di Scomparin Erika
Libertà di espressione, libertà dell’individuo: un rapporto strettamente collegato. Già nel ‘700 con la nascita dell’Encyclopédie gli intellettuali del tempo iniziarono la loro lotta contro una società chiusa nelle righe delle Sacre Scritture e nelle mani della potentissima chiesa cristiana che grazie ai Gesuiti impedì per diverso tempo la pubblicazione del libro stesso. L’Encyclopédie è stata la raccolta più ricca di cui l’uomo abbia mai potuto servirsi. Ogni argomento, anche se non condiviso dagli enciclopedisti, venne trattato in maniera completa ed esauriente senza censure o limitazioni con grande rispetto e fascino. In questo “libro” è il lettore che con la sua mente, attraverso dei ragionamenti logici, trae l’informazione che gli serve per capire un determinato argomento
È chiaro quindi come l’Encyclopédie sia segno di libertà d’espressione. Oggi è ancora così?
La risposta a questa domanda non è semplice da trovare. Con gli anni il metodo di apprendimento, di espressione si è perfezionato, affinato sia nel linguaggio che nei gesti. Ma come il metodo di apprendimento anche la capacità di condizionamento si è fatta sottile, talmente arguta che non riusciamo più a distinguere quando questa agisce su di noi; eppure basta guardarci attorno, nelle realtà più semplici per rendersi conto di come questa prema sulla nostra libertà. È sufficiente un’opinione negativa su un abbigliamento o pettinatura per farci cambiare modo di vestire o di pettinarci. Questo esempio è molto banale, ma se venisse rapportato all’informatica? Il problema allora arriva a livelli mondiali. Come dice Roberto di Cosmo nell’intervista rilasciata al programma televisivo “Mediamente” della RAI, il potere informatico è potentissimo e “la vera ricchezza sarà il controllo dell’informazione”.
Il candidato che ha più possibilità di diventare il detentore dell’informatica mondiale è Bill Gates che ha nelle sue mani il controllo su tutti gli elementi della catena di distribuzione dell’informatica. Un mondo condotto da una sola testa in cui prevalgono le idee e i pensieri di quella sola persona ci porterebbe ad essere facilmente soggiogabili da quelle stesse idee senza rendercene conto. Questo avviene anche se in modo diverso, ai tempi nostri, basti pensare a quando andiamo ad acquistare un computer la prima cosa che facciamo è installare prodotti Microsoft. Sappiamo perfettamente che questi tipi di programmi relazionati alla nuova tendenza di Linux perdono moltissimi punti per una serie di ragioni estremamente valide e verificabili, eppure preferiamo continuare a usare i vecchi programmi scarni di tecnologia ed infinitamente costosi. Questo avviene perché nella nostra mente Microsoft è abbinato all’informatica e questa uguaglianza è talmente radicata in noi da non ammettere altre soluzioni.
Ecco come il problema degli enciclopedisti del ‘700 può essere riproposto come tematica attuale, ed inserita nel campo specifico dell’informatica, sostituendo Diderot a Stallman e i Gesuiti a Bill Gates. Come tre secoli fa la laicizzazione della cultura espressa da Diderot fu ostacolata dall’ “ottusità” della mente cristiana dei Gesuiti, oggi Stallman si vede sbarrare la strada dal potente “impero” di Bill Gates. Altra coincidenza che può sostenere la mia tesi è l’ “ignoranza” dei destinatari sia dell’Encyclopédie che di Linux. Nel ‘700 queste lacune erano dovute più che altro dall’elevato tasso di analfabetismo che non era dovuto alla volontà della gente di non imparare, ma all’impossibilità di dare istruzione. Oggi invece questa tendenza all’ “ignoranza” è data dalla pigrizia dei destinatari che hanno le possibilità di studiare e di apprendere ma che non sono interessati a questa possibilità. È più facile preparare la stessa torta infinite volte piuttosto che cambiare ricetta. È più facile vedere la stessa schermata con gli stessi comandi che impararne di nuovi. L’afflosciarsi sulle conoscenze che già sono in possesso dell’individuo è la nostra teoria di vita. Con questa riflessione voglio concludere dicendo che nel mondo in cui vivo la mia libertà di espressione è ancora libertà dell’individuo, ma che però muri sempre più spessi stanno restringendo le nostre capacità decisionali in tunnel predefiniti non da noi, ma da altri.
di Nadia Bardi
Per l’uomo, la libertà di espressione è sempre stata uno dei mattoni fondamentali che creano la sua libertà individuale. La libertà di espressione, nel Settecento ha sempre subito furti e restrizioni che limitarono di conseguenza la libertà dell’individuo.
L’Encyclopédie, all’epoca, fu uno dei primi strumenti che permise all’essere umano di esprimere ciò che pensava, formulando le proprie opinioni, leggendo delle informazioni senza essere condizionato da opinioni di altri.
Proprio per il modo di esprimere i concetti in maniera laica ed empiristica, gli enciclopedisti furono molto contrastati dai Gesuiti, braccio destro della Chiesa, che cercavano di limitare la cultura soltanto a coloro che sapevano leggere, indebolendo così la libertà di pensiero e inoltre cercarono più volte di limitare la stampa di questi testi ritenuti irreligiosi, trasformando questo non solo in uno scontro di carattere culturale ed editoriale, ma anche politico.
Diderot, uno dei principali ideatori dell’enciclopedia, affiancato da D’Alembert sosteneva l’importanza del metodo enciclopedico perché descrive la realtà seguendo il modo empirico, rafforzando la capacità dell’uomo a esprimere ciò che pensa.
Proprio dopo l’uscita dell’Enciclopedia e
l’approccio più generalizzato e democratico con i saperi,
nel XVII secolo, il giornale si diffuse a macchia d’olio prima
in Inghilterra e poi negli altri paesi del continente europeo
rafforzando ancora di più la libertà di pensiero
individuale e di conseguenza anche l’opinione pubblica.
Oggi
queste libertà si sono profondamente radicate nella
società grazie alla sempre maggiore diffusione dei mezzi
d’informazione come la radio, e la televisione e alla nascita e
alla diffusione di uno strumento più sofisticato come Internet,
l’accesso al mondo dell’informatica.
Tutti questi sistemi di comunicazione racchiudono però in sé un grosso pericolo: ci danno la sensazione di essere liberi di poter scegliere, ma non è così. Senza esserne consapevoli, siamo telecomandati da chi detiene il controllo di questi canali riuscendo così a stabilire quali saranno ad esempio i programmi di tendenza oppure, come nel settore dell’abbigliamento, le varie mode con la conseguenza della parziale standardizzazione della società.
Lo stesso genere di controllo ha cercato di applicarlo anche Bill Gates con il suo sistema informatico Microsoft, tentando di controllare così tutta la sequenza di distribuzione dell’informatica e creando quindi un suo monopolio. In questo modo però ha limitato enormemente le libertà dell’individuo, negandogli la possibilità di scegliere ad esempio l’acquisto e l’utilizzo di un PC o di un semplice sistema applicativo.
E’ molto importante, quindi che ci sia un’alternativa al sistema come quelle proposta da Stallman, con il suo programma “GNU/LINUX” che a differenza di Microsoft, concede tutta le libertà (di studio, di copia, di modifica ,ecc.) e non controlla in maniera oppressiva i propri utenti.
Si può quindi affermare che se dal Settecento ad oggi, la libertà di espressione dell’individuo ha trovato un enorme sviluppo per quanto riguarda i mezzi e la sua diffusione capillare, rimane comunque e per certi versi si è rafforzata la potenza dei controllori dell’informazione. E questo è un problema che ritengo difficilmente risolvibile.
di Tamara Reato
Esiste una relazione fra la libertà di espressione e la libertà dell’individuo?
Per cominciare, bisogna precisare che cos’è la libertà d’espressione e come si esplica: potremmo definirla come linguaggio, o meglio come un modo di trasmettere informazioni, attraverso libri, giornali, televisione, Internet , ecc.
Proprio nel Settecento, con la diffusione del giornale e con la pubblicazione dell’Encyclopédie, la libertà di espressione ebbe un incremento notevole. La stampa diventò allora uno strumento attraverso il quale il cittadino, ancora adesso, può interessarsi a ciò che accadde nel mondo per poter poi farsi un’opinione personale in proposito.
Nonostante ciò non potremmo definire l’Encyclopédie come un’opera di massa perché non poteva ancora rivolgersi alla grande opinione pubblica. Potremmo però parlare di un’opera collettiva dell’Illuminismo francese che si affermò come un segno di diffusione dei lumi sentiti dagli intellettuali come il mezzo per liberare il mondo dalla superstizione, dall’ignoranza e dall’intolleranza.
Ma parliamo ora della libertà d’espressione dei giorni nostri.
La caratteristica principale della società in cui viviamo è il controllo dell’informazione in quanto tutto ruota intorno ad essa. Non è però soltanto con la proprietà di catene di giornali o di reti televisive che si esercita il controllo sull’informazione, ma anche in modo più sottile gestendo gli strumenti che stanno alla base della stessa comunicazione più avanzata.
E’ proprio in questo sistema la Microsoft, con il suo proprietario Bill Gates, ha cercato di avere un potere assoluto su tutti quegli elementi di distribuzione dell’informazione negando, di fatto, alle persone la possibilità di scegliere, in quanto non rispetta la libertà di conoscenza dell’informazione.
Mi spiego meglio: spedire ad esempio allegati Word è un “rischio” perché esso include normalmente delle informazioni nascoste sull’autore e pone in grado, chi lo sa, di curiosare nelle attività altrui. In realtà bisognerebbe che tutti siano posti in grado, se lo vogliono, di conoscere “quello che ci sta dietro” senza problemi.
A questo problema risponde la proposta di Stalman che ha creato un software libero, basato su principi opposti a quelli della Microsoft e cioè gratuità, possibilità di copiare, di conoscere, studiare e modificare il programma. Questo potrebbe far pensare che un software di tal genere non abbia una licenza, come quelli prodotti dalla Microsoft, invece ci si sbaglia! Molte persone hanno dovuto faticare moltissimo per creare la Licenza Pubblica Generica che concedesse tutti i principi sopra citati e che proteggesse la libertà del software su cui è applicata.
Ma perché è così importante la licenza? Essa è un documento che concede determinate autorizzazioni ed è distribuito assieme a ogni programma, proprio per questo è molto importante.
Concludendo posso affermare che qualsiasi espressione induce l’individuo a pensare, riflettere e, anche, crescere, condizionandolo di conseguenza, perciò ritengo che la libertà dell’individuo sia condizionata moltissimo proprio dalla libertà d’espressione.
di Luca Marchisano
L’uomo è l’essere più intelligente che si trovi sulla superficie terrestre ed è proprio grazie all’intelligenza che lo distinguiamo dagli animali che usano solo l’istinto per vivere, ma forse hanno un pregio in più: essere liberi
Cosa intendiamo noi per libertà? Essere liberi significa fare quello che si vuole senza rispondere delle proprie azioni a nessuno senza dire: “Dove vai? Cosa fai?”, insomma senza controllo.
Ma questa libertà che noi professiamo tanto, esiste o è solo un’utopia? Nei secoli questo argomento è stato tanto discusso, ci sono state guerre per la libertà, ma solo negli ultimi anni del ‘700 questo problema è stato dibattuto nei termini più vicini a noi, cioè legato alla conoscenza e all’informazione sempre più di massa.
Potremmo dire che si è passati da Diderot a Stallman, dall’Enciclopedia vista come documento trasgressivo, laico ma allo stesso tempo rivoluzionario che metteva alla luce tutto il sapere dell’epoca fino a Linux ed alla nuova frontiera dell’informatica.
Ma, se la libertà è una costante dell’uomo, anche il controllo su di essa cresce e nasce il problema di esprimere le proprie idee a tutti attraverso l’unico mezzo possibile: la comunicazione con le quale i pensieri circolano e possono trovare riscontro nelle altre persone.
Se il giornale nel ‘700 diventa uno strumento in cui l’opinione pubblica si riconosce cresce e dibatte, Internet nel Terzo Millennio è il riferimento per la comunità pensante a livello globale.
Ma siamo liberi? In realtà ai nostri giorni esiste un controllo più potente della Santa Inquisizione: le multinazionali come la McDonald’s, la Nike, e la Microsoft comandano il mondo finanziario e ci impongono dei dogmi precisi, limitando la nostra libertà. Questo è ancora più valido in campo informatico dove il controllo è più potente e subdolo poiché agisce direttamente sugli strumenti della comunicazione obbligando all’uso di certi programmi piuttosto che altri.
Proprio in questo specifico campo si sta combattendo una dura battaglia tra Stallman e Bill Gates: Stallman, come un moderno Diderot, ha deciso di sfidare le multinazionali e scoprire, inventare ed informare liberamente. Cerca di aprire la mente portando idee nuove che scardinino la chiusura effettuata dalla Microsoft.
E ritorniamo al punto di prima: la comunicazione è l’elemento che serve per essere liberi e chi controlla la comunicazione controlla e limita pesantemente anche la nostra libertà individuale.
di Eva Grespan
Se non hai ancora risposto a questa domanda questo breve articolo potrà esserti d’aiuto.
Già a partire dal Settecento si sviluppò l’Encyclopédie, strumento fondamentale per la circolazione delle idee. Sempre nel Settecento il giornale diventa uno strumento in cui l’opinione pubblica si riconosce, cresce, dibatte.
La possibilità di utilizzo di entrambi questi strumenti culturali era però limitata solo alle persone alfabetizzate e ciò è di grande peso se si pensa che leggere invitava a riflettere sulle questioni di cui un cittadino deve interessarsi e su cui deve farsi un’opinione.
Facendo un passo avanti fino ai giorni nostri il problema non è risolto perché a mio parere continuiamo ad essere sempre controllati e condizionati.
Ma chi ci condiziona e ci controlla? E in che modo lo fa?
Questo grande potere lo detiene chi crea, chi distribuisce, chi controlla e censura l’informazione.
Uno di questi poteri è sicuramente detenuto dalla Microsoft che ha fatto il possibile per essere al centro, nella posizione di controllare cioè tutti gli elementi della catena di distribuzione dell’informazione. Bill Gates, ad esempio, è arrivato a comprare i diritti di un’enorme quantità di documenti fotografici storici, non accontentandosi ha cercato (per fortuna senza riuscirci) di acquistare i diritti delle immagini dei quadri esposti al museo del Louvre di Parigi.
L’impressione quindi che ne deriva è che tutto sia controllato: i documenti che verranno utilizzati per essere trasmessi, i mezzi attraverso i quali si trasmettono questi documenti, i calcolatori grazie ai quali noi tutti possiamo accedere a questi documenti stessi.
Nemmeno le imprese dei telefonini possono sognare qualcosa di simile!
Il sistema è talmente controllato che siamo messi in soggezione al solo pensiero. Ci sentiamo quasi delle nullità di fronte a apparati così forti e potenti.
E’ questo che affermano in numerose interviste due guru del software libero: Roberto Di Cosmo e Stallman che mette particolarmente in luce gli svantaggi del sistema Microsoft che con il copyright non permette lo studio, la conoscenza, l’adattamento alle nostre esigenze, la possibilità di migliorare il sistema stesso.
Dopo aver letto questo articolo ti senti così sicuro della tua libertà di espressione?
Probabilmente no! Penso quindi che l’unica libertà di espressione si trovi in un pensiero che rimane però chiuso nella nostra mente dove nessuno ci può controllare e dare regole.
Oppure no?
di Lisa Gobbo
Di fronte ad un argomento di questa portata le domande che ci poniamo sono: “Quanto pesa il poter esprimersi sulla libertà individuale?” e “Quanto pesa il potere di chi controlla sulla libertà del singolo individuo?”
Proprio a questo proposito possiamo risalire fino al Settecento quando l’Encyclopédie diventò uno strumento attraverso il quale l’opinione pubblica si riconobbe e riuscì a crescere anche attraverso il confronto e la discussione. Proprio la pubblicazione periodica, accessibile a tutti e nata in quel periodo, spinse a meditare sulle questioni di cui un cittadino deve interessarsi e su cui si deve fare un’opinione.
Denis Diderot a questo proposito dice: “Ogni volta che un pregiudizio nazionale meritasse rispetto, converrebbe nell’apposita voce, esporlo rispettosamente con tutto il suo corteo di verosimiglianza e di fascino; ma poi far crollare l’edifizio di fango, spazzare via un vano mucchio di polvere, col rinviare agli articoli ove solidi principi servono da fondamento a verità opposte. […] Questo modo di disingannare gli uomini agisce rapidamente sui buoni ingegni; e agisce infallibilmente e senza fastidiose conseguenze, segretamente e senza rumore su tutti gli animi. […] E tale carattere consiste nel cambiare il modo di pensare comune. L’opera che produrrà un effetto così universale potrà essere realizzata imperfettamente, l’ammetto, ma il suo piano e il suo fondamento saranno eccellenti.” In altre parole, Diderot riteneva corretto riportare nell’Encyclopédie tutte le opinioni della gente perché le rispettava, ma scriveva anche ciò che pensava lui. Stava poi al lettore credere ad una versione oppure ad un’altra.
Veniamo però ai nostri giorni: in un’intervista recente Roberto Di Cosmo afferma che: “La vera ricchezza sarà il controllo dell’informazione” riferendosi in questo caso a Bill Gates che ha fatto di tutto per mettersi in posizione di controllo sorvegliando e controllando tutto, addirittura le trasmissioni delle nostre informazioni e ciò è una cosa “pazzesca”.
Purtroppo però la libertà di esprimersi non c’è mai perché la libertà dà “fastidio” a molte persone e di conseguenza queste ultime fanno di tutto pur di negarcela: più o meno come nella vita di tutti i giorni!
di Lisa Giacomin
La libertà di espressione può essere considerata come segno della libertà dell’individuo. Fin dal Settecento questo è un concetto chiaro tanto che Diderot, a proposito dell’Encyclopédie, la sua opera, in sintesi afferma che bisogna esporre le ragioni delle cose quando ce ne sono, indicare le cause quando sono note, indicare gli effetti quando sono certi, dimostrare la verità, svelare gli errori, screditare i pregiudizi, insegnare agli uomini a dubitare e ad aspettare, distruggere l’ignoranza, apprezzare il valore delle conoscenze umane, distinguere il vero dal falso. Sostiene inoltre che se un pregiudizio nazionale meritasse rispetto, converrebbe esporlo rispettosamente con tutto il suo corteo di verosimiglianza e di fascino.
Nasce così la pubblicazione periodica accessibile a tutti gli alfabetizzati e che invita a riflettere sulle questioni di cui un cittadino deve interessarsi e su cui deve farsi un’opinione. Diderot così inseriva nell’Encyclopédie il modo di pensare della gente, le loro opinioni, scriveva sia dei fenomeni comuni sia di quelli straordinari, coglieva la causa generale degli avvenimenti e prendeva ciascuna cosa per quella che era.
Al contrario di oggi, come si può leggere in un’intervista fatta a un famoso informatico, Roberto di Cosmo. Gli è stato domandato se è giusto dire che oggi chi detiene il controllo sull’informazione ha un enorme potere sociale, economico e anche politico. Di Cosmo ha risposto che la vera ricchezza futura sarà il controllo dell’informazione e che non è un caso che una potenza economica come la Microsoft abbia fatto tutto il possibile per essere in posizione di controllo su tutti gli elementi della catena di distribuzione dell’informazione attraverso vari accessori.
Inoltre, sostiene che Bill Gates ha comprato i diritti di un enorme quantità di documenti, ma non è riuscito ad acquistare i diritti elettronici, quindi si capisce che è controllato assolutamente tutto: i documenti che verranno utilizzati per essere trasmessi, i mezzi attraverso i quali si trasmetteranno questi documenti, i calcolatori grazie ai quali vi si potrà accedere, insomma, questo tipo di controllo dell’informazione non si era mai visto.
Rispetto alla crescita esponenziale di questo fenomeno ritengo molto interessante la risposta data dalla creazione di un software libero. Stallman, uno dei teorici di questa pratica, ritiene di fondamentale importanza il fatto che le persone che utilizzano un software siano libere di modificarlo, copiarlo, usarlo, aggiungere le proprie considerazioni; per questo ha creato un sistema libero e ha introdotto programmi che si adattavano alle esigenze dei clienti, quindi è totalmente in contrapposizione con Microsoft che manda alle persone documenti word costringendoli ad usare il proprio programma.
Concludendo, la Microsoft difende la legge contro la copia e nega agli utenti Internet la libera circolazione di materiali e informazioni perché le potenti lobby delle case editrici hanno il controllo su tutto.
In ultima analisi la libertà di espressione è negata perché c’è sempre qualcuno che sercita comunque il controllo su di essa.
di Lisa Furlan
Essere libero al giorno d'oggi cosa significa? La risposta più adeguata a tale quesito può essere data solo con l'insieme delle idee di ogni singolo individuo.
Secondo il mio pensiero "libertà" significa poter crescere circondata da persone che mi vogliono bene, avere la possibilità di ricevere una buona istruzione, poter uscire quando ne sento il bisogno, potermi difendere dalle ingiustizie ed essere in grado di amare chi desidero e nel modo che ritengo più giusto. Non ho mai riflettuto però se la libertà di espressione totale sia il tassello mancante alla libertà individuale.
Tale libertà non è sicuramente da sottovalutare, infatti, l'interesse verso essa e in particolare nella forma di espressione scritta non è presente solo in questi anni, ma si è inizialmente manifestato tra la fine del Seicento e durante il Settecento, attraverso la nascita del giornale e l'Encyclopédie.
Nel primo caso siamo di fronte ad un fondamentale strumento per la crescita dell'opinione pubblica e per fornire la possibilità a tutti gli alfabetizzati di riflettere sulle questioni di cui un cittadino attento deve interessarsi. L’Encyclopédie invece, non si rivolse alla grande opinione pubblica, ma fu un'opera che permise di dare la possibilità di manifestare liberamente le proprie opinioni ai migliori intellettuali europei.
Da quel tempo a oggi il bisogno di esprimersi ha continuato ad essere fondamentale per un numero sempre crescente di persone e ormai la libertà di opinione è diventata una necessità ineliminabile perché senza di essa non esisterebbe dibattito di idee e cultura.
Ed è per questo motivo che sono d’accordo con Roberto Di Cosmo che, in un'intervista rilasciata alla Rai, afferma: "Chi detiene il controllo sull'informazione ha un enorme potere sociale, economico e politico". Costoro hanno un enorme peso perché le loro informazioni e considerazioni arrivano in tutto il mondo (un esempio è attraverso Internet) e condizionano le idee degli individui, che invece di continuare a pensare con la propria testa sono suggestionati dalle idee degli altri.
Ma c’è un altro fattore che ritengo importante da mettere in evidenza: chi detiene il controllo sull'informazione rispetto a me ha la grande possibilità di diffondere il proprio pensiero, qualunque esso sia e in qualunque forma. Non voglio affatto togliere l'importanza a chi la merita, a chi rispetto a me può alzarsi al mattino, elaborare un pensiero e vederlo poi stampato e diffuso, ma non mi pare giusto e proporzionato il fatto di togliere alla stragrande maggioranza degli individui anche la minima possibilità di esprimersi e di diffondere ciò che si pensa.
In conclusione quindi, chi possiede l’informazione dovrebbe continuare ad esprimersi, a far arrivare idee ed informazioni alla comunità, a sviluppare cultura portando avanti dignitosamente il proprio ruolo senza prevaricare chi non possiede una libertà di espressione ampia rispetto a chi ha il potere informatico. Solo così potremmo sentirci comunque individui liberi.
di Lisa Florian
La libertà dell’individuo è strettamente legata alla propria libertà d’espressione: già dal periodo illuminista, i migliori intellettuali scrissero l’Encyclopédie per contraddire le strettissime e rigide regole della chiesa. Diderot, a proposito dell’Encyclopédie, affermava che all’interno dell’opera tutte le idee venivano trattate, rispettandole, anche se non erano condivisibili da tutti, ma affiancandole con l’esposizione delle idee degli autori quindi era il lettore che aveva la libertà di crederci o meno.
A mio parere la “regola” di Diderot sintetizza la libertà di pensiero d’ogni uomo, ma sottende anche un grave pericolo: la confusione all’interno della società, perché non si sarebbe stati più certi di niente o di nulla e avremmo dei dubbi se credere alla realtà o meno.
Ma secondo voi oggi è ancora possibile applicare la “regola” di Diderot?
La risposta è molto semplice, basta guardarci attorno: con gli anni tutto si è modernizzato e la volontà di ognuno di noi è stata soffocata dalla volontà dei media, dalla società, da qualsiasi altro fattore, anche quello informatico. Se non si è alla pari degli altri si è considerati “diversi”, non si può avere libertà d’espressione, ma si deve seguire la volontà degli altri.
Anche nell’informatica siamo indirizzati verso un modello di questo genere, noi siamo soggiogati dai computer e dai mille dati che li compongono. Sono quindi d’accordo con quanto affermato da Roberto di Cosmo: “Chi detiene il controllo dell’informatica, ci può manovrare, esso possiede il potere economico, politico e sociale”.
Colui che è riuscito a fare tutto questo e a mettersi al centro è Bill Gates con la sua Microsoft: egli è riuscito ad avere il controllo su tutto e su tutti gli elementi di distribuzione dell’informatica.
Comprando un computer non abbiamo la libertà di scegliere o meno Microsoft perché il suo si è imposto sopra ogni altro sistema.
Questo comportamento è completamente il contrario del sistema Linux, un sistema libero che è quindi possibile associare ad una persona libera. Con Linux possiamo dire di trovarci di fronte ad una forma moderna dell’Encyclopédie quasi che si potesse dire: “Se sei fedele a Bill Gates e preferisci far scegliere gli altri al tuo posto ti associ a Microsoft, altrimenti ti unisci a Linux.”
In questa situazione di forte monopolio però, la libertà individuale sta lasciando il posto ad una libertà condizionata, senza autonomia decisionale. Non abbiamo più due o più sentieri di scelta, ma uno soltanto che ci limita nell’espressione delle nostre idee perché, se proviamo a fare qualcosa di diverso, qualcuno ce lo nega imponendoci le sue idee e le sue scelte obbligate.
di Doro Francesca
Dal Settecento ad oggi le modalità di espressione si sono notevolmente evolute passando dall’Encyclopédie ad Internet.
Da sempre l’individuo ha cercato la propria totale libertà arrivando nel Settecento a creare il giornale, il primo vero strumento della libertà di espressione.
Con la pubblicazione del giornale si invita a riflettere tutti gli alfabetizzati facendo loro nascere un interesse e un’opinione. Con il tempo questo fenomeno si sviluppò sempre più creando mezzi di comunicazione più efficienti e veloci, consentendo inoltre l’espressione delle idee di gruppi o culture minoritari, che in altri tempi non avrebbero potuto raggiungere in alcun modo l’opinione pubblica.
Secondo me è vero che la libertà di espressione è la libertà dell’individuo in quanto è importante poter dire ciò che si pensa quando lo si desidera. Confrontare le proprie opinioni, i propri pensieri è importante anche per imparare e conoscere meglio altre persone.
Molte volte perciò non sarebbe utile rimanere sempre nelle nostre idee senza ascoltare le opinioni altrui, in quanto ascoltando si possono vedere i diversi lati della cosa in questione imparando che non tutto è sempre così bianco o così nero come si sarebbe immaginato.
Con i moderni mezzi di comunicazione, sempre più rapidi e veloci l’accesso all’informazione diventa una risorsa fondamentale della società moderna tanto da far definire quest’ultima “società dell’informazione”. Nella realtà d’oggi accanto ai beni materiali si stanno affiancando informazioni, immagini, realtà multimediale e processi virtuali. Con la continua evoluzione siamo passati dal primo giornale disponibile a tutti gli alfabetizzati, ai moderni mezzi computerizzati utilizzabili, almeno nelle loro basilari funzioni, da tutti. Con i computer si possono eseguire migliaia di funzioni: dallo scrivere a spedire e-mail o navigare in Internet, per divertimento o per trovare qualsiasi cosa. Oltre alla possibilità di comunicare queste nuove tecnologie ci offrono moltissimi vantaggi pensiamo per esempio alle e-mail che ci permettono di comunicare in pochissimo tempo e con bassissimi costi a qualsiasi distanza.
L’unico lato negativo dei mezzi di comunicazione, dai giornalisti al computer, è che sono gestiti da grandi potenze e pertanto non possiamo varcare determinati limiti da loro imposti come afferma nell’intervista Stallman: ”..mandare alle persone documenti Word spinge a usare software Microsoft, e aiuta a negare loro la possibilità di scegliere.”
In realtà gli utenti avrebbero la possibilità di scegliere tra programmi come Word della Microsoft messi in circolazione da Bill Gates per sfruttare economicamente chi li utilizza e Linux, messo in circolazione la Linus Torvalds in Internet per permettere a tutti di conoscerlo, modificarlo e copiarlo, ma purtroppo Linux è poco conosciuto.
Secondo me la libertà di espressione è molto importante e pertanto questi limiti non dovrebbero esistere.
di Daniel Diego
La costituzione della società dell’informazione, nella quale noi tutti oggi viviamo, non è nient’altro che il risultato di costanti sviluppi ed evoluzioni che il pensiero umano ha subito nel corso dei secoli. Già a partire dal Settecento si concretizzarono mezzi e strumenti che portarono l’uomo ad una maggiore libertà di espressione che secondo me risulta essere strettamente legata alla libertà dell’individuo.
Tali mezzi che supportarono l’essere umano nell’esternazione delle proprie idee e delle proprie posizioni nei vari settori, sono stati l’Encyclopédie (anche se non proprio come veicolo per l’opinione pubblica) e il giornale la cui diffusione incominciò a prender piede in particolar modo in Inghilterra, per poi diramarsi in tutte le altre zone d’Europa, ed in Italia con l’esempio del “Caffè”.
Ritengo che tale descrizione introduttiva basti a sostenere la tesi che la libertà di parola è un segno della libertà d’individuo, perché a mio parere la possibilità di un uomo di poter accennare, dire esternare ciò che secondo “lui” risulta essere giusto, lo porta ad agire in determinati campi o settori della politica, anziché in altri. Il giornale è proprio uno strumento valido per la diffusione dell’espressione dell’uomo nella società e quindi dell’opinione pubblica che si realizza attraverso la semplice lettura e riflessione, sulle questioni di interesse generale, portando il cittadino a far parte di alcuni club culturali, invece di altri.
Ma nella nostra era, basata non più sul semplice giornale (che comunque continua ad esistere) o su altri “mezzi cartacei”, ma sulle nuove tecnologie di comunicazione come Internet, è un’era dove la mia tesi non trova grande accoglimento, data la presenza sempre maggiore del controllo della libertà d’espressione specialmente nel campo informatico. E ciò che sostiene Roberto di Cosmo, in una sua intervista: chi oggi detiene il controllo dell’informazione ha un’enorme potere in tutti i campi. Si riferisce alla Microsoft, grande azienda informatica che ha fatto e sta facendo di tutto per controllare, bloccare, fermare la libertà di espressione di varie aziende informatiche portandole a volte persino alla loro chiusura. Nonostante tutto, in quest’epoca dove il pensiero risulta essere guidato come una “marionetta” dai potenti, spiccano sempre persone, che cercano di ribellarsi a questi blocchi, come Richard Stallman che in una sua intervista esorta gli utenti del computer ad utilizzare alternative a Word , cercando così di non divenire uno delle migliaia che si lasciano guidare dalla politica di Bill Gates, che ostacola l’uomo nella libertà d’espressione.
Concludo dicendo che, nonostante la presenza di grandi monopoli del pensiero, ritengo che la libertà di parola sia innanzitutto legata a quella dell’individuo e consolidata dalla presenza di una società dove la protezione dei diritti dell’uomo sta all’ordine del giorno, poiché l’uomo è un essere unico e pensante.
di Carrer Silvia
La libertà rappresenta uno dei fini ultimi della vita dell’uomo. A partire dal ‘700, nasce e si sviluppa l’idea di conoscenza e la possibilità di esprimerla e diffonderla attraverso opportuni mezzi.
Si pone quindi la relazione tra libertà di espressione e libertà dell’individuo.
Personalmente credo che i concetti siano dipendenti l’uno dall’altro in quanto l’espressione caratterizza l’individuo. In passato esistevano molti vincoli e proibizioni che condizionavano negativamente la vita dell’uomo in quanto la libertà espressiva, e quindi dell’individuo, era vista come un pericolo e comunque come un elemento destabilizzante. Nel ‘700, con la creazione dell’Encyclopédie, l’uomo ha la possibilità di conoscere e di conseguenza inizia a dare voce alle sue idee. Diderot afferma che “l’opera produrrà un effetto universale” e, infatti, ha segnato la nascita della libertà espressiva.
L’Encyclopédie, come anche il giornale, sono stati i mezzi attraverso i quali la società settecentesca ha cercato di coinvolgere letterati e non, e hanno contribuito alla formazione dell’opinione pubblica per la circolazione in generale delle idee. Con il passare degli anni il grado di libertà è aumentato e così i diritti dell’uomo.
La nostra epoca, caratterizzata dall’avvento di Internet, ha dato all’informazione maggiore importanza, fino a creare una società definita da Roberto Di Cosmo “società dell’informazione, dove la vera ricchezza sarà il controllo dell’informazione”. E’ importante rendersi conto degli effetti negativi che comporta il controllo del sapere da parte di coloro che ne hanno il potere. Infatti, se la circolazione dell’informazione viene ostacolata o addirittura limitata, ne consegue che la libertà espressiva viene a mancare, limitando di conseguenza l’individuo.
Un caso mondiale di “monopolizzazione dell’informazione” è rappresentato dalla Microsoft, che con i suoi programmi rappresenta un “ostacolo a una più ampia adozione del sistema operativo GNU/LINUX” come afferma R. Stallman. Il fatto di utilizzare un software proprietario e di trasmettere informazioni tramite questo, comporta un controllo dei dati e non permette di optare per un sistema operativo libero che ha tutta un’altra filosofia: lo scambio di idee libero e diffuso a tutti. Mentre nel mondo dei software si crea questa lotta ideologica sulla proprietà e sul controllo dell’informazione, nel mondo di Internet si sviluppa l’espressione della nostra società, che viene a contatto con ogni cultura e ogni parte del globo.
Una delle forme più evidenti di controllo dell’informazione è il copyright che ha messo in discussione la libertà di milioni dei utenti di Internet a favore delle case editrici e discografiche per proteggere i loro prodotti. Da ciò deriva che il concetto di informazione è legato a quello di guadagno in termini di denaro, in quanto rendere proprietario il frutto dell’intelligenza ha come fine ultimo il profitto.
Per dimostrare l’importanza della libertà di opinione e parola, basti confrontare le differenze enormi tra le società dei paesi industrializzati e quelli meno avanzati, dove le diversità religiose, politiche e culturali comportano lo sviluppo di una diversa concezione della libertà.
Concludendo, la libertà di espressione è una caratteristica dell’individuo molto importante e, in una società come la nostra, è altrettanto importante che chiunque possa accedere all’informazione per potersi inserire all’interno di una comunità.
di Federica Cappelletto
Vi siete mai chiesti se la società condiziona la vostra libertà di espressione? Per riuscire a rispondere a questa domanda fin dal Settecento molti scrittori hanno voluto esporre la loro opinione se veramente siamo in grado di scegliere da soli senza essere influenzati da tutto ciò che ci sta intorno.
Secondo il parere di Diderot è importante dare alle persone tutti gli elementi per poter prendere delle decisioni in piena autonomia e con l’Encyclopédie egli riteneva di esserci riuscito.
Anche a me a volte è capitato di dire delle cose che non pensavo solo perché le avevo sentite alla televisione o le avevo lette su qualche rivista senza aver avuto la possibilità di riflettere.
Anche la nascita del giornale è importante perché invita a meditare sulle questioni di cui un cittadino deve interessarsi e su cui farsi un’opinione. Ritengo però che, nello stesso momento, questo in qualche modo influenzi l’opinione dell’individuo e quindi in definitiva penso che sia poco probabile scegliere senza essere condizionato perché tutta la società si basa sull’informazione.
Secondo una recente intervista a Roberto di Cosmo, chi detiene il controllo sull’informatica ha un enorme potere sociale economico e politico. Per potere comunicare, infatti, è necessario che tutto giri attorno alle conoscenze e la Microsoft ha fatto il possibile per esserne al centro, controllando gli elementi della catena di distribuzione dei mezzi per lo scambio di dati a partire dai calcolatori fino ai cavi e alla rete di satelliti per dare accesso a Internet ad alta velocità.
Però, come sostiene in un’altra intervista Stallman, fondatore del software libero (un sistema operativo basato sulla libertà), se qualcuno mi manda del allegati Word io sono portato a rispondergli usando un programma Microsoft e senza rendermene conto mi viene negata la possibilità di scegliere cominciando così a far parte del monopolio di Bill Gates.
E quindi è tutto il contrario di ciò che affermava Diderot, vissuto in un periodo dove la ragione si libera dei suoi principi primi e diventa libertà d’indagine. Ciò significa che nel Settecento si capisce che le leggi e le costanti che regolano la natura non devono essere trovati su testi sacri o dettati da autori ritenuti infallibili, ma devono derivare dall’esperienza.
L’autore in questo caso non aveva determinati obiettivi economici da raggiungere come nel caso di Bill Gates, ma bensì la sua tesi deriva da una lunga ricerca sulla ragione avvenuta nel corso dei secoli.
Penso che fare delle scelte, dove ne è permessa la possibilità, rispecchi in qualche modo il nostro carattere e faccia capire agli altri come siamo dentro e questa è una cosa fondamentale.
Riuscire a prendere delle decisioni ci differenzia dalle persone che ci circondano e non diventiamo semplici soggetti influenzati dai mass media che ci mettono in testa cose che non pensiamo veramente.
Posso concludere dicendo che la libertà di pensiero è importante per l’uomo semplicemente perché gli permette di sentirsi se stesso.
di Bardini Giulia
Siamo liberi di scegliere o siamo condizionati da tutto quello che ci circonda?
Denis Diderot dice che noi non siamo condizionati dagli altri perché abbiamo la libertà di scelta e quindi di pensiero.
Secondo me questa teoria è vera solo in parte in quanto a mio parere la società, il mondo che ci circonda riesce comunque a condizionare le nostre idee.
Mi è capitato più di una volta di avere delle idee e cambiarle, magari per aver letto o sentito dire qualcosa in proposito in maniera convincente.
E’ vero che ci viene sempre offerta la possibilità di scegliere tra due o più opzioni, ma è anche vero che non sempre si decide con la propria testa perché ci si lascia condizionare dagli altri attraverso la tv, il giornale o altro.
Da un’intervista di Roberto di Cosmo al quale è stato chiesto se secondo lui è giusto dire che oggi è più vero che mai che chi detiene il controllo sull’informazione ha un potere sociale, economico e politico, lui risponde:”Assolutamente. La vera ricchezza sarà il controllo dell’informazione. Sarà l’informazione, chi la crea, chi la distribuisce, chi la evita.”
In questa società tutto fa notizia, tutto è basato sull’informazione, tutto è controllato. Tutti cercano di fare il possibile per essere al centro, al cuore dell’informazione e Microsoft ha fatto il possibile per fare tutto ciò e ci è riuscito alla grande.
Richard Stallman non è assolutamente d’accordo con tutto questo in quanto dice che: “Spedire allegati word è male per te, perché un documento word include normalmente informazioni nascoste sull’autore”. Inoltre sostiene che mandare alle persone documenti word, li spinge a usare software Microsoft e aiuta a negare loro la possibilità di scegliere.
Questa teoria è vera in quanto word è conosciuto da tutti perché è un programma che viene sempre proposto e ci sono persone che non sanno nemmeno che Linux esiste perché non viene utilizzato da molti e quindi è meno diffuso.
Ma continuerà ad essere sempre così se ciò è chiesto da una sola persona, e non è sicuramente colpa della società se non conoscono gli altri programmi perché sono stati “coinvolti” solo da word.
Quando si acquista un computer i programmi che vengono proposti e che sono già inseriti sono sempre gli stessi e quindi non c’è scelta.
In conclusione, alla domanda: è la libertà di espressione il segno della libertà dell’individuo io rispondo che il rapporto tra le due libertà è molto distante in quanto siamo ancora condizionati dal mondo che ci circonda e quindi non abbiamo il potere di fare quello che vogliamo.
di Silvia Bortolato
Nel Settecento si creò l’Encyclopédie, essa fu un’opera nella quale gran parte dell’opinione pubblica si riconobbe e grazie alla quale poté crescere e confrontarsi, fu grazie a quest’opera universale che il cittadino-individuo ebbe la possibilità di farsi un’opinione e di rendersi conto dell’importanza della libertà d’espressione.
Nel Settecento l’affermarsi dell’opinione pubblica ha contribuito all’emergere del ceto borghese, un ceto benestante, di una certa cultura, alfabetizzato con il quale gli illuministi avviano un rapporto. Più aumenta questa relazione tra gli intellettuali e pubblico borghese, più si forma l’opinione pubblica e con essa aumenta il distacco con il potere assolutistico che non ammette la presenza dei cittadini ma solo dei sudditi. E’ attraverso la pubblicazione periodica di giornali che il cittadino ha la possibilità di riflettere sulla situazione politica e a prendere una posizione.
In seguito, l’esito di ciò, sarà la rivoluzione. Dunque, i detentori del controllo sull’informazione ebbero inizialmente un forte potere sociale, grazie all’appoggio dell’opinione pubblica, esso diventò poi economico, grazie alla crescita della nuova classe borghese, e poi anche politico oiché la “suddetta” classe conquistò nuovi spazi politici.
Oggi si potrebbe paragonare in parte all’Encyclopédie Internet che esercita un grande e forte controllo sull’informazione a partire dai computer utilizzati per navigare, fino alla trasmissione via cavo, alle reti dei satelliti…
Mai come oggi chi possiede il controllo di Internet, e quindi dell’informazione, domina anche l’economia .Infatti, essa è pilotata da computer e dagli alti e bassi del mercato tecnologico. Possiamo notare che possedere oggi un computer appartenente alla prima o alla seconda generazione non ti offre la possibilità di leggere file scritti con programmi di ultima generazione e quindi questo porta ad un mercato in continuo sviluppo, in continuo progresso.
Quindi, si può notare che da ieri con l’Encyclopédie ad oggi, con Internet, abbiamo avuto delle grandi e meravigliose opere universali, non tanto perché riescono a raccogliere tutto il sapere ma perché ci forniscono un metodo che permette di accedere ad ogni tipo di conoscenza, esse ci permettono di capire lo stato delle conoscenze a cui l’uomo è arrivato.
di Erika Bernardi
Nel 1700, la nascita dell'Enciyclopedie e quella del giornale, segnarono un evento molto importante per l'uomo perché diventarono degli strumenti dai quali ne uscì una gran libertà d'espressione.
Il giornale si diffuse soprattutto nei luoghi in cui il ceto emergente era quello borghese e da questo capiamo che, chi ha un enorme potere politico, sociale e ed economico ovviamente detiene un maggior controllo delle informazioni. Questo “controllo” si è sviluppato sempre più e se continuerà di questo passo, arriverà a soffocare la libertà d’ogni singolo individuo.
Il giornale nel Settecento rappresenta la massima espressione della libertà d’opinione mentre nei giorni nostri le cose sono cambiate. Se osserviamo i vari passaggi ed evoluzioni avvenute dal Settecento ad oggi potremmo notare come si restringa, e tuttora continui a restringersi, la nostra libertà.
A partire dall’informatica fino ad arrivare alle telecomunicazioni possiamo ben vedere come vengono controllate le trasmissioni delle nostre informazioni.
Leggendo l’intervista dell’informatico Roberto di Cosmo possiamo infatti notare che :”nel nostro mondo è controllato assolutamente tutto … questo tipo di controllo dell’informazione è qualcosa che non si è mai visto, nemmeno le imprese dei telefoni possono sognare qualche cosa di simile”.
Il mondo ormai ci controlla al 100% privandoci della nostra libertà di scelta ed infatti è proprio per questo che l’informatico Richard Stallman dice che: ”mandando alle persone documenti word ci spinge ad usare software Microsoft ed aiuta a negarci la possibilità di scegliere”; questo è molto negativo perché porta a condizionare le persone e non ad indurle a ragionare con la loro testa esprimendo quello in cui credono veramente.
Microsoft la società informatica più grande al mondo, è riuscita a toglierci la libertà di parola anche se la maggior parte di noi ancora, non se ne rende conto.
La libertà d’opinione a mio parere è ciò che identifica ogni uomo, è la cosa più importante che ha ed è per questo che dobbiamo difenderla ad ogni costo. Microsoft ha cercato di catturare il consenso di tutti gli utenti e come ben vediamo ci è riuscita, soffocando la nostra libertà e credo che continuerà a farlo.
Non solo nell’informatica ma anche in qualsiasi altro settore la nostra libertà viene schiacciata mentre nel Settecento “la pubblicazione periodica accessibile a tutti gli alfabetizzati invita a riflettere sulle questioni di cui un cittadino deve interessarsi e su cui deve farsi un’opinione”. Al giorno d’oggi il mondo esterno ci condiziona a tal punto da farci cambiare idea. L’esempio che rappresenta al meglio questo condizionamento derivante dalla società, è quello della moda; infatti, come possiamo notare il mondo esterno ci condiziona in modo da comportarci tutti nella stessa maniera.
A mio parere, dobbiamo renderci conto al più presto che la libertà è una cosa molto importante che non va sottovalutata in alcun settore; altrimenti, ci ritroveremo in un mondo in cui dovremo sottostare a ciò che dicono gli altri senza poter esprimere le nostre opinioni.
di Michela Vanin
Tutte le persone esistenti in questo mondo hanno il diritto di pensare quello che vogliono nei più diversi campi e di fare propaganda alle loro opinioni, naturalmente hanno anche il dovere di non limitare o invadere la libertà degli altri.
Siccome il mezzo più efficace al momento della stesura della carta costituzionale per la diffusione del pensiero era la stampa, un posto speciale tra i diritti di libertà spettò, appunto, alla libertà di stampa che iniziò nel Settecento.
Rientra nella stessa categoria, se vogliamo, la libertà di espressione cinematografica e teatrale, di fotografia e al giorno d’oggi di emissione radiofoniche, televisiva e Web con le dovute cautele per il rispetto dei diritti degli altri.
Di conseguenza tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, la stampa e ogni altro mezzo di diffusione come sopra esposto.
L’informazione popolare, gratuita e amatoriale è basata sul volontariato che rischia di soccombere a causa dell’informazione commerciale e centralizzata dei grandi gruppi mediatici, editoriali e televisivi. Facendo riferimento al documento trattato da un’intervista di Roberto Cosmo attesta che l’informazione è potere e pertanto e una risorsa fondamentale.
Le opinioni espresse attraverso la libertà di stampa, giornalistica ed editoriale passano inosservati alla maggior parte delle persone e proprio questo disinteresse rappresenta una preoccupante minaccia per la società.
Esiste anche la manipolazione delle notizie da parte dei giornalisti, infatti, le notizie che mettono in cattiva luce le opinioni care ai giornali e ai telegiornali vengono rielaborate prima della pubblicazione o della messa in onda anche se la prassi impone l’esposizione dei fatti e delle opinioni in maniera reale e veritiera.
Se un libro va contro l’opinione pubblica per le idee che esprime, le case editrici dovrebbero pubblicarlo ugualmente dando così la possibilità a tutti gli scrittori di far conoscere attraverso le loro opere le proprie idee. Questo sistema dovrebbe essere obbligatorio dato la difficile possibilità per gli autori di effettuare pubblicazione autonoma.
di Aldo Zanchi
Da quando l’uomo ha fatto la sua comparsa sulla terra fino ad oggi, è sempre stato libero. Libero di scegliere, libero di pensare, di fare, di parlare… Ma questa libertà è riuscito a guadagnarsela grazie alla sua intelligenza. Basta pensare alle altre forme di vita: gli animali, le piante, pur somigliandoci in quanto a riproduzione, nutrizione, sono esseri che non hanno un’intelligenza pari alla nostra e questa loro “inferiorità” permette a noi di sottometterli, addomesticarli, studiarli e mangiarli.
Insomma,se fosse più intelligente l’animale, sarebbe lui stesso a fare quello che facciamo noi con loro. E’ quindi questa intelligenza che rappresenta in qualche modo la libertà dell’uomo.
Ma quando l’uomo ha incominciato ad essere libero? Ed è poi vero che essere intelligenti significa anche essere liberi? La libertà dell’uomo è databile circa all’invenzione dei caratteri mobili e della stampa dei libri. Prima di questo periodo le conoscenze, le informazioni, il potere, le deteneva la chiesa. Era la chiesa che stabiliva le regole di comportamento sociale, era la chiesa che indottrinava l’uomo spiegando come era nata la vita sulla terra ed era sempre essa che attraverso la fede curava le malattie. Insomma, la chiesa era al centro di tutto. Poi con l’invenzione e la pubblicazione dei libri, l’uomo leggendo, imparando e poi sperimentando, ha incominciato a distaccarsi profondamente dalla chiesa, ma senza successo. E’ il caso di Galileo Galilei che ha poi dovuto ritrattare tutte le sue teorie scientifiche sul moto della terra, di Giordano Bruno che è stato messo al rogo.
E’ solo col tempo, fino ad arrivare ai giorni nostri che l’uomo ha ottenuto la libertà. Ma si può dire che oggi noi esseri umani siamo liberi di parlare, di esprimere le nostre idee, di fare? Oggi noi ci consideriamo liberi e per certi punti di vista è così: siamo liberi di crearci la nostra vita, possiamo scegliere una religione diversa da quella della società dove viviamo, possiamo scegliere un lavoro che più ci aggrada, siamo liberi di parlare e di pensare. Insomma possiamo fare quello che vogliamo. A mio parere però non siamo del tutto liberi.
Se nel settecento il nemico della libertà era la chiesa e “l’ignoranza”, nel presente il nemico della libertà è la società stessa. Infatti è la società che attraverso le mode ci impone di vestirci alla stessa maniera, è la società che ci impone cosa mangiare o bere. Basta pensare a Coca cola e a Mc Donald’s.
Questo avviene anche nel campo dei software, ed è il caso di Microsoft e Linux. Microsoft, infatti, è installato in quasi tutti i computer del mondo. In quasi tutti, perché una minoranza di questi utilizza un software diverso da Microsoft. Questa minoranza è capeggiata da Torvalds e Stalman e va contro le idee di Bill Gates. Mentre Bill Gates vuole imporre il proprio sistema operativo in tutti i computer del mondo e arricchirsi alle spalle di chi non sa, Torvalds e Stalman col progetto GNU/Linux vogliono togliere il monopolio del software a Bill Gates e dare alla gente l’opportunità di scegliere e di non essere condizionata. Stalman in una sua intervista, cita il caso di Microsoft Word e invita gli utenti del computer a riconsiderare l’uso del formato Word per la comunicazione con altre persone. Dice inoltre che se questo invito lo fa una singola persona non farà un grande effetto, ma se tutti manderanno una “rispostina standard” a chiunque spedisca loro un nuovo allegato Word, magari le cose cambieranno e non ci saranno così più problemi nel visualizzare e decodificare file ricevuti. In conclusione afferma che se tutti possono leggervi senza problemi, senza passare per degli ignoranti della “netquette” o peggio, degli untori, la ricetta è semplice: salvate in testo e passa la paura.
di Stefania Beltrame
Nel corso del XX secolo, il nostro mondo ha dato molta importanza alla libertà d' espressione di ogni individuo umano sulla Terra.
Molte persone per esprimere, ad esempio, un sentimento ad un altro individuo utilizzano vari tipi di mezzi di comunicazione come il cellulare, la radio, la televisione, Internet e l’e-mail.
Gli uomini d'oggi e del passato hanno molte cose in comune per comunicare con un’altra persona e in particolare la lettera.
Nel passato, e precisamente nel 1700, la libertà di esprimersi era quasi negata, perché andava contro gli ideali della Chiesa e avevano paura che influenzasse il modo di pensare della gente senza cultura, ma con il passare del tempo e degli anni il pensiero di ogni persona cambia e perciò s'inizia a mettersi contro questi ideali.
Di conseguenza nacque grazie agli scienziati del Settecento l’Encyclopedie che racchiudeva tutte le conoscenze e tute le innovazioni che erano state scoperte e inventate fino a quel momento e che servì alle persone soprattutto per ribellarsi a queste forme d'imposizione.
Questo libro era stato fatto per essere letto e messo in circolazione sia per ribellarsi a questa situazione sia per far conoscere al popolo la vera libertà d'espressione.
In tre secoli, questa libertà si è estesa fino ai nostri giorni dove è nata una delle più innovative forme di comunicazione: INTERNET.
Per noi Internet è il mezzo più facile per comunicare con il mondo perché ci si può mettere in contatto con molte persone contemporaneamente e grazie a questa forma di comunicare si possono trovare tutte le informazioni di cui si ha bisogno.
Ma come al solito c’è sempre qualcuno che impedisce di esprimere la propria libertà e in questo modo invece di guardare al futuro si ritorna a quattro secoli fa.
Ad esempio, Microsoft ha fatto il possibile per essere in una posizione di controllo sugli elementi della catena di distribuzione dell’informazione, a partire dai computer che noi utilizziamo per vedere queste informazioni attraverso un navigatore WEB.
Stallman invece incoraggia gli utenti ad abbandonare il software Microsoft e ad adottare il sistema operativo GNU/LINUX.
Noi giovani siamo i maggiori utilizzatori e consumatori d'INTERNET, perché possiamo mandare attraverso siti gli sms gratis, chattare e fare nuove conoscenze, fare ricerche su determinati argomenti, giocare ed ascoltare la musica.
di Maura Guerretta
Ognuno di noi è libero di esprimersi, ma quali sono i veri limiti della nostra espressione?!
Penso che la libertà di espressione sia una delle libertà dell’individuo, ma che troppo spesso essa sia soffocata dall’egoismo di alcuni uomini. Questo vuol dire che, come la libertà dell’individuo viene spesso calpestata, così succede anche per la libertà di espressione.
Basti pensare al monopolio di Microsoft, che con la sua copyright, non permette all’individuo di copiare, modificare o studiare il sistema operativo e quindi toglie alle persone la libertà di pensiero.
Come dice Stallman in un’intervista “usare il software Microsoft, aiuta a negare la possibilità di scegliere”.
La libertà di espressione ai tempi nostri avviene attraverso tanti mezzi, tra cui, fra i più potenti, Internet ma questa libertà ha origini nel Settecento, dall’Enciclopedia. Come dice Diderot, in un brano tratto dall’Enciclopedia, tutte le teorie sono contenute nell’Enciclopedia e ciò farà cambiare il modo di pensare comune. E’ la prima raccolta d’informazione ed è la prima manifestazione della libertà di pensiero.
Oggi la raccolta d’informazioni è Internet e, come dice Roberto di Cosmo in un’intervista, “la vera ricchezza non sarà più la materia prima e nemmeno i servizi. La vera ricchezza sarà il controllo dell’informazione.”
Ma come nel Settecento, nell’epoca dell’illuminismo si cominciò a creare la libertà di pensiero ed espressione ora, nell’epoca di Internet, senza che noi ce ne accorgiamo, la libertà di espressione ci viene tolta, ad esempio da Microsoft e del suo copyright.
Ciò non vuol dire che ci viene tolta la libertà dell’individuo, essa, infatti, è molto più ampia. La libertà dell’individuo non sta solo nell’espressione, riguarda anche ciò che lo circonda i suoi sentimenti, lo stato d’animo.
La libertà di espressione non avviene solo attraverso Internet, ma anche tanti altri mezzi, meno potenti comunque efficaci come la televisione, la radio, i giornali.
Se andate a parlare con qualsiasi esperto di marketing, vi può dire che la comunicazione è la parola chiave in questo sistema basato sempre di più su di essa in tutti i suoi aspetti.
La comunicazione si riallaccia alla libertà di pensiero di ogni individuo, perché ognuno di noi fa comunicazione, ed esprime attraverso di essa i propri pensieri.
Molte persone nel mondo non riescono o non possono esprimere i loro pensieri, questo perché sono sotto ad una dittatura o sono poverissimi e muoiono di fame e sete.
Molte persone, invece, impongono le proprie idee o tolgono la libertà di espressione e dell’individuo agli uomini, questo perché arricchiscono le loro tasche di soldi.
In conclusione la libertà di espressione è una delle libertà dell’individuo e, secondo il mio parere, è la più importante.
di Katia Rossetto
Dal Settecento fino ai giorni d’oggi il modo di esprimersi è cambiato: si passa, infatti, dall’Encyclopedie ad Internet.
Molto importante con l’evoluzione dell’informazione, comunicazione è il rispetto della libertà di espressione una, delle libertà dell’individuo. Però in molti casi, soprattutto ai giorni d’oggi, questa libertà non è rispettata perché ci vengono imposte delle restrizioni.
In tanti altri casi invece, questa evoluzione, è servita alla popolazione. Importante per questo scopo è la creazione dell’Encyclopedie di Diderot e d’Alembert, che dopo alcune opposizioni da parte dei gesuiti, che la ritenevano laica, materialista e irreligiosa, si è diffusa con il giornale tra gli lfabetizzati. Essa, come dice Diderot, è servita “per cambiare il modo di pensare comune” e quindi per ampliare le conoscenze della popolazione e dare loro la possibilità di avere diversi punti di vista su di un problema e quindi potersi comportare liberamente.
Purtroppo sia in quel periodo che adesso, ci sono delle limitazioni che impediscono alla gente di utilizzare i mezzi che hanno a disposizione. Nel Settecento i giornali e l’enciclopedia non si poteva di certo diffondere tra i poveri che non avevano una cultura perché erano analfabeti.
Nel ventunesimo secolo invece la restrizione riguarda sì un’alfabetizzazione, ma quella informatica. Infatti, solo le ultime generazioni hanno veramente la possibilità di imparare ad usare un computer e tutti i suoi accessori.
La libertà di espressione, oggi, viene limitata da chi ha il potere di farlo, ovvero da chi detiene i più importanti mezzi di informazione e di comunicazione come Bill Gates con Microsoft, Berlusconi con Mediaset e tanti altri. Queste persone monopolizzano le informazioni, filtrandole e facendoci pervenire solo quelle che interessano loro, come i telegiornali o giornali che sono in mano a determinati partiti politici.
Microsoft, invece, esercita un grande controllo sull’informazione negando a noi parte di ciò che sa. Ha fatto molto per la gente “inventando” mezzi che ci hanno cambiato in meglio il modo di comunicare e di lavorare, ma non ha rispettato le nostre libertà, vietandoci di conoscere, studiare e modificare ciò che acquistiamo.
“Questo tipo di controllo dell’informazione è qualcosa che non si è mai visto…” sostiene Roberto di Cosmo in un’intervista, in un programma della RAI. E’ vero perché Bill Gates ha limitato di fatto la libertà di espressione ovvero la capacità di scelta di ognuno di noi che invece siamo spinti a dirigersi verso i suoi “prodotti”. Questo problema potrebbe essere risolto, come dice Stallman in un’intervista, con “una più ampia adozione del sistema operativo GNU/Linux”. Un sistema libero dove l’utente può fare tutto quello che vuole, adattandolo alle sue esigenze.
La libertà di espressione si è sicuramente rafforzata con l’avanzare degli anni perché abbiamo la possibilità di parlare, confrontarci sui problemi più spesso e apertamente rispetto ad una volta. Purtroppo, però, i limiti posti sono molti sia nel ‘700 che nel 2002 con l’eccezione che ora riguardano settori di informazione più ampi. Non sono veri e propri limiti, ma omissioni di informazioni o cambiamenti. Ce ne accorgiamo subito confrontando le notizie dei vari telegiornali. E’ giusto tutto ciò? E’ giusto che noi siamo costretti nel 2003 a subire un affronto del genere?
La libertà di espressione è una libertà fondamentale dell’individuo che non va negata né ristretta ma deve esserci data la piena possibilità di conoscere le cose e le problematiche che ogni giorno accadono e colpiscono il mondo.