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antonio bernardi
docente di
informatica
presso l'I.P.C. Fabio Besta di Treviso
Verso la meta' del 1997 il Ministero della Pubblica Istruzione ha elaborato un piano quadriennale (circ. min. 282 24/4/97) per l'introduzione nel quadriennio 1997-2000, delle nuove tecnologie nella didattica, intese come multimedialita'.
Uno degli obiettivi del piano era ed e' quello di introdurre:
-
la cultura necessaria al dominio della tecnologia (pag. 4,
circ. min. 282 24/4/97);
- una comprensione degli aspetti
funzionali delle tecnologie e dei principi scientifici sui quali esse
si basano, intesa anche come mezzo per favorire, sopratutto ai
livelli scolastici piu' alti e per alcune applicazioni, una
padronanza delle logiche e delle tecniche di impiego utile peraltro
per lo sviluppo di una solida professionalita' (pag. 5, circ.
min. 282 24/4/97).
Vengono stanziati 1000 miliardi da erogare in quattro anni, soprattutto in strumenti hardware.
A mio avviso questo impegno per introdurre la cultura della multimedialita' si basa sostanzialmente sull'acquisto di computer, piu' che sulla formazione e preparazione del personale che dovra' utilizzare queste tecnologie. Infatti per quanto riguarda le risorse umane da utilizzare per raggiungere questi obiettivi e per quanto riguarda i contenuti didattici da svolgere con gli studenti, viene detto poco o niente.
La logica conseguenza e' che lo stanziamento di 1000 miliardi
andra':
- o sprecato in soprammobili costosi;
- o ad
introdurre una cultura che anziche' dominare la tecnologia ne e'
succube e subalterna.
E mi spiego.
La preoccupazione principale da parte del ministero e' stata ed e'
quella di acquistare computer, tanto e' vero che nel piano in oggetto
(circ. min. 282 24/4/97) si legge:
In questo primo pacchetto
vengono fornite insieme alla necessaria documentazione tutte le
indicazioni dirette a regolamentare, nel rispetto dei diversi livelli
di responsabilita', le attivita' di cui al punto 1).
Andiamo a vedere che cosa dice il punto 1 e leggiamo:
Acquisizione da parte delle istituzioni scolastiche delle
strutture multimediali (hardware, software, reti).
Seguiranno
a breve termine -prosegue la circolare- le indicazioni
relative ai punti 2) e 3) e proposte in ordine al punto 4.
Vediamo cosa e' scritto nei punti 2, 3 e 4:
2.
organizzazione dell'aggiornamento e dell'assistenza, collaborazione
tra scuole;
3. definizione dei processi di monitoraggio;
4. definizione delle regole di fruibilita' per docenti e
studenti secondo la logica della massima utilizzazione possibile.
Come si puo' vedere la logica e':
Per prima cosa
acquistate i computer e poi vi aggiorneremo; dei contenuti non
si parla nemmeno.
Ora la questione e' questa:
- I personal computer oggi hanno
gia' installato un sistema operativo e un software minimo di lavoro,
ne consegue che le scuole acquistando i computer si trovano gia'
incorporato un certo software.
- Nella scuola e per un insegnante
il software corrisponde al libro di testo, per cui nelle
scuole ancor prima di cominciare a capire che cos'e' la
multimedialita', che cosa sono le nuove tecnologie didattiche e come
si possono coniugare con la didattica, ci troviamo - dicevo - gia'
acquistato il libro di testo, con i relativi contenuti.
In questo
modo l'insegnante perde la liberta' d'insegnamento e la liberta' di
scelta!
In molti casi la situazione non si pone nemmeno nel senso che le aule con i computer rimangono chiuse, riducendo i computer a costosi soprammobili. In altri casi, pero', anziche' introdurre una vera cultura informatica che domini la tecnologia (come previsto dal piano) si introducono pacchetti software preconfezionati sui quali dovrebbero venire addestrati prima gli insegnanti e successivamente gli studenti riducendo, nel migliore dei casi, le nuove tecnologie didattiche e la multimedialita' ad una videoscrittura sofisticata.
Perche' dico questo?
Perche' l'aggiornamento degli insegnanti sulla multimedialita', proposto dal Ministero, si e' ridotto, in molti casi, ad avallare riunioni propagandistiche di prodotti della societa' Microsoft o ad avallare corsi che si sono trasformati in una presa in giro per i partecipanti. Ne' il Ministero si e' preoccupato di modificare il quadro orario e i contenuti nelle varie discipline curriculari.
Ecco perche' i computer nella scuola si potranno ridurre a soprammobili o verranno utilizzati, nei casi migliori, in maniera subalterna.
In sostanza, a fronte di un impegno finanziario di 1000 miliardi per acquistare materiale, vi e' il pressoche' totale disinteresse nei confronti delle risorse umane, un totale disinteresse per investire su personale qualificato nel settore dell'informatica, un disinteresse per i contenuti da insegnare agli studenti.
E' facile per una scuola, oggi, avere 100/200 computer, magari messi in rete e collegati ad Internet. Ma in questa scuola non e' previsto ne' un amministratore di sistema, ne' un amministratore di rete, ne' un amministratore di database.
Mi chiedo: ma per il Ministero e' sufficiente assistere ad una dimostrazione propagandistica della Microsoft per gestire didatticamente una rete?
E' evidente percio' che fintanto che il Ministero e' piu' sollecito a far acquistare computer che alla preparazione del personale e all'introduzione di nuove qualifiche professionali per i propri dipendenti, non si introdurra' mai una vera cultura informatica nella scuola, una cultura che domini le tecnologie moderne, ma si introdurra' soltanto una cultura succube e subalterna ai monopoli dell'informatica.
Nel migliore dei casi la maggioranza degli insegnanti e degli studenti avranno un approccio praticistico e produttivistico alla multimedialita', addestrandosi su prodotti commerciali e proprietari.
Con questa impostazione, percio', viene imposto e alimentato un 'modello di cultura' che invece di padroneggiare la tecnologia ne e' asservita, mitizzando la tecnologia secondo una logica consumistica. E la scuola diventa subalterna ai monopoli dell'informatica, perdendo in questo settore la liberta' d'insegnamento e l'autonomia.
Se utilizziamo programmi che decidono per noi perdiamo la capacita' di scegliere, la capacita' di progettare e nell'insegnamento questo e' un limite insopportabile. La scuola deve svolgere un ruolo formativo e non meramente addestrativo. Dobbiamo formare docenti e studenti consapevoli e non fedeli esecutori.
Nella scuola ci dobbiamo affrancare da questo modello di cultura subalterna introducendo una vera cultura informatica basata sull'informatica libera, aperta, modificabile e intellegibile che oggi esiste ed e' rappresentata da Linux.
L'informatica libera mette a disposizione il codice sorgente e permette non soltanto di "aprire il cofano", per usare una metafora presa dalla mecanica, ma anche, se lo si desidera, di "smontare il motore" e "metterci su le mani": in poche parole l'informatica libera permette di essere soggetti e non oggetti.
Con Linux possiamo seguire tutto il processo logico che sottende un prodotto software.
Scopo dell'informatica libera e' quello di dare la liberta' a ciascun utente senza discriminazioni, incoraggiando le persone a cooperare e ad aiutarsi reciprocamente.
Nel progetto GNU/Linux c'e' lo spirito della liberta', liberta' nella comprensione dei processi che sottendono il software e liberta' di intervenire per svolgere delle modifiche, il che e' un aspetto creativo e altamente formativo nella realizzazione di una persona. Il software open source ha un alto valore formativo perche' mette a disposizione i sorgenti e pertanto mette in condizione di appropriarsi dei meccanismi conoscitivi completi del software stesso. Questa filosofia ha un profondo valore etico soprattutto se applicata nelle istituzioni educative e formative.
Ognuno e' libero di studiare come funziona un programma. Un utente pero' potrebbe non essere in grado di studiarlo o di metterci su le mani, ma altri lo potranno fare e cosi' si sentira' garantito, poiche' sara' comunque fatto salvo il principio della liberta' e della autonomia.
Oltre alla liberta' culturale Linux offre anche una liberta' economica in quanto il software GNU/Linux e' gratuito, ne consegue che a scuola per utilizzare del software non si e' piu' vincolati alle lungaggini delle autorizzazioni amministrative. E questo e' un primo aspetto della liberta' economica offertaci da Linux. Un secondo aspetto e' dato dal fatto che Linux vi permette di riutilizzare vecchi elaboratori, messi nei sottoscala o in procinto di rottamazione.
Ne consegue che a zero lire (di costi hardware e software), noi possiamo installare una rete, una intranet nella nostra scuola, con tutto il software necessario per svolgere delle esercitazioni didattiche ai vari livelli.
Con Linux abbiamo la liberta' di copiare il software senza dover soggiacere a licenze vessatorie. Nella scuola, e per chi insegna materie che implicano l'uso di prodotti software, questa liberta' di copiare e' molto importante e corrisponde alla liberta' di parola e di stampa.
Questo approccio alla cultura informatica che si concretizza nella filosofia dell'informatica libera, a mio avviso, rappresenta una 'rivoluzione copernicana' all'interno della didattica dell'informatica: utilizzando Linux la scuola potra' non essere piu' subalterna ai monopoli nel campo della cultura informatica e nel campo della didattica dell'informatica.
E da questo punto di vista Linux rappresenta un elemento di liberazione, e con Linux noi possiamo difendere la nostra liberta' d'insegnamento.
Premesso che negli Istituti professionali per il commercio (presso
i quali insegno) l'insegnamento dell'informatica non prevede l'uso
del laboratorio, posso riferire la mia esperienza personale.
Pressoche' a zero lire ho potuto, grazie a Linux, all'aiuto del Prof.
Fulvio Ferroni e alla documentazione 'AppuntiLinux' del Prof. Daniele
Giacomini http://www.pluto.linux.it/ildp/AppuntiLinux/index.html)
costruire una intranet utilizzando un pentium (considerato obsoleto)
e alcuni 286, ed ho potuto svolgere delle esercitazioni didattiche
sulla multimedialita' nel seguente modo:
- ho installato Linux e
il server web Apache sul pentium, con due schede di rete ethernet
ne2000;
- ho installato il dos Caldera e il software di rete sui
286 collegati, su due reti diverse, al pentium (cavi coassiali,
schede ne2000);
- sui 286 ho installato il browser Arachne ad
interfaccia grafica. Dopo aver brevemente spiegato agli studenti
alcuni comandi essenziali di Linux, compreso l'editor vi, le
esercitazioni da parte degli studenti consistevano:
1.-
nell'aprire delle sessioni telnet da dos a Linux per accedere alla
propria directory all'interno del sito web per creare un file html
(ovviamente dopo aver dato l'account ad ogni studente).
2.-
nell'uscire da Linux e rientrare in dos per lanciare il browser web
Arachne e visualizzare la pagina ipertestuale e multimediale creata
precedentemente con l'editor di Linux;
3.- dopo aver spiegato
brevemente alcune istruzioni in Perl, attraverso la creazione di form
nel file html, gli studenti creavano dei piccoli programmi CGI per un
lavoro interattivo.
Questo per quanto riguarda il web e la
multimedialita'.
4.- E' stato anche possibile insegnare alcuni
comandi di posta elettronica. Gli studenti entravano con telnet nel
server linux e in locale si inviavano messaggi di posta elettronica
utilizzando il programma mail.
Non sono cose appariscenti, ma con Linux, ripeto pressoche' a costo zero, ho potuto verificare ed applicare agli studenti alcuni meccanismi e alcuni concetti, come non sarei riuscito ad ottenere con prodotti piu' sofisticati e magari spendendo centinaia di milioni.
D'altra parte gli studenti non vengono a scuola per produrre, ma per imparare la logica, i meccanismi conoscitivi. Produrre pagine e pagine html con prodotti specializzati e' solo un fatto puramente quantitativo e non qualitativo.
In conclusione posso dire che Linux mi ha permesso di liberarmi dall'oppressione del software proprietario. Ritengo che in certi casi il software libero possa diventare uno strumento di lotta, per la liberta' d'insegnamento nel settore dell'informatica, contro l'arroganza dei monopoli.
Per costruire il progetto Linux nella didattica, dobbiamo creare un movimento fra gli operatori scolastici (insegnanti, tecnici, studenti, ecc.) sia a livello politico che sindacale, per l'introduzione della filosofia open source nella scuola, che sia trasversale, utilizzando al riguardo anche la legge sull'autonomia scolastica (legge 440 del 18/12/1997 - direttiva 238 19/5/98 - circ. min. 27814 19/5/98) e piu' in generale la cultura dell'autonomia. In concreto:
A - dobbiamo proporre ed organizzare a tutti i livelli corsi di aggiornamento su Linux e l'open source.
B - dobbiamo proporre agli insegnanti di informatica, o di materie che implicano l'utilizzo di procedure informatiche e/o apparecchiature informatiche, di utilizzare, ove possibile, l'ambiente Linux, ottimizzando tra le altre cose il rapporto costo/benefici.
C - dobbiamo proporre a chi insegna nelle Scuole Professionali per il commercio l'introduzione di elementi di commercio elettronico, come una particolare realizzazione di multimedialita'.
D - dobbiamo proporre di riutilizzare l'hardware considerato obsoleto e di utilizzare i denari cosi' risparmiati per organizzare corsi di aggiornamento su Linux.
E - Dobbiamo creare esempi di didattica nelle varie
discipline a partire dalla disciplina informatica che si basino su
Linux:
-produrre materiale
didattico e metterlo a disposizione di tutti: libri, dispense,
ecc.
- scambiare le esperienze attraverso gli strumenti
offerti da Internet.
Non dobbiamo aver fretta di vedere subito i risultati didattici, ci vorra' del tempo, ma sono convinto che Linux potra' svolgere un ruolo importante nella scuola.
Nei confronti del Ministero della Pubblica Istruzione dobbiamo
chiedere una diversa politica nei confronti dell'informatica e delle
nuove tecnologie:
- che privilegi la valorizzazione dele risorse
umane, la formazione professionale dei docenti e i valori etici,
culturali e didattici espressi dal software open source;
- che
consideri gli studenti, nel campo dell'informatica, persone da
formare e non solo da addestrare.
Al riguardo propongo:
I) che, nelle scuole attrezzate con una o piu' aule di computer, venga previsto e assegnato un docente, competente in materia informatica, come amministratore di sistema (e di rete e di database), parzialmente legato all'insegnamento;
II) che nelle scuole siano previsti e assegnati insegnanti
tecnico-pratici
competenti in materia informatica, che facciano
da supporto agli insegnanti
nell'insegnamento dell'informatica e
nella didattica multimediale.
III) che sia incentivato, nel rispetto della liberta' d'insegnamento, il software GNU/linux, sia per il suo valore etico-didattico, sia per ottimizzare il rapporto costi/benefici.
Ho presentato, alla fine di maggio 1998, un progetto sulla multimedialita' che prevedeva un finanziamento per l'acquisto di un laboratorio multimediale, basato sul software Linux, condizionato all'assegnazione di un insegnante tecnico pratico e/o di un assistente di laboratorio, che si prendesse cura del laboratorio stesso (posta elettronica, sito web, ecc.). Verso la fine di luglio 1998 l'Amministrazione Scolastica mi informa che il finanziamento per l'acquisto di computer e' stato concesso ma per quanto riguarda l'assegnazione della persona preposta al laboratorio, come richiesto espressamente nel progetto, non fa alcun cenno.
Ora il problema e' questo: i soldi li devo far spendere, per acquistare macchine (che diventeranno soprammobili), o li devo rimandare indietro con tanto di motivazione?
Treviso, 2 ottobre 1998
Antonio Bernardi