GNU/LINUX ED IL SOFTWARE LIBERO NELLA DIDATTICA


Fulvio Ferroni

In questo articolo si vogliono illustrare brevemente i motivi che giustificano l'utilizzo di GNU/Linux e del software libero in generale in ambito didattico nella scuola media (inferiore e superiore). Vengono qui riprese alcune considerazioni e idee sviluppate in modo più esteso nei documenti di Antonio Bernardi (docente di informatica presso l'I.P.C. “Besta” di Treviso) reperibili presso “Linux nella didattica” all'indirizzo: http://www.linuxdidattica.org/docs/filosofia/


Negli ultimi dieci anni, in ambito informatico, è cresciuta l'importanza della comunicazione dei dati rispetto a quella della loro elaborazione con l'esplosione del fenomeno Internet, ma anche con la diffusione delle reti locali in molti ambiti lavorativi e scolastici. Si può quindi affermare che ormai "è la rete che è il computer"(1).

Questo cambiamento è avvenuto anche grazie all'esistenza di tutta una serie di protocolli e di standard "aperti" che tutti ormai conosciamo anche se talvolta in modo superficiale: TCP/IP, FTP, SMTP, POP3, HTTP, DNS ecc. ecc.

Possiamo assimilare un protocollo alle specifiche di una presa elettrica: se le specifiche sono a disposizione di tutti (protocollo aperto), qualsiasi produttore può creare apparecchiature che si possono collegare senza problemi, e questo a vantaggio di tutti; viceversa, con un protocollo chiuso, ogni produttore cercherà di rendere incompatibili i prodotti concorrenti, avvantaggiandosi di posizioni monopolistiche.

Le reti si sono sviluppate su protocolli aperti, sul "sapere" a disposizione di chiunque, ma tutti questi protocolli non sono facili da gestire ed amministrare; una cosa è usare, da utente passivo, i servizi messi a disposizione in Internet o in una rete locale, altra cosa è gestire questi servizi per renderli fruibili all'utilizzatore finale. In quest'ultimo caso si dovranno conoscere i meccanismi di questi protocolli ai vari livelli ed averne consapevolezza.


Addestrare o formare?


Affrontiamo quindi il nodo centrale del discorso che coinvolge la scuola: il problema da risolvere, al momento dell'introduzione delle reti, delle tecnologie multimediali, dell'uso di Internet nella didattica, è se un'Istituzione pubblica come la scuola deve ridursi ad un ruolo di addestramento degli studenti, subalterno al mercato ed in particolare ad una azienda, o se invece deve essere elemento di formazione culturale e professionale di persone consapevoli del ruolo che andranno a svolgere.

Facciamo un esempio concreto: se dobbiamo affrontare l'argomento della creazione di contenuti per Internet (pagine WEB), è più giusto utilizzare uno strumento automatico molto diffuso di una nota multinazionale americana che "nasconde" del tutto la tecnologia che sta alla base di un documento WEB e per giunta lo crea completamente al di fuori degli standard riconosciuti, oppure è meglio utilizzare strumenti anche meno evoluti (al limite un semplice editor come "vi" o "edit") ma che permettano allo studente di acquisire i meccanismi e le logiche di costruzione di una pagina WEB usando il linguaggio standard HTML?

Crediamo che la risposta a questa domanda non sia difficile, a meno che non vogliamo ritenere (come purtroppo fanno in molti) che sia opportuno utilizzare il software più diffuso, in modo che gli studenti, fuori dalla scuola, possano "vendersi meglio". In questo modo ci ridurremmo appunto ad essere degli addestratori di futuri utilizzatori di pacchetti proprietari e la scuola fornirebbe un servizio gratuito alle società produttrici di tali pacchetti (pagando addirittura ad un prezzo "salato" le licenze).

A questo proposito, è anche utile ricordare che la scuola deve trasmettere "una cultura necessaria al dominio della tecnologia" per comprendere "gli aspetti funzionali delle tecnologie e dei principi scientifici sui quali esse si basano" e far possedere agli studenti "una padronanza delle logiche e delle tecniche di impiego utile peraltro per lo sviluppo di una solida professionalità"(2).

Pensiamo che GNU/Linux ed il software libero in generale siano strumenti indispensabili nel momento in cui si decide l'adozione di nuove tecnologie nella scuola, in quanto permettono di svincolarsi del tutto dalle logiche commerciali di aziende che cercano di realizzare profitti anche in questo settore (è il loro lavoro).

E' una scelta di libertà che però porta anche benefici pratici: pensiamo ad esempio ai vantaggi didattici che si possono avere dalla disponibilità dei sorgenti in scuole in cui si debbano formare programmatori o tecnici software o di rete. Si possono installare a piacimento programmi senza dipendere culturalmente dal fornitore, si possono studiare, modificare, adattarli alle proprie esigenze, copiarli senza alcuna restrizione, e per di più spesso sono gratuiti.

In definitiva siamo in presenza di un sistema operativo e, più in generale, di un software che ci permette di crescere e di far crescere successivamente i nostri allievi.


Software libero o software proprietario?


Analizziamo adesso brevemente alcune questioni sulla "filosofia" del software libero.

Un programma è come un tema, scritto in un linguaggio artificiale che è simile alla lingua naturale; ma esso, per essere letto (eseguito) dal computer, deve essere tradotto nella sua lingua: il sistema binario. Il tema si chiama codice sorgente e quando è tradotto in binario si chiama codice oggetto. Il codice sorgente è comprensibile all'uomo e contiene la conoscenza, il codice oggetto è incomprensibile all'uomo. Le modifiche si possono quindi apportare solo al sorgente, che verrà poi tradotto in oggetto.

Il software è libero se il suo sapere (il tema) è a disposizione di tutti. Se il sapere (il tema) viene negato, si definisce software proprietario. Il software libero deve essere visto come una lingua: essa è libera nel senso che chiunque può usarne i vocaboli, i vari modi di dire, le costruzioni del pensiero, senza pagare alcun diritto(3).

"Il software libero si riferisce alla libertà dell'utente di eseguire, copiare, distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software". Per poter esercitare queste libertà (studiarlo, adattarlo alle proprie esigenze, migliorarlo) "l'accesso al codice sorgente ne è una precondizione. Un programma è software libero se l'utente ha tutte queste libertà. In particolare, libero di ridistribuire copie, con o senza modifiche, gratis o addebitando delle spese di distribuzione a tutti ed ovunque. Essere liberi di fare queste cose significa (tra l'altro) che non bisogna chiedere o pagare nessun permesso"(4).

Al software libero si contrappone il software proprietario che può solo essere usato, ma non conosciuto, in quanto il produttore non fornisce i sorgenti. La mancanza dei sorgenti rende impossibile tutte le libertà elencate sopra, compresa quella di fare copie, perché la sua licenza d'uso ne fa espresso divieto. Per la nuova legge italiana sul diritto d'autore, entrata in vigore il 18 settembre 2000, riproducendo una sola copia di questo software, anche a scuola (incredibile!), si rischiano da sei mesi a tre anni di carcere(5).

Qualcuno potrebbe obiettare che, per il suo lavoro, un "utente finale" di un prodotto software non ha certo bisogno del codice sorgente, che in moltissimi casi non saprebbe neppure leggere. A questa obiezione ha risposto, in modo esaustivo, Roberto Di Cosmo assimilando la conoscenza informatica alla conoscenza scientifica: "Nessuno conosce il modo per verificare personalmente la fondatezza di tutte le teorie su cui è basato l'edificio delle scienze. Ma la presenza di una comunità scientifica ci garantisce che qualcun altro potrà farlo al posto nostro comunicando pubblicamente, ad esempio, che l'ipotesi scientifica 'il sole gira attorno alla terrà è stata verificata come falsa, e che invece risulta vera l'ipotesi che 'la terra gira attorno al sole'. Nessun 'utente finale' ha dimostrato questa teoria vera, ma tutti possiamo fare affidamento sulla comunità scientifica che continuamente verifica le varie teorie per noi. La verificabilità della giustezza delle ipotesi e la ripetibilità degli esperimenti è il fondamento della scienza moderna: quindi il software libero funziona meglio perché è verificabile da una comunità di specialisti che si scambia pubblicamente le informazioni senza nascondersi dietro il paravento del segreto industriale"(6).


Conclusioni

Per concludere, constatiamo con piacere come ormai GNU/Linux ed il software libero stiano acquisendo sempre più forza (leggi numero di applicazioni esistenti) anche nel settore dell’informatica individuale; ora pertanto questi strumenti non sono più confinati o confinabili in contesti troppo tecnici o specialistici, ma possono "invadere" anche settori di produttività individuale finora praticamente dominati da un'unica suite di prodotti. In altre parole, con il passaggio di prodotti come Star Office sotto licenza GPL (Open Office 6.0), che si affiancano ad altri già affermati e validissimi come Gimp, una qualsiasi scuola potrebbe agevolmente sbarazzarsi di tutto - o quasi - il software proprietario. Ciò anche per le attività di didattica "spicciola", oltre che per gestire la propria rete, il proprio sito WEB, la posta interna, ecc. applicazioni per le quali il passaggio dovrebbe essere già avvenuto da anni e senza discussioni. Purtroppo sappiamo che non è così e i motivi sono vari: fra questi c'è senz’altro la politica del Ministero della Pubblica Istruzione relativamente all’introduzione delle nuove tecnologie nella scuola.

Di questo argomento ci occuperemo più diffusamente in uno dei prossimi articoli nei quali tratteremo anche la questione del "riciclo" di hardware "obsoleto" grazie all'uso di GNU/Linux e faremo una carrellata dei principali pacchetti software liberi da utilizzare proficuamente in vari ambiti didattici.


Fulvio Ferroni (docente di informatica presso l'I.P.G. “Palladio” di Treviso)

1Di Cosmo in Paolo Rauzi e Luisa Bortolotti: "Per una politica del free software e dell'open source anche in ambito scolastico ", in 'Atti del seminario informatica e scuola il fenomeno Linux', Trento, 2000, pag. 21, http://www.provincia.tn.it/istruzione

2 Circ. Min. 192 24/4/97, Min. della Pubblica Istruzione: Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche 1997-2000.

3G. Mazzolini: "Software e copyright", sett. 98, http://cesare.dsi.uniroma1.it/LaboratorioII/cdrom/meeting/ atti/node51.html

"I brevetti sul software: il problema", http://no-patents.prosa.it/brevetti/

4R. Stallman: "Cos'è il software libero", http://it.gnu.org/philosophy/free-sw.it.html

5Alcei "Va di male in peggio la legislazione italiana sul diritto di autore", http://www.alcei.it/news/es000725.html

Andrea Monti: "La nuova legge del diritto di autore come si applica alle scuole?", in PC Professionale, novembre 2000, pag. 294,

6Di Cosmo in Paolo Rauzi e Luisa Bortolotti: "Software libero e libertà di insegnamento", in 'Atti del seminario informatica e scuola il fenomeno Linux', Trento, 2000, pag. 127, http://www.provincia.tn.it/istruzione