La licenza d'uso proprietaria discrimina l'utilizzatore sotto due aspetti:
Sotto l'aspetto economico perché essendo onerosa esclude chi non è ricco (sia esso un paese intero, una singola istituzione o una persona - insegnante e studente). Tra l'altro quasi mai il software proprietario è accompagnato da documentazione libera.
Sotto l'aspetto culturale perché:
impedisce la ridistribuzione (copia) che in Italia viene punita con il carcere (fino a tre anni!), anche se a fini didattici (legge 248/2000). Si fa presente che la ridistribuzione (copia) della conoscenza è un aspetto determinante dell'insegnamento.
impedisce la verifica del prodotto (ricompilazione), punto cardine della cultura galileiana. Questa caratteristica rende il software proprietario non trasparente e alimenta, tra gli insegnanti e studenti, una cultura "oscurantista e dogmatica" nei confronti della tecnologia informatica.
impedisce l'accesso alla conoscenza (non fornisce il codice sorgente) e l'eventuale suo studio;
tolglie la "libertà di parola" impedendo di padroneggiare la tecnologia (modifica e adattamento) e di "entrare in gioco", cosa riservata solo al produttore-fornitore;
La licenza proprietaria del software umilia la scuola perché, oltre a privarla di ogni libertà tranne quella di usare il software, induce, insegnanti e studenti, alla copia illegale (pirateria del software).
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