Microsoft impreparata a scuola: ignora la Costituzione!


Un emendamento, parola che in gergo istituzionale significa "proposta di modifica, o aggiunta, o soppressione, di una breve frase in un testo di legge", poche paroline apparentemente innocue, hanno scatenato la reazione di Microsoft concretizzatasi nell'ormai celebre memoriale e nell'audizione "fuori tempo massimo" tempestivamente concessa dalla commissione settima del senato della repubblica.


Nell'emendamento si chiede di considerare, nel piano di alfabetizzazione informatica, il valore educativo del software libero sia al fine di sviluppare la piena padronanza dei linguaggi informatici e la creatività dello studente, sia per formare all'etica della condivisione collettiva delle invenzioni intellettuali, missione che si supporrebbe scontata quando si parla di istruzione pubblica.


Niente di ciò, invece: l'informatica, così come tutta la tecnologia, deve essere imparata rapidamente e superficialmente a fini strumentali e passivamente operativi, senza che si forniscano gli strumenti critici e le basi scientifiche per capire a fondo le diverse tecnologie, per porsi, eventualmente, il problema di crearne di alternative o complementari, o infine per valutarne gli effetti e le conseguenze complessive.


Se esiste un'interfaccia standard, semplice, usata da tutti, perché porsi un qualsiasi problema, di privacy, di sicurezza, di monopolio, di sviluppo di capacità creative, o quant'altro?


Così come nelle lauree triennali in biotecnologie sono previsti corsi in marketing ed economia aziendale ma non in ecologia o biologia evolutiva, anche l'insegnamento dell'informatica si vorrebbe modellato su una ben precisa idea di società e di sviluppo tecnologico: pochissimi detentori, con tanto di brevetto, degli "alfabeti" (che sia l'alfabeto biologico, il dna, o gli algoritmi alla base dei software), relativamente pochi tecnici specializzati ai loro ordini, molti consumatori con la preparazione sufficiente a poter leggere il foglietto delle istruzioni.


Fortunatamente c'è chi combatte perché non finisca così, a cominciare dalla comunità linux che, come vediamo nel seguente pezzo, ha risposto per le rime alle argomentazioni Microsoft.


Mauro Romanelli

(Responsabile Scuola Federazione Nazionale dei Verdi)



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Lettera di replica al "documento Microsoft" inviata alla Commissione

Istruzione del Senato


"Al Preg.mo Presidente della VII Commissione, e p.c. ai Preg.mi Senatori della VII Commissione


Egregio Presidente Franco Asciutti, Le scrivo la presente per ribadire l'importanza dell'emendamento sottoriportato relativo all'alfabetizzazione nelle nuove tecnologie, soprattutto dopo la lettura del "documento Microsoft"

(http://punto-informatico.it/p.asp?i=40631).

Il predetto documento, infatti, nell'elencare i "Punti di forza" del software open source (software libero) ne omette due.


Il primo consiste nel fatto che il software libero, a differenza del software proprietario, permette l'assoluta libertà di copia, sia per l'insegnante che per l'allievo, più in generale per ogni utente. La libertà di copia del software corrisponde alla libertà di parola e di pensiero ed è a fondamento dello scambio della conoscenza. Ad esempio quando un insegnante spiega il teorema di Pitagora "esegue una copia" del teorema, quando lo applica ad un problema "esegue una copia", ecc.

Per il software, bene immateriale, vige lo stesso principio. Il predetto software, per sua natura, è rispettoso della proprietà intellettuale identificata nel diritto di autore, ed educa alla cultura della legalità combattendo la copia illegale del software. Il MIUR stesso, in un suo recente documento, afferma che si devono utilizzare "strumenti liberamente reperibili (- copiabili -) in rete o messi a disposizione gratuitamente dai produttori". Faccio presente che il software

proprietario "non è né gratuito né liberamente reperibile in rete, contrariamete al software libero". Faccio altresì presente, Signor Presidente, che per la legge italiana se uno studente o un insegnante copia software proprietario, anche solo per eseguire delle esercitazioni

didattiche, commette un reato punibile con l'arresto dai sei mesi ai tre anni di carcere!


Il secondo "Punto di forza" omesso è quello relativo al fatto che il software libero (open source) è rispettoso della libertà d'insegnamento.

Infatti per l'insegnante delle (o con le) nuove tecnologie "il software" corrisponde al libro di testo. È cosa nota che, nella scuola pubblica, la scelta del libro di testo è competenza dei docenti (Collegio dei Docenti) come elemento del più ampio esercizio delle libertà

d'insegnamento. Il software libero è rispettoso di questo principio, permettendo all'insegnante di scegliersi il software e il fornitore che più si adatta alle sue esigenze didattiche, senza alcuna imposizione o costrizione da parte del mercato. La stessa cosa non si può dire per il

software proprietario monopolistico dove vi è un unico fornitore che decide il software da utilizzare secondo propri interessi, che, seppur legittimi, non sempre coincidono con quelli di una scuola pubblica. Per averne una prova basti considerare che la stessa Microsoft, nel

documento in oggetto, si sostituisce arbitrariamente ai docenti, permettendosi di definire essa stessa i criteri di scelta del software - nella fattispecie "la diffusione nelle case"- sottraendo loro l'esercizio di un diritto costituzionale.


Già precedentemente La pregavo di voler tenere in considerazione il predetto emendamento Cortiana nelle decisioni della Commissione da Lei presieduta. Oggi, Signor Presidente, alla luce del "documento Microsoft", quella preghiera appare ancor più attuale.

Distinti saluti


Antonio Bernardi

(docente di informatica presso l'IPC Fabio Besta di Treviso)

http://linuxdidattica.org


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Emendamento Atto Senato 1309


Articolo 1, comma 3, lettera c


Dopo "alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche " aggiungere ", con

particolare attenzione per lo studio dei sistemi operativi e dei

software cosiddetti "open source", ovvero nei quali il codice sorgente è

noto e modificabile, ai fini di incoraggiare e sviluppare le doti

creative e per trasmettere l'etica della condivisione collettiva e

pubblica delle invenzioni intellettuali."


CORTIANA

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