Rispetto alla moto dalla quale derivano le superbike della domenica in TV, questa 749 ha una R e circa 250 centimetri cubici di cilindrata in meno: uninfinità, roba da 15 secondi al giro come ridere, ma è del tutto normale dato che questa biposto rappresenta appena il secondo gradino della scalata ai vertici della sportività Ducati. Il bello, però, sta nel fatto che una volta grattati via gli adesivi 7, 4 e 9 dalle carene la rossa può essere scambiata in tutto e per tutto con la sorella di maggior cilindrata.
Il telaio è realizzato con una architettura a traliccio in tubi in acciaio altoresistenziale, da sempre firma delle moto che escono dagli stabilimenti di Borgo Panigale. E' una struttura espressamente progettata per lavorare al meglio con il motore della serie Testastretta.
Risponde a severe prove di resistenza alla torsione ed è accoppiato ad un monoammortizzatore Sachs ed una forcella Showa da 43 mm a steli rovesciati: si tratta di due elementi in grado di assicurare al pilota la massima possibilità di intervento sulle regolazioni idrauliche e di precarico, al fine di garantire una precisa ricerca dell'assetto ideale per l'utilizzo su strada o pista.
L'impianto frenante, targato Brembo, rinuncia alle pinze ad attacco radiale, ma fa posto ad una potente pompa radiale che spinge gli 8 pistoncini e le pastiglie ad essi accoppiate a spremere due dischi semiflottanti da 320 mm. Dietro le cose sono decisamente più semplici perché ad una pinza a due pistoncini tradizionale è abbinato un disco singolo da 240 mm.
Come potrete immaginare si tratta di un propulsore particolarmente in grado di assicurare elevate prestazione ed, effettivamente, i dati sembrano confermarlo: 108 CV a 10.000 giri il valore della potenza massima e la bellezza di 8,2 kgm di coppia massima ad appena 8.500 giri.
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