Lettera aperta

Alla C.A. del Preg.mo Dott. Ing. Alessandro Musumeci
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Viale Trastevere
00153 Roma
		
e p. c. 
al Signor Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca
Viale Trastevere
00153 Roma

al Signor Ministro della Innovazione e delle Tecnologie
Via Isonzo, 21/b
00198 Roma

e p. c. Spett.le Redazione @lfa supplemento a "Il Sole 24 Ore"
Via Paolo Lomazzo, 52
20154 Milano


Oggetto:	ForTic - Percorso A:
		a) sostituzione materiali che discriminano i valori del software libero
		b) educazione alla legalità
		c) rimozione pubblicità ingannevole

Preg.mo Dott. Ing. Alessandro Musumeci,
						La ringraziamo della pronta e cortese risposta alla richiesta
della Free Software Foundation e del Dott. Stefano Maffulli, di "rimozione della publicità
ingannevole" che viene somministrata dal MIUR, a 150 mila docenti partecipanti al percorso formativo
A, tramite materiali didattici consultabili all'indirizzo
http://puntoeduft.indire.it/160mila/moduli/formez/index.htm.
Abbiamo letto le argomentazioni ivi esposte assieme a tutti i moduli del percorso A compreso il
modulo n. 1, dove Lei asserisce essere contenute, nella parte riguardante il diritto d'autore, le seguenti
affermazioni:
"distribuire liberamente i programmi di dominio pubblico (public domain) sia con licenze GNU che GPL e simili"; e relativamente al divieto di copia di programmi e manuali: "ovviamente quelli coperti da copyright e non quelli con licenza GNU, GPL e simili"; "ovviamente sempre quello coperto da copyright". Orbene, senza entrare nel merito del fatto che anche il software con licenza GPL è coperto
da copyright contrariamente a quanto da Lei sostenuto, queste affermazioni, che in qualche modo
modificherebbero il messaggio ingannevole ripristinando una certa verità, appaiono, a tutt'oggi,
solo nella Sua risposta pubblicata ne "Il Sole 24 Ore" del 17 aprile 2003, ma non nel precitato modulo n. 1.
Di conseguenza ai 150 mila ignari discenti, utilizzatori del "modulo n. 1", resta il messaggio
ingannevole in tutta la sua interezza, così come osservato dalla Sezione italiana della Free Software
Foundation (http://linuxdidattica.org/docs/corsi_c1_c2/lettera_FSFI.html).
Nè è educativo, di fronte a persona inesperta, far affidamento all'"ovviamente", come qualsiasi
insegnante sa.
E non è solo questione di forma. Al riguardo, la discriminazione del software libero, operata dal MIUR, la troviamo non solo teorizzata
nel modulo n. 1 ma anche, fatto ancor più grave, messa in pratica in tutti gli altri moduli.
Questi infatti precludono al discente "con scarse o nessuna competenza" ogni possibilità di formarsi sui
valori del software libero (open source) atteso che, per qualsiasi esercitazione didattica, essi sono
basati esclusivamente sull'uso di software proprietario.
E a nulla vale il fatto che il MIUR utilizzi per proprio conto, su centinaia di macchine, software "con
licenza GPL", come Lei afferma, in quanto i materiali didattici, sotto l'aspetto formativo e culturale,
come ogni docente sa, sono altra cosa, dall'uso a scopo amministrativo o gestionale di prodotti
software.
Semmai sarebbe motivo ulteriore, da parte del MIUR, per insegnarlo e non solo dichiararlo in qualche
documento ministeriale!
E' noto che il software proprietario a cui fanno riferimento i materiali didattici in oggetto, a differenza
di quello libero, è oneroso e che la sua copia, anche a scopi didattici, è punita con il carcere, dai sei
mesi ai tre anni.
E questa onerosità contrasta anche con la circolare del 13 marzo 2003 sull'adozione dei libri di testo
che si preoccupa di non appesantire il costo dei materiali didattici per le famiglie
(http://www.edscuola.it/archivio/norme/circolari/nm1303003.htm).
Ne consegue che chi non può sostenere certi costi viene escluso o si affida alla pirateria del software,
che in Italia viene utilizzata secondo le ultime ricerche dal 45% degli utenti; percentuale da aumentare
ragionevolmente nel segmento scuola.
Perciò scegliere per il percorso formativo A materiali didattici basati totalmente su software
proprietario, oltre a discriminare i valori del software libero, significa:
a) o alimentare di fatto la pirateria del software nelle scuole, fra docenti e studenti; b) o legittimare nella scuola una discriminazione tra i vari soggetti su base economica e non sul merito. La preghiamo pertanto di provvedere alla sostituzione dei materiali, qui contestati, con materiali
didattici che non discriminino il software libero e, senza oneri, educhino alla legalità, eliminando così
qualsiasi pubblicità, ingannevole o meno.
RingraziandoLa della cortese attenzione porgiamo distinti saluti. Roma 22 aprile 2003 Marco Presi (Coordinatore del Lug Roma) marco Bravi (Precedente coordinatore e co-fondatore del Lug Roma)