INTERVISTA A DANIELE GIACOMINI



Come è nato il tuo impegno in ciò che tu chiami «informatica libera»?


Il bisogno di legalità in ciò che facevo. Quando usavo ancora il sistema Dos, ho cominciato a leggere le licenze e a distinguere. Mi sono accorto così che esisteva il progetto GNU dai programmi che erano stati portati sul Dos. Non disponendo di un accesso a Internet, leggevo queste cose nei CD che distribuivano software gratuito e «shareware». È stato proprio leggendo i documenti contenuti in uno di questi CD che ho trovato il manifesto GNU e ho cominciato ad ammirare l'intento di Richard Stallman.


Quindi hai cominciato a interessarti di software libero già con il sistema Dos?


Sì, ma non era facile. Nell'ambiente degli sviluppatori Dos mancava un punto di riferimento, come invece lo è stato il progetto GNU per i sistemi Unix. È deludente quanto strane e confuse siano le licenze del software gratuito che si trova per il sistema Dos.


La tua opera era nata come «Appunti Linux». Ora è diventata «Appunti di informatica libera». A cosa è dovuto il cambiamento?


Nel 1997 ho semplicemente iniziato a tenere gli appunti delle mie prime esperienze con il sistema GNU/Linux, senza pensare di arrivare a un'opera così grande. Il titolo «Appunti Linux» si è dimostrato presto inappropriato per due ragioni: Il nome «Linux» non è sufficiente per identificare il sistema operativo, perché in tal modo si trascura l'importanza del lavoro sul sistema GNU, senza il quale non ci sarebbero la maggior parte dei programmi di servizio (utility) che sono presenti comunemente in un sistema GNU/Linux appunto; inoltre, non è tanto importante il nome di un sistema operativo, quanto piuttosto il concetto della libertà nell'ambito del software e di tutta la conoscenza in generale.


Pensi quindi che il progetto GNU sia così importante per la libertà informatica?


Sì, perché rappresenta un punto di riferimento chiaro, senza ambiguità verso la libertà. Il problema, prima chetecnico-informatico, è di tipo filosofico: solo il progetto GNU dà una base filosofica valida al software libero, considerando soprattutto i vari aspetti giuridici del problema.


Dove vuoi arrivare con la tua opera? Ci sono argomenti ancora assenti di cui vorresti parlare?


Lo sviluppo dell'opera segue il filo del mio studio. Non ci sono limiti prestabiliti e tutto quello che manca è comunque una carenza. Non ho la possibilità di fare un piano preciso per il futuro; non escludo nulla e, come il titolo suggerisce, non intendo limitare lo sviluppo di questa cosa a un solo sistema operativo.


Qual è la sezione che ti soddisfa di meno?


Tutto è sempre in continua revisione. Rileggo continuamente tutto, a cicli, compatibilmente con il tempo disponibile. Vale la pena di spostare anche solo una virgola se una frase fila meglio. Nulla è soddisfacente in modo assoluto.


GNU/Linux diventerà mai un sistema operativo desktop?


Se per «desktop» intendiamo un sistema operativo per utenti non preparati, credo che questo possa certamente accadere, perché nulla vieta di ritagliare un'edizione di GNU/Linux limitata e semplificata al massimo. Il problema, semmai, è un altro: la libertà informatica richiede preparazione, perché è l'ignoranza di ciò che sta sotto all'apparente semplicità che crea la dipendenza (ovvero la non libertà nei confronti di qualcosa). L'informatica del futuro si evolve in modo sempre più complesso e la diffusa mancanza di preparazione creerà situazioni drammatiche.


Perché hai scelto in particolare la licenza GNU-GPL per la tua opera?


Il mio intento è mettere a disposizione il documento liberamente, cercando di garantire che questa disponibilità venga preservata, anche quando il mio lavoro venisse riutilizzato in altre opere. Attualmente ritengo che la licenza migliore per la mia opera sia proprio la GNU-GPL, soprattutto per le garanzie poste a tutela del sorgente elettronico che deve essere a disposizione.


Trai qualche guadagno diretto o indiretto dalla realizzazione di «Appunti di informatica libera»?


Attualmente non percepisco nessun guadagno, né diretto, né indiretto. In considerazione del fatto che tutto è messo a disposizione senza vincoli nessuno è tenuto a pagarmi alcunché.


Non hai la sensazione che questo nuovo modo di fare le cose potrebbe stravolgere il panorama editoriale?


Finché una cosa non viene imposta, non credo che ci si debba «preoccupare» delle conseguenze di un modo diverso di agire, quando ciò non lede i diritti altrui. In altri termini, non è tanto importante cosa succederebbe se tutti facessero come me; è importante che sia possibile agire così. Ognuno poi fa le proprie scelte in base alle proprie motivazioni.


Ti si può aiutare allo sviluppo dell'opera?


Chiunque produca documentazione libera per la diffusione delle conoscenze relative al software libero fa un lavoro in sinergia con il mio.

L'inserimento di un documento esterno nell'ambito della mia opera ha senso se si vuole raggiungere un'integrazione tra le due cose, ma questa integrazione richiede anche uniformità e coerenza nell'insieme. È molto difficile collaborare con me in questo modo, soprattutto per l'impegno che è necessario nella coerenza stilistica dell'opera. In generale, se qualcuno vuole offrirmi un contributo scritto (ma si tratta di un evento rarissimo), preferisco chiedergli di non pormi alcun vincolo (come spiego nell'introduzione), in modo che io possa farne ciò che voglio in tutti i sensi. Diversamente, il mio lavoro diventerebbe troppo complesso da gestire, tanto che scrivere qualcosa da zero mi costa certamente meno impegno.


Come ti definiresti: un novello San Paolo che folgorato sulla via di Damasco vuole predicare la nuova fede, uno che invece di risolvere rebus passa il tempo libero a fare qualcosa che lo intriga o lo rilassa o un nuovo visionario che sta investendo su qualcosa di non comprensibile a noi umani ma che rischia di farlo diventare un nuovo potente della Terra?


Dare definizioni di se stessi credo che non sia sensato, tanto meno nei termini proposti da questa domanda. La «fede» è un termine che si usa prettamente in ambito religioso. La libertà informatica, nell'accezione più ampia possibile della definizione, non è una fede religiosa; è un'esigenza che si comprende nel momento in cui si fa attenzione a cosa significhi una licenza d'uso, al significato di ciò che appare sotto l'indicazione del copyright di un libro, di un disco musicale, di uno spartito, ovvero, in generale, quando si vuole agire nella legalità e senza sotterfugi.

Che poi ciò che ho fatto non sia giustificabile se non attraverso il filtro di una qualche forma di «pazzia», be', questo ognuno lo giudichi per sé.


Se uno non sa scrivere come può aiutarti? C'è modo di contribuire, anche finanziariamente al tuo progetto?


Per la realizzazione della mia opera, oltre al tempo che vi dedico, sostengo continuamente delle spese: anche solo quelle dei materiali di consumo, come l'inchiostro della stampante, sono un onere consistente per me. È proprio in considerazione di queste spese che mi sentirei di accettare delle donazioni.