Il pieghevole da scaricare per la stampa:
Un pieghevole per diffondere Linux nella scuola. Nella scuola italiana in questi anni il software libero si è diffuso con il "passaparola" tra persone esperte o quantomeno interessate alle problematiche tecniche dell'informatica, rimanendo così relegato in un ambito ristretto. Non ha, dunque, toccato la vasta massa di coloro che utilizzavano il computer per fare della videoscrittura, della navigazione in Internet, della posta elettronica, della multimedialità, ecc.
Ciò è dipeso da molteplici fattori.
1) Innanzitutto dalla politica dell'Amministrazione scolastica in sostanziale "soggezione alla Microsoft"; 2) In secondo luogo, dalla innegabile capacità commerciale e di marketing della stessa Microsoft che è riuscita a far penetrare i propri prodotti nelle aule scolastiche grazie anche alla predetta "soggezione". 3) Un altro fattore sfavorevole è stata la non adeguata maturità dei prodotti software in ambiente libero, soprattutto dal lato client, che si sommava ad una certa difficoltà di installazione del sistema operativo Linux. 4) Il fatto poi che le grandi aziende informatiche rimanessero restie ad abbracciare il modello di sviluppo software propugnato dall'open sorce non deponeva certo a favore della sua introduzione in ambito scolastico.
Tutti questi elementi hanno giocato a favore del software proprietario monopolistico che trovava fertile terreno nella non sempre adeguata consapevolezza degli insegnanti nei confronti delle nuove tecnologie.
Ma ora le cose stanno cambiando. 1) Anche se il MIUR è ancora attestato su posizioni subalterne al monopolio informatico (vedi circolare n. 55 del 21/5/2002, http://linuxdidattica.org/lettera/ltr_mnst_miur.html) il Ministro per l'innovazione e le tecnologie ha espresso un parere favorevole alla introduzione del software open source nella P.A., di cui la scuola è parte. 2) I prodotti desktop offerti in ambito GNU/Linux sono sufficientemente maturi per entrare anche nella didattica a tutti i livelli, basti pensare ad OpenOffice, alle interfaccie grafiche come KDE e/o Gnome, alla semplificazione della installazione del sistema GNU/Linux, ecc. 3) Ora anche grandi aziende come IBM, SUN, ecc. hanno cominciato ad investire e sviluppare sul modello open source. 4) Pian piano molti insegnanti che utilizzavano prodotti come Windows, Word, ecc. stanno prendendo coscienza che qualcosa non va se: a) devono cambiare, senza necessità didattica, ogni due anni computer e programmi solo per assecondare gli interessi del monopolio Microsoft; b) i formati degli stessi prodotti Microsoft sono tra loro incompatibili costringendo gli utenti ad un oneroso aggiornamento; c) trovano oltremodo vessatorio e umiliante il fatto che, anche per il solo insegnamento, sia vietata la copia del software proprietario; e si stanno rendendo conto che continuando così diventeranno sempre più ostaggi di un monopolio che li ha espropriati della loro libertà d'insegnamento nell'ambito delle nuove tecnologie. Questa consapevolezza li rende particolarmente attenti e sensibili alla libertà di scambio delle informazioni, alla libertà di studio e modifica, alla libertà dal fornitore, ecc. che offre loro il software libero. Ciò nonostante il software libero non è ancora molto diffuso nelle scuole, perché rimane un vuoto di comunicazione e di divulgazione da colmare rispetto al software proprietario monopolistico. Bisogna far conoscere che esiste un'alternativa al monopolio: il software libero!
Con lo scopo di concorrere a colmare questo vuoto nella scuola la Redazione di Linuxdidattica mette a disposizione della comunità del software libero questo pieghevole. In esso si potranno trovare le informazioni essenziali per poter iniziare ad avvicinarsi a Linux e a cominciare ad utilizzarlo nella didattica. Tra le altre informazioni vi sono: - indicate le caratteristiche più importanti del software libero e le differenze principali rispetto al software proprietario; - indicate le distribuzioni GNU/Linux più diffuse nelle scuole italiane e il software immediatamente utilizzabile; - indicate le posizioni del Ministro dell'innovazione e le tecnologie, le posizioni di alcuni studenti che hanno utilizzato Linux e un giudizio estratto da un sito ufficiale del MIUR; - riferimenti alle riviste italiane e alla documentazione sempre dedicata a Linux; - riferimenti alle liste di posta elettronica a cui rivolgersi per eventuali problemi; - riferimenti ai siti italiani più importanti dove sono elencati esempi, casi concreti, successi didattici, ecc.
Riteniamo che tale pieghevole oltre ad essere diffuso nelle scuole tra dirigenti, docenti e, ove possibile, tra gli studenti, possa servire come spunto per eventuali conferenze e/o didattiti nelle scuole sui seguenti argomenti:
- i prodotti utilizzabili con il software libero, (U. Zanatta, http://linuxdidattica.org/docs/conferenze/rho/milug/ )
- le licenze d'uso e il copyright sul software, ( A. Rubini, http://www.linux.it/GNU/nemici/brevetti.shtml),
- le caratteristiche del software libero nella didattica, (http://linuxdidattica.org/docs/linuxmagazine/index.html)
- la politica del Governo e del MIUR nelle nuove tecnologie, (http://linuxdidattica.org/lettera/ltr_mnst_miur.html, http://www.interlex.it/numeri/020718.htm)
Non basta più il "passaparola" tra gli addetti ai lavori, bisogna aprire le finestre e far vedere quello che si è fatto in questi anni e quello che si può fare. Il nostro intento è: - che ogni persona interessata lo diffonda soprattutto durante le iniziative legate alla multimedialità; - che venga messo su ogni banco, a fianco di ogni computer.
Solo se si riuscirà a diffonderlo in maniera capillare avrà raggiunto l'obiettivo di informare; solo se, sulla base di questo pieghevole, riusciremo a coinvolgere altre forze aprendo dibattiti e smuovendo la "morta gora" perpetrata dal software proprietario monopolistico, allora esso avrà raggiunto il suo obiettivo e la comunità del software libero avrà fatto un passo in avanti nella introduzione di Linux nella didattica. Viceversa sarà inutile che ad ogni riunione e/o convegno ci si "pianga addosso", si incolpi, della situazione di dominio del software proprietario monopolistico, di volta in volta la politica del MIUR, il monopolio informatico, la non consapevolezza dei docenti, ecc. perché significherebbe solo che la comunità che ruota attorno all'open source non è ancora matura e capace di confrontarsi politicamente e fronteggiare culturalmente il software proprietario monopolistico nella scuola.
Treviso 2 settembre 2002 Antonio Bernardi
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