LINUX NELLA DIDATTICA: UN ESEMPIO CONCRETO



In questo terzo articolo sull'uso di GNU/Linux nella didattica, abbandoniamo la "teoria" e iniziamo a trattare un caso concreto di utilizzo in ambito scolastico.

L'esperienza che verrà illustrata è stata condotta, negli ultimi 4 anni, dal sottoscritto congiuntamente ad Antonio Bernardi e Umberto Zanatta presso l'I.P.C. "F. Besta" di Treviso, sia in ambito curricolare che nell'area di specializzazione (gestita in autonomia dalla scuola) per la qualifica di "Tecnico per il commercio elettronico".

Per maggiori dettagli si veda il sito www.linuxdidattica.org (fig. 1).

La scelta da fare

L'idea del collega Bernardi, alla base del progetto era la seguente: allestire un laboratorio di informatica, inizialmente non collegato ad Internet, dove poter esercitarsi sui protocolli tcp/ip, simulare una internet, gestire una lista di posta elettronica, gestire database, simulare un negozio virtuale.

Per poterla attuare abbiamo fatto la scelta strategica (e a quell'epoca meno scontata di quanto possa apparire adesso) di usare un software con il quale poter padroneggiare la situazione senza vincoli culturali, tecnologici e, possibilmente, senza gabelle e con il quale poter crescere "culturalmente", dovendo noi formare successivamente gli studenti.
Naturalmente il software in questione era GNU/Linux e qui non credo sia il caso di approfondire ancora i motivi della scelta, già ampiamente illustrati nei due articoli precedenti.

Siamo quindi partiti nell'autunno del 1997 avendo a disposizione qualche decina di 286 e 386 che la scuola aveva dismesso, 4 Pentium 133, cavo coassiale, schede di rete e "tappi". I primi esperimenti furono condotti con la distribuzione Slackware (ricordo "mitiche" installazioni sui 386 con 50 dischetti da inserire). Quasi subito però passammo alla distribuzione RedHat 4.2 decidendo di installare Linux solo sui Pentium e di utilizzare le macchine più vecchie come terminali equipaggiandole con "Caldera Dos" e con "Dos TCP/IP".

Tralasciando altri dettagli "storici" arriviamo alla dotazione attuale del nostro laboratorio:

aula A con 15 vecchi "286", 4 "386" (più altri 20 "286" di riserva), un Pentium 133, una stampante laser, 2 hub 10/100 da 16 porte, un proiettore collegato al Pentium per fare un po' di "cinema";

aula B con 19 tra Pentium, Pentium II, Pentium III, Celeron, 4 stampanti laser di cui 2 veloci, una stampante a colori, 2 hub 10/100 da 16 porte, uno scanner parallelo.

Le schede di rete sono a 100Mbit sui Pentium e a 10Mbit sulle macchine vecchie; quelle su cui sono installati i servizi più importanti sono alimentate con gruppo di continuità.

Su tutte la macchine di classe Pentium è installata la RedHat 6.2; solo un P.C., per "colpa" dello scanner parallelo, ha il dual boot con un superstite Windows 98.

Sulle macchine maggiormente dotate di memoria Ram (64 o 128 Mb) è installato StarOffice.

Per complicarci la vita abbiamo deciso di installare due reti distinte (a livello di indirizzi IP) con una Linux box dotata di doppia scheda di rete a fare da router; le due reti tra l'altro non corrispondono ai due laboratori in quanto, ad ognuna, appartengono computer fisicamente collocati in entrambe le aule A e B.

Qualcuno potrà chiedersi il motivo di questa scelta un po' bizzarra; la risposta è molto semplice: volevamo fare esperimenti e verificare concretamente alcune delle notevoli potenzialità del software GNU/Linux.

I servizi più importanti installati nella nostra "internet privata" sono: DNS, NIS, Apache, Postgresql, NFS. In particolare, secondo me, va posto l'accento sull'utilizzo del NIS grazie al quale possiamo centralizzare il controllo degli accessi su un'unica stazione. In questo modo ogni studente-utente può collegarsi da una qualunque delle macchine delle due reti e noi "amministratori" non siamo obbligati a definire gli account su tutti i computer. A questo viene poi associato l'utilizzo di NFS grazie al quale anche le "home directory" degli utenti sono mantenute su una sola macchina (per noi la stessa che ha il server NIS, ma non è obbligatorio) e montate su tutte le altre grazie al "netfs".

Quanto illustrato vale ovviamente per i P.C. con Linux; per le macchine vecchie occorre prima di tutto collegarsi, con "telnet" o "ssh" del "Dos TCP/IP", ad una qualsiasi delle stazioni Linux e lavorare da terminale remoto su di essa.

Da qualche mese, inoltre, la scuola si è dotata di un collegamento ADSL ad Internet; anche uno dei nostri hub è stato collegato al router ADSL e possiamo gestire 6 indirizzi IP statici. Vengono usati assegnando ad alcune macchine doppio numero IP sulla stessa interfaccia di rete; in questo modo esse appartengono ancora ad una delle due reti interne, ma sono raggiungibili anche tramite IP statico. Così abbiamo installato un server Web (separato e diverso dal server Web ad uso interno) e registrato un nome di dominio in modo da gestire il sito www.linuxdidattica.org; infine siamo dotati di un server di posta con casella personale per tutti gli studenti e gli utenti in generale (la mia è fulvio@linuxdidattica.org).

Le due reti interne sono protette dalle intrusioni e "mascherate" grazie ad un firewall realizzato naturalmente con "ipchains" su una macchina Linux.

I computer che ospitano i servizi più bisognosi di risorse sono stati potenziati sia a livello di capacità dell'hard disk, sia soprattutto riguardo alla memoria centrale: ad esempio la macchina con i server NIS, NFS, sendmail e Web interno è un Pentium II 350 con due hard disk da 15 Gb (Raid 1) e 256 Mb di Ram; i server Postgres e Web esterno sono su un Pentium III 450 con 64 Mb di Ram e 15Gb di disco.

Per altri servizi invece non sono necessarie macchine particolarmente prestanti; ad esempio il router e il DNS sono su un Pentium 133 con 32 Mb di Ram e lo stesso il firewall. Su queste macchine non è stato installato l'ambiente grafico e non vengono usate direttamente per la didattica.

L'utilizzo didattico

Dopo questa carrellata sull'hardware e sui servizi a nostra disposizione, è giunto il momento di parlare della parte forse più interessante e cioè dell'uso didattico che viene fatto di questi strumenti.

Iniziamo con le macchine più vecchie per le quali qualcuno potrebbe aspettarsi scarse prospettive di utilizzo e che invece vengono brillantemente usate nell'ambito dell'area di specializzazione nella prima parte dei moduli di posta elettronica e di HTML. In una prima fase, infatti, per la posta usiamo client non grafici come "pine" e per i primi esempi di creazione di pagine HTML "vi" è più che sufficiente (ovviamente poi la visualizzazione di quanto realizzato avviene anche su macchine dotate di browser grafici).

Le stesse macchine sono poi utilizzate, con piena efficacia didattica, anche nella normale attività curricolare nell'ambito dell'insegnamento dei comandi di Linux, delle basi della programmazione con il linguaggio PERL e del DBMS: per quest'ultimo viene utilizzato il server Postgres a cui ci si interfaccia con il "psql" in modo testo.

A questo punto è opportuna un'osservazione riguardante l'uso dell'interfaccia a caratteri nell'ambito dell'insegnamento dell'informatica: non siamo nostalgici o "snob", semplicemente riteniamo che l'uso (e l'abuso) di strumenti con interfaccia grafica possa provocare l'occultamento delle logiche di funzionamento degli strumenti stessi. Preferiamo quindi usare prodotti meno amichevoli e gradevoli ma più validi didatticamente; questo non preclude poi la possibilità di passare in una fase successiva a software più "user-friendly".

Il laboratorio più "moderno" viene utilizzato nell'area di specializzazione per poter impiegare client grafici di posta e per la creazione di pagine Web più complesse (anche dinamiche con il PHP) utilizzando anche strumenti automatici come Composer. Al tempo stesso viene proficuamente usato, anche in ambito curricolare, per le attività di trattamento testi e calcolo grazie all'impiego di StarOffice.

Quest'ultimo punto, che può apparire il meno significativo nell'ambito di un progetto didattico rivolto al commercio elettronico, rappresenta invece un passo avanti significativo relativamente alla spendibilità di GNU/Linux e del software libero in ambito scolastico; se infatti in partenza eravamo convinti della bontà delle scelte fatte sul fronte della rete, dei vari server, del DBMS, non osavamo sperare di avere successo anche sul fronte dei programmi per il lavoro di ufficio. Con grande soddisfazione, quindi, abbiamo accolto quest'anno alcuni colleghi insegnanti di trattamento testi che, per la prima volta, stanno usando software libero per attività didattiche in precedenza sempre svolte su piattaforme proprietarie.

Conclusioni

Spero che questa rapida descrizione, di quanto abbiamo realizzato nel nostro laboratorio, sia sufficiente a dimostrare che GNU/Linux ed il software libero si possono usare davvero nella scuola. Sicuramente per farlo occorre avere, oltre ad un po' di competenza, molto tempo da investire e una solida motivazione culturale, visto che i riconoscimenti che si ottengono sono abbastanza scarsi.

Noi comunque il riconoscimento ce lo diamo da soli: siamo convinti sempre di più della bontà della scelta di GNU/Linux in quanto ci permette di lavorare in modo libero, di offrire agli allievi valide opportunità formative e di non essere umiliati in qualità di "piazzisti", non pagati, di software proprietario.

Nelle prossime puntate, di taglio più tecnico, verranno approfondite le tematiche relative alla configurazione e alla gestione di alcuni dei servizi che utilizziamo e di cui abbiamo accennato in questo articolo.

Fulvio Ferroni