Il software e il software libero,
la scuola e l'industria
Alessandro Rubini
Libero professionista,
professore a contratto, università di Pavia
<alessandro.rubini@gnudd.com> <alessandro.rubini@unipv.it>
Salerno, 11 Novembre 2005
ftp://gnudd.com/pub/talks/salerno-0511.pdf
ftp://ftp.linux.it/pub/People/rubini/talks/salerno-0511.pdf
Copyright © 2005 - Alessandro Rubini
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Caratteristiche del software
Oggi sempre più cose si fanno con l'elaboratore
- Questo vuol dire hardware ma soprattutto software
L'informazione e il codice controllano la nostra vita
- Come dice Lessig: «code is law»
L'informazione non è un bene fisico, e il codice:
- È un risultato scientifico
- Può essere adattato alle esigenze
Il software è un servizio
Il mercato oggi gira sui servizi, ed è giusto così
- Il mercato del bene fisico non è sostenibile
Il mercato informatico è fortemente monopolistico
- Questo non è il problema, solo un effetto collaterale
Il lavoro del programmatore
Un elettricista può studiare e modificare l'impianto
realizzato da colleghi
- gli elettricisti guadagnano dal loro lavoro
Un avvocato può studiare e applicare
metodi di colleghi
- gli avvocati guadagnano dal loro lavoro
Un programmatore NON può studiare e modificare
il software realizzato da colleghi
- i distributori di software guadagnano dalla tassa sulla copia
Il programmatore che studia e modifica è un «pirata»
La natura del software libero
Il software libero è un modello per la distribuzione
dell'informazione che aiuta a conservare e ad estendere
il patrimonio intellettuale attraverso quattro garanzie
fondamentali che vengono offerte a tutti gli utenti:
la garanzia di poter usare il software senza limiti,
per qualsiasi scopo
la garanzia di poter studiare il software
e adattarlo alle proprie esigenze
la garanzia di poter replicare le installazioni
la garanzia di poter sempre distribuire le proprie modifiche,
gratuitamente o a titolo oneroso
Nel rispetto del diritto d'autore, cediamo diritti e libertà agli utenti
Nuovo modello organizzativo
Alcuni miti da sfatare
- Non si tratta di software fatto dalla comunità
- Non sono programmi di qualità migliore
- Non è software più sicuro
Il software libero in contesto produttivo, però:
- Richiede nuovi modelli commerciali
- Richiede un diverso approccio alla qualità
- Permette di accedere ad patrimonio di realizzazioni pregresse
- Richiede competenze diverse
- Richiede anche di saper valutare i differenti modelli di licenza
Cosa dice il ministero
Circ. Min. n. 282 24/4/97: Nuove tecnologie, obiettivi
da raggiungere nel loro insegnamento
- cultura necessaria al dominio della tecnologia;
- padronanza delle logiche e delle tecniche di impiego
- per lo sviluppo di una solida professionalità.
In pratica, però, finora poco si è fatto
- si è speso molto per la fornitura di hardware e software proprietario
- è stata creata l'ECDL basandola su uno specifico venditore
- non si è curata la formazione del personale
- il corso FORTIC-A è fortemente monopolistico
- il ministero si fa bello del lavoro indipendente degli insegnanti
l'ECDL attuale è un esame costruito sulla ripetizione pavloviana
di gesti su microsoft office. sostituendo openoffice e mozilla
su linux si riescono ad ottenere risultati equivalenti, ovvero
nessun tentativo di ragionamento autonomo.
(Matteo Valsasna)
I vantaggi competitivi
Per chi usa software per produrre altro
- Indipendenza dal fornitore
- Risparmio sui costi di licenza
- Possibilità di formare personale interno
Per chi scrive software
- Indipendenza dal fornitore
- Maggiore libertà di operazione
- Accesso diretto alla tecnologia
- Possibilità di innovare sull'esistente
Se vende software
- Miglior servizio al cliente e credibilità di lungo periodo
- Modelli economici basati sull'assistenza
- Modelli economici basati sulla personalizzazione
- Modelli economici basati sul marchio
- Modelli economici di stampo assicurativo
Se vende altro
- Indipendenza nelle scelte hardware
Le obiezioni che ci vengono poste
«Dovete usare il software più diffuso nelle case»
«Dovete far conoscere quello che si usa negli uffici»
- La scuola ha lo scopo di educare, non di addestrare
- La scuola non può essere subalterna alle aziende
- L'insegnante ha un ruolo didattico, non è un piazzista
- Quello che si usa oggi sarà comunque sostituito domani
«Il programma L non è professionale come P»
- La scuola deve insegnare vari strumenti
- Andare troppo in dettaglio su uno strumento è controproducente
- Le aziende sono libere di scegliere P, la scuola ha altre priorità
«È necessario P perché tutti usano il formato F»
- Nessuna informazione è rappresentabile in un solo formato
- L'uso di formati standard favorisce l'interoperabilità
Sui formati e sulle norme
"Ogni proposta di legge o regolamento che venga da questa classe deve sempre essere
ascoltata con grande precauzione, e non dovrebbe mai essere adottata se non dopo un
esame lungo e attento, non solo scrupoloso ma anche sospettoso. Tale proposta viene
da una class di uomini il cui interesse non coincide mai esattamente con quello del
pubblico, persone che spesso hanno interesse ad ingannare e opprimere il pubblico e
che lo hanno, in molte occasioni sia ingannato che oppresso."
Adam Smith, "La ricchezza delle nazioni", libro 1, capitolo 11