Attualmente gli sviluppatori hanno organizzato Debian in tre distribuzioni: stabile (stable), di prova (testing), instabile (unstable). Lo scopo è quello di facilitare il collaudo dei vari pezzi della futura versione della distribuzione stabile, che mediamente è composta da migliaia di pacchetti software.
In questo schema il nuovo software (per esempio, una nuova versione di OpenOffice) viene introdotto nella distribuzione instabile; dopo qualche tempo (circa dieci giorni), se il software funziona bene, viene introdotto anche nella distribuzione di prova. La distribuzione stabile rimane invece sempre uguale a se stessa, subendo solo minimi aggiornamenti per migliorarne la sicurezza, almeno finché non si decide che la distribuzione di prova è abbastanza matura da divenire la nuova versione della distribuzione stabile. In questo caso la distribuzione di prova viene congelata (frozen testing) e non riceve più nuovo software dalla instabile (Fig.1.2) mentre nel contempo si effettuano degli ultimi cicli di collaudo (test cycles) nell'imminenza del rilascio.
Tutte e tre le distribuzioni sono pubblicamente disponibili in rete. L'intuizione che stabilità e sicurezza aumentino andando dalla distribuzione instabile a quella stabile è errata. Infatti, se si verificano delle falle di sicurezza in qualche software, esse sono coperte quasi immediatamente in stable e unstable, mentre testing deve aspettare. Inoltre se qualche programma che è filtrato in testing viene a manifestare dei bachi8, si determina spesso una situazione, a causa delle intricate dipendenze, tale che i bachi in testing resteranno finchè non verrà introdotta da unstable la nuova versione corretta. Questo stato di cose rende la distribuzione di prova la meno usabile e sicura delle tre, tanto che qualcuno ha proposto di renderla non pubblica, per sfruttarla solo per gestire la transizione della distribuzione di prova alla nuova versione della stabile.
Qualunque sia la decisione che prenderete in merito, considerate che la distribuzione stabile è caratterizzata da elevata stabilità e sicurezza, ma tende però ad essere costituita da software piuttosto datato, visti i tempi di rilascio delle versioni stabili (superiori ad un anno, finora). Viene consigliata per le macchine server, ma nulla vieta di usarla su una macchina da scrivania di uso quotidiano; lo svantaggio della vecchiezza del software si può superare ricorrendo a qualche pacchetto non ufficiale compilato per la distribuzione stabile (backport for stable).
Per contro la distribuzione instabile, continuamente aggiornata, è caratterizzata dall'avere sempre le ultimissime versioni del software in circolazione. Viene consigliata per le macchine di uso quotidiano, perché ritenuta più ``divertente'', ammesso che vi diverta stare a smanettare sul computer perchè qualcosa non funziona.
Ogni distribuzione Debian è anche caratterizzata da un nome in codice: quello della distribuzione instabile rimane sempre Sid (Sid è il nome del ragazzo della porta accanto che rompe i giocattoli nel film animazione ``Toy Story'') mentre gli altri nomi cambiano con la successione nel tempo delle distribuzioni stabili e di prova.
E' molto probabile, anzi desiderabile, che abbiate installato la distribuzione stabile9. Se avete dei dubbi, basta andare a guardare cosa c'è nel file /etc/apt/sources.list; dovreste vedere delle righe che contengono la parola ``stable'', simili alla seguente:
Ogni distribuzione stabile è disponibile per molte piattaforme, a ciscuna delle quali corrisponde un corredo di pacchetti software in formato binario e sorgente; attualmente sono trattate quelle descritte in tabella 1.1.
Talvolta potreste infine imbattervi nella ``distribuzione'' experimental: non si tratta di una vera e propria distribuzione, ma di un ambiente in cui gli sviluppatori certe volte pongono dei componenti software che considerano appunto sperimentali; di norma un componente software entra negli archivi Debian direttamente da unstable (Fig.1.2).
Mauro Darida 2006-07-25