Software libero e didattica

A scuola con il software libero: come e perché


Il seguente lavoro è in gran parte tratto dalla tesi prodotta per l’esame finale che ho sostenuto nell’anno accademico 2002/2003 presso la SSIS del Veneto, relativo alla classe di concorso A042. Il titolo della tesi è “Software libero nei laboratori scolastici: aspetti didattici, tecnici, economici ed etici.” Il lavoro si è sviluppato dalle riflessioni nate in seguito all’esperienza di tirocinio che ho svolto all’Istituto Tecnico Max Planck di Villorba (TV) nei primi mesi del 2003. La tesi di diploma è reperibile sul sito http://www.linuxdidattica.org.

(questa parte potrebbe eventualmente essere messa in un riquadro a titolo “Riferimenti”)


Lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie informatiche all’interno delle scuole fa nascere naturalmente alcune riflessioni sulla tipologia di software adottati all’interno dei laboratori scolastici.

La scelta di installare, nel laboratorio scolastico, un software piuttosto che un altro è spesso soggetta a vincoli di carattere economico, tecnico e didattico. La decisione di usare software libero, ad esempio, è spesso legata alla presenza di un docente, o di un tecnico, che si interessano personalmente della questione e mettono le proprie conoscenze a servizio della scuola, per la gestione del laboratorio.

Spesso comunque accade che l’opzione “SW libero” non venga presa in considerazione in quanto si presume sia poco praticabile per difficoltà di gestione e configurazione del SW e perché si pensa non vi sia SW libero di carattere didattico. In realtà le difficoltà di gestione, con i nuovi SW, stanno diminuendo sempre più e, d’altro canto, è sempre più facile reperire “prodotti liberi” di carattere didattico.


Didattica dell’informatica.

All’interno della vita scolastica italiana molti prodotti software hanno assunto il ruolo di strumento didattico paragonabile al libro di testo. Alla luce di questa considerazione è auspicabile che gli studenti possano utilizzare questi strumenti a casa come a scuola.

Il software libero, grazie alla licenza sotto la quale è rilasciato, permette di “portare a casa” lo strumento ad un costo irrisorio e nel rispetto della legge. Il docente che decida di utilizzare un software libero a supporto dell’attività didattica può tranquillamente farne delle copie da distribuire agli studenti, che lo potranno poi installare a casa propria.

Da questo punto di vista l’uso del software libero è particolarmente significativo nel caso dell’insegnamento dell’informatica nelle scuole superiori (istituti professionali, tecnici, licei). Il processo di apprendimento dei primi rudimenti della programmazione, ad esempio, prevede la realizzazione di semplici applicazioni software. La possibilità di dedicare al loro sviluppo un tempo maggiore rispetto a quello a disposizione nel laboratorio scolastico è una condizione praticamente indispensabile. Fornire ai ragazzi strumenti software da portare a casa e poter usare liberamente è quindi il minimo che si possa fare.

Nell’ambito di un’esperienza di tirocinio all’Istituto Tecnico Max Planck di Villorba (TV) ho potuto osservare l’attività didattica nel laboratorio informatico, svolta in buona parte con l’ausilio di software libero. In particolare ho partecipato ad alcune lezioni di Informatica e Sistemi nelle classi terza e quarta dell’indirizzo informatico, tenute dal prof. Ferroni, il quale era anche responsabile del laboratorio.

Il sistema operativo installato nelle macchine era Linux RedHat 8.0 con il seguente software: shell di Linux, compilatori (Pascal, C, e C++), PostgreSQL, Java SDK della Sun, Editor (vi, mcedit, gedit, Anjuta).

In classe terza sono stati sviluppati alcuni argomenti, tra i quali lo studio e l’uso del S.O. Linux (uso dei principali comandi, gestione del sistema Linux sia con interfaccia a carattere che grafica) e l’implementazione della soluzione di semplici problemi con linguaggio Pascal. In classe quarta si è lavorato sulla programmazione della shell di Linux per automatizzare vari aspetti della gestione del sistema (ricerche,salvataggi ...), sulla gestione di archivi in linguaggio C e sull’uso di Java applicato alla soluzione di problemi significativi (creazione di una calcolatrice).

Nel corso del tirocinio ho chiesto informazioni al docente e ho scoperto che circa la metà degli studenti aveva installato Linux a casa. Ho notato che l’utilizzo del software libero era per loro un fatto normale e non avevano alcuna difficoltà ad utilizzare Linux, anche senza l’ausilio dell’interfaccia grafica. Alcuni, tra coloro che lo avevano installato a casa, chiedevano al docente consigli per risolvere problemi di gestione del sistema operativo o informazioni su come reperire qualche applicazione particolare. Un ragazzo in particolare ha attirato la mia attenzione: aveva recuperato un vecchio portatile (un 486 con 16 MB di RAM e disco da 800 MB con molti settori difettosi) ed era riuscito a farlo funzionare installando la distribuzione MuLinux da dischetto. Lo usava per fare un po’ di “esperimenti” dimostrando notevole perizia e interesse.

Credo che i ragazzi sappiano cogliere immediatamente, forse ancor prima di noi docenti, le enormi potenzialità che può offrire l’uso del SW libero, che permette loro di “smanettare” costruttivamente, in piena libertà, senza porre troppi limiti a fantasia e creatività.


Didattica di altre discipline.

Non è poi da trascurare la possibilità di utilizzare software libero nell’ambito degli insegnamenti di discipline che non siano l’informatica. Esistono oramai software didattici “liberi” che nulla hanno da invidiare ad analoghi prodotti proprietari.

Per prima cosa porrei l’attenzione sulla suite Open Office che può ben sostituire gli applicativi di Ms Office solitamente usati a scuola come supporto didattico in svariate discipline. Non mi dilungherò qui a descrivere i contenuti di questo pacchetto, i cui pregi probabilmente sono noti a tutti e di cui questa rivista si è occupata più volte, anche in riferimento al suo uso nella didattica. Esistono poi molti SW liberi, anche di carattere didattico, che possono essere di supporto allo studio di parecchie discipline come la chimica, la matematica, la fisica, l’astronomia, il disegno tecnico. Un buon numero di questi software si può trovare,ad esempio, nella distribuzione Freeduc (basata sulla più famosa Knoppix) che era allegata al numero di Ottobre 2003 di questa rivista.

Alcuni esempi del software presente in Freeduc sono: Dr.Geo (programma per lo studio della geometria euclidea simile a Cabri), programmi per matematica (realizzazione di grafici 3D, calcolo algebrico, studio dei frattali), elettronica (analisi e simulazione di circuiti), chimica (editor per formule chimiche e visualizzatore di molecole 3D), musica (utilità per studio del solfeggio), astronomia (planetario).

Concretamente ecco un’idea per un percorso didattico riguardante l’insegnamento della matematica nel biennio degli istituti tecnici industriali (D.M. 9 marzo 1994). Nelle indicazioni ministeriali è prevista l'attività di laboratorio di informatica a supporto dei temi di matematica.

Essa consiste in:

Le attività didattiche possibili con l’ausilio di SW libero sono quindi:

Ulteriori attività possibili con l’ausilio del laboratorio di informatica nell’ambito di altre materie previste nel piano di studi del biennio sono:


Moduli multidisciplinari.

L’uso del SW libero a scuola può portare a formulare alcune riflessioni sulla filosofia che ad esso è sottesa e quindi può essere lo spunto per lo sviluppo di moduli didattici multidisciplinari. Un bell’esempio di ciò è sicuramente il modulo interdisciplinare Software libero e libertà di pensiero sviluppato all’IPC Besta di Treviso dalla professoressa Vian, a cui è stato dedicato un articolo pubblicato nel numero di Dicembre 2003 di questa rivista.

Altri spunti per alcuni moduli multidisciplinari possono essere:

Informatica – Economia: Studio delle teorie sull’ingegneria del software suggerite dalla storia di Linux e confronto con i sistemi di produzione industriale.

Informatica - Diritto: Diritto d’autore, licenze e brevetti nel mondo del software, dell’editoria e dell’industria: studio delle norme sul diritto d’autore e sulle licenze. Il significato dei brevetti nell’industria e nella produzione del software.

Informatica - Storia:Storia del software e storia della scienza: analogia tra storia della scienza e storia del software libero.

Informatica – Inglese: Traduzione a scopo didattico di documentazione relativa al software libero presente a scuola.


Un laboratorio con Linux.

E’ possibile realizzare un laboratorio didattico con Linux?

La risposta a mio parere è senz’altro positiva, se non altro perché ne ho visto uno nell’Istituto Tecnico dove ho svolto il tirocinio.

Il laboratorio in questione era così strutturato:

I computer erano collegati in rete: con Win98 i computer erano in rete “peer to peer”, con Linux il computer del docente diventava server di rete Linux con controllo di accesso e memorizzazione delle home centralizzati (NIS, NFS), server DNS, WEB, di posta (a solo scopo didattico).


Conclusioni

A mio parere l’uso del software libero può essere didatticamente, eticamente ed economicamente una valida risposta alle problematiche poste dall’uso di software proprietario.

D’altro canto il software libero comincia ad essere utilizzato anche dalle aziende a dagli enti pubblici e quindi conoscerlo è un punto di forza della professionalità futura degli studenti.

Come docente sento inoltre la responsabilità di proporre attività e strumenti il più possibile scevri da interessi commerciali e che portino i ragazzi a sviluppare autonomia di pensiero e capacità critica, oltre che competenze tecnico-informatiche.

Concludendo ritengo che l'uso di software libero nei laboratori scolastici sia una strada didatticamente e tecnicamente percorribile, considerando anche il fatto che eventuali difficoltà di gestione e configurazione sono ampiamente controbilanciate dalle positive ricadute didattiche e dalla possibilità di fruire liberamente delle risorse.



Prof.ssa Serena Dal Col