con file/

print server e router Linux) delle licenze di MSOffice.


Da anni c'è installato Star/OpenOffice e gli allievi lo usano correntemente,

ma su iniziativa dei colleghi che stanno frequentando il corso ForTic A

sembra che non si possa piu' fare a meno dell'applicazione che "tutti gli

altri" hanno.


Come responsabile tecnico e didattico del laboratorio ho esposto le ragioni

della mia scelta, (compatibilmente con i tempi del collegio e con le

conoscenze medie della problematica tra i colleghi) ma non ho convinto.

(...)

Grazie per l'attenzione

Andrea Primiani



Si capisce chiaramente che il Fortic A e' stato un elemento di devastazione per chi dal 1998 al 2003 aveva lottato per introdurre il software libero nella didattica.

In un sol colpo la Microsoft tramite il MIUR riusciva a mettere a tacere qualsiasi voce alternativa al suo monopolio nella scuola italiana.


Linux Magazine chiudeva il settore scuola e nessuna rivista dell'ambiente software libero pubblicava piu' niente al riguardo della didattica con software libero.

Convegni e/o conferenze se ne facevano sempre meno.

E l'interesse per il software libero nella didattica, a partire dal 2004, scemo' quasi d'un tratto.



Conclusioni: il ruolo e le prospettive del software libero nella scuola italiana


Sembra altresi' significatica quest'altra lettera apparsa il 19 settembre 2008 nella lista scuola inoltrata da Damiano Verzulli, che con chiarezza rispondendo ad una affermazione di un'insegnante, si pone la domanda se ne e' valsa la pena di battagliare per il software libero nella scuola in questi anni.


Data 19/09/2008 10:43

Mittente Damiano Verzulli

Destinatario   sandra.farnedi@istruzione.itSoftware Libero nella Scuola

Oggetto: [Scuola] Battagliare per il F/OSS a scuola: si o no?



> Il preside [...] più di una volta mi ha detto che si è pentito di avermi ascoltato (nell'installare Linux a scuola).



penso di conoscere (come tanti, su questa lista...) la situazione in cui

ti trovi.


Non vorrei accendere un polverone e per questo, anziche' parlarti

direttamente, ti dico quello che penso della _mia_ situazione personale:


1 - dopo aver speso tanto tempo (ordine degli anni) a cercare di introdurre

efficacemente Linux e le tecnologie F/OSS in una scuola superiore

(dedicando alla scuola un numero consistente di sabati mattina), il

risultato e' stato piuttosto (diciamo pure... molto) deludente;

(...)


4 - a valle di una decina di anni di "buone intenzioni", mi guardo indietro

e penso: "Cavolo! Se avessi dedicato quel tempo e quegli sforzi da qualche

altra parte [altre scuole? Universita'? NGO? associazioni ad-hoc? Aziende?

...non lo so], certamente oggi potrei raccogliere frutti ben migliori e

maturi".

(...)

6 - questa storia e' iniziata intorno agli anni 1995/1996 ed e' finita 4/5

anni fa. Quel contesto e' _molto_ diverso da quello di oggi.


Un caro saluto,

Damiano


Non stupisce percio' se oggi chi per la propria didattica sceglie di lavorare con il software libero, trovandosi isolato nell'"indifferenza generale", trasforma il proprio insegnamento in un insegnamento di libertà.