Perché il software libero non è diffuso nella scuola italiana?
Perché la libertà si paga.
È pur vero che per un insegnante usare il software libero significa
avere la possibilità di scegliere il proprio libro di testo e di
esercitare il diritto della libertà d'insegnamento, ma...
- per scegliere bisogna essere informati (preparati) e consapevoli;
- in alcuni casi bisogna anche dissentire da ciò che viene "calato dall'alto".
E quanti insegnanti hanno scelto con cognizione di causa il software che usano?
E quanti insegnanti sono stati messi nelle condizioni di poter scegliere
il software?
O, forse, è stato imposto loro dal mercato monopolistico
con la scusa "del più diffuso" tramite due passaggi:
- la soggezione dell'autorità (MIUR) al potere della Microsoft esemplificata negli ultimi anni dalle ricorrenti alfabetizzazioni informatiche (Circ. Min. n. 282 del 24/4/1997 e n. 55 del 21/5/2002);
- il timore reverenziale degli insegnanti nei confronti delle inizitive di alfabetizzazione svolte dall'autorità (MIUR).