Squid è il più noto e il più potente cache proxy nel panorama del software libero e open source. E' distribuito gratuitamente con licenza GNU General Public License. Esiste un porting per sistemi Windows, ma espleta in pieno le sue potenzialità solo in un sistema GNU Linux, soprattutto nell'integrazione con altri servizi di rete. Fra i principali protocolli di rete supporta HTTP e FTP. Agisce come servizio in background sia su un server sia su una workstation. E' di facile configurazione nelle funzionalità essenziali.
DansGuardian è un potente sistema di content filtering che migliora la policy di accesso di un proxy verificando le richieste su una banca dati pubblica, la cosidetta blacklist. Se la richiesta non viola i vincoli impostati nella configurazione, DansGuardian la dirotta al proxy permettendo il download della risorsa. La blacklist può essere scaricata da Internet e periodicamente aggiornata con una procedura automatica oppure manuale.
La via più semplice per reperire le versioni aggiornate di questi software è quella di andare sui siti ufficiali dei rispettivi progetti:
Per quanto riguarda la blacklist, trattandosi di una banca dati è possibile fare riferimento a diverse fonti purché compatibili con la piattaforma usata, perciò in Rete sono disponibili più blacklist. Consultando la documentazione in rete ho fatto riferimento alla banca dati scaricabile dall'indirizzo http://urlblacklist.com/?sec=download. Si tratta di una banca dati piuttosto ricca, dal momento che l'archivio compresso è un file di oltre 20 MB di dimensione.
Su questa blacklist posso dire di averla installata nel server di connessione della nostra sede di Villacidro e di averne saggiato la validità. Nell'arco di circa un mese e mezzo, con accessi pressoché quotidiani, ho potuto constatare che svolge egregiamente il suo lavoro bloccando quasi tutti gli indirizzi richiesti che violavano la policy. Ritengo ottimo questo risultato considerando che il sistema ha ancora una semplice configurazione di partenza. Al momento ho dovuto integrare la banca dati aggiungendo solo tre siti Web con contenuti per adulti, sfuggiti per qualche motivo al filtro, e finora non ho ancora ritenuto opportuno aggiornare la blacklist.
A favore di questa blacklist depone anche la presenza di numerosi siti in italiano, che in genere sono più facilmente raggiungibili interrogando un motore di ricerca con parole chiave in lingua italiana. Difetta invece il filtro basato sulle espressioni regolari in lingua italiana che, in ogni caso, può essere integrato con una configurazione avanzata.