Linux in Classe
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La prima volta che sentii
parlare di Linux fu un paio di anni fa, da un amico che aveva un
negozio
di computer e che per telefono mi disse che stava combattendo da ore
con
il suo portatile impazzito sul quale doveva reinstallare tutto. Gli
chiesi che sistema operativo usasse e lui mi rispose : -Windows '98 e
Linux. Gli domandai ancora cosa fosse questo Linux e lui si
limitò a bofonchiare: -Niente, un altro sistema operativo...
A questa domanda forse
ancora oggi non potrei dare una risposta, non perché non sappia
cosa sia Linux, ma perché una risposta sola non basterebbe e
sicuramente persone più esperte e più competenti di me
saprebbero darne una definizione corretta.
Al di là di tutto,
nella storia della mia passione per l'informatica e per la professione
che svolgo, Linux è una soprattutto una scelta, forse
determinata da un desiderio di sfida, di rivoluzione, o magari anche
dal
ricordo del volto di un bambino autistico che non voleva lavorare come
gli altri bambini e che mi chiedeva, non appena mi vedeva entrare in
classe,: -Oggi mi porti al computer?
Perché
un insegnante dovrebbe perdere tempo e fatica per capire il
funzionamento di un sistema operativo così diverso da quello che
comunemente si usa nelle scuole italiane?
Prima di tutto perché si tratta di software libero,
gratuito, che si può liberamente distribuire, copiare,
modificare, installare, senza dover fare i conti con la guardia di
finanza o con le costosissime licenze con le quali certe case
produttrici di software tengono in pugno milioni di utilizzatori di
personal computer.
In secondo luogo perché il corredo di software di cui
dispone non ha nulla da invidiare a quello che di solito si paga, quasi
sempre, a caro prezzo.
E poi, diciamocelo
apertamente, ha delle interfacce grafiche così belle ed
accattivanti...! All'interno di uno stesso sistema operativo si
può cambiare desktop grafico (temi, icone,background,
stili, gestori di finestre, file managers, ecc) in base all'umore che
si ha od in base al tipo di lavoro che si vuol fare. E non parliamo dei
giochi, degli sfondi, dei temi del desktop, degli screensavers
ipnotici...
Con Linux l'utente
controlla la macchina davvero, non accade il contrario come con certi
sistemi operativi di ultima generazione: tutto può essere
riconfigurato e modificato, a seconda delle esigenze dell'utente o
delle
caratteristiche hardware della macchina.
Linux può occupare
lo spazio di un floppy, un intero hd da 10 giga o soltanto la ram.
Può essere installato sull'hard disk, può convivere
pacificamente con altri sistemi operativi permettendo di accedere a
tutte le partizioni esistenti; può girare su un solo cd-rom (le
cosiddette “distribuzioni live” [1], può girare su
macchine obsolete come un IBM Ps/1 486 o su calcolatori ultra potenti,
sulla playstation, sul telefonino e... qualcuno dice che può
anche essere installato sulla lavatrice oppure fare il caffè!
(cfr http://www.pluto.linux.it/ildp/HOWTO/mini/Coffee.html
)
Ottimo come server,
workstation, postazione multimediale, firewall, soddisfa tutte le
esigenze: dalle più semplici alle più complesse.
Io ne ho fatto una
postazione didattica ideale, pronta a realizzare i progetti più
ambiziosi di un ministero della P.I. che assicura agli utenti
scolastici
l'introduzione dell'informatica nei primi due anni della scuola
primaria [2], installando, su un vecchio P233, la Slackware 9.0
e su un P266 salvato dalla rottamazione, la eduKnoppix 1.1.1.
Con Linux, inoltre, i dati
personali sono maggiormente al sicuro, sia dai comuni worms che
infestano le macchine windows connesse ad internet, sia da eventuali
accessi indesiderati alle nostre cartelle personali. Trattandosi
infatti
di un sistema multiutente, ogni utente può disporre di una
propria “home” (directory) personale che può rendere
inaccessibile sia in lettura che in scrittura agli altri, garantendo
realmente l'inaccessibilità di file e
di cartelle.
L'hard disk non necessita
di deframmentazione e di scansione; di antivirus se ne può fare
a
meno, a patto di prendere alcune precauzioni (evitare di navigare come
root, per esempio). È raro che una macchina Linux si pianti, a
meno che non ci siano conflitti hardware, al limite alcune applicazioni
possono bloccarsi, ma è sufficiente terminarle con il comando
“kill” da console o con il tool grafico “Xkill”, senza dover riavviare
il sistema.
Con Linux si può
operare sia da interfaccia testuale (console), sia da interfaccia
grafica (desktop con gestori di finestre) senza dover riavviare la
macchina in modalità “dos”. Operando da riga di comando, si
può utilizzare il mouse, ascoltare musica, vedere filmati,
lavorare con programmi di grafica (ImageMagick, tipo Paint Shop Pro),
visualizzare e manipolare immagini in formati vari, editare file di
testo, lavorare sui fogli di calcolo, navigare su internet con browser
testuali, collegarsi ai siti ftp, giocare, usare la posta elettronica e
tanto altro ancora, senza dover avviare l'interfaccia grafica ( X
Window
System). [3]
Con Linux si ha
l'impressione di entrare a far parte di un altro mondo, popolato di
nuovi orizzonti, dove persino la terminologia informatica appare
diversa. Ovunque riecheggia la parola “Open Source”, alla quale si
può aggiungere “trasparenza” e “libertà”. Poter prelevare
liberamente un software da internet, visionarne il codice sorgente,
modificarlo, copiarlo, installarlo, regalarlo è prima di tutto
un
atto di libertà, ma anche un gesto di liberalità e di
democrazia, poiché non tutti possono permettersi di pagare le
costose licenze di software di sistema e di software applicativi. Con
Linux non c'è il rischio di riservare l'uso del pc solo a chi
può pagare le costosissime licenze software , che di fatto
mantengono incrollabile il monopolio imperante ed inquietante di alcune
grandi case. Linux non ha costi e la sua quasi totale gratuità
rende inutile il proliferare della pirateria informatica.
La libertà sta anche
nel permettere all'utente di decidere quale distribuzione scegliere per
la sua rete Lan o per la sua workstation, di accedere al codice
sorgente
del suo sistema operativo e di modificarlo opportunamente.
Inoltre, l'utente
linuxiano alle prime armi non si troverà mai da solo ad
affrontare le novità del mondo Open Source: ci sono migliaia di
pagine di manuali sparse nel web da leggere in tutte le lingue; forum,
mailing list, canali di chat frequentati da utenti pronti ad aiutare i
più inesperti a risolvere eventuali problemi legati
all'installazione od alla configurazione del nuovo sistema operativo.
“Last, but not least”, per l'educatore che crede nel principio
democratico delle pari
opportunità per tutti, della libera diffusione delle idee e
degli
strumenti di sviluppo, l'uso del software libero ed aperto potrebbe
diventare una magnifica metafora con cui far riflettere i ragazzi
sull'importanza di operare secondo scelte consapevoli anche nell'uso
del
personal computer.
Esiste il software libero,
esiste il Progetto GNU/Linux, esiste la possibilità di dire “No,
grazie” a chi vuole imporre il “suo” mercato, con mezzi a volte anche
illeciti o sleali, perchéallora non
informarsi/formarsi per poter in seguito dare una possibilità di
scelta anche ai nostri ragazzi? Evitiamo, insomma, di diventare
inconsapevoli agenti di commercio di note aziende americane e
cominciamo
a cambiare quel monotono e triste scenario fatto di “finestre e
bandierine svolazzanti”...
È questo il bello di Linux: ci si accorge che nell'ambito informatico non si finisce mai d'imparare, che ci sono nuovi campi da esplorare o delle funzionalità che non si erano avvisate in precedenza. Fu una vera sorpresa per me quando, abituata alla rigidità del vecchio dos, scoprii che potevo manipolare immagini, suoni e video da console, semplicemente dando pochi comandi, come quasi per magia!
Note |
[1]: Si tratta di
distribuzioni contenute in un solo cd, che non
necessitano di installazione su hard disk, poiché sfruttano la
ram. Per utilizzarle è sufficiente modificare dal bios la
sequenza di boot della macchina, in modo che parta direttamente da cd
rom invece che da floppy o hard disk (cfr Cap. 4). [2] http://www.istruzione.it; http://www.cgilscuola.it/moratti/sperimentazionemoratti/indicesperimentazione.htm [3] Esistono delle tabelle comparative tra sw proprietario e sw open source presso: http://linuxshop.ru/linuxbegin/win-lin-soft-italian |
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